Filettino, 19 Maggio 1486; il “mistero” del miracolo di San Bernardino di Roberto Volterri e Giancarlo Pavat

 

Immagine di apertura; Il paese di Filettino, a circa 40 km da Fiuggi, località ben nota anche per le cure termali.

 

Filettino,

19 Maggio 1486;

il “mistero” del miracolo di San Bernardino;

 

di Roberto Volterri e Giancarlo Pavat 

 

 

A poco più di mille metri sul livello del mare sorge Filettino (FR), il comune del Lazio a più elevata altitudine nel punto in cui si incontrano le catene montuose dei monti Cantari, dei monti Simbruini e dei monti Ernici.

Nel periodo invernale – ma, per salutari e distensive passeggiate, anche in quello estivo – se vi spostate di poco meno di 14 chilometri, in circa venti minuti potrete raggiungere Campo Staffi, ben noto centro turistico mirabilmente dotato di piste da sci adatte a tutti i livelli, insieme a percorsi per le snowbike, ai bob e agli slittini.

Per i “più ardimentosi” sono disponibili anche alcuni anelli per fondisti e molti percorsi con le ciaspole, oltre, naturalmente, ad attrezzatissimi impianti di risalita.

Ciaspole: Origine e Significato | GARMIN I migliori percorsi di Escursionismo in Filettino | Wikiloc

2-3. Immagini sopra; Divertirsi in inverno ed estate a Filettino e dintorni.

Filettino, curioso nome che, verosimilmente, deriverebbe da “Filex”, termine botanico per “Felce”, pianta molto abbondante nella zona, oppure dal nome con cui, in epoca bizantina, venivano definite strutture fortificate situate in posizioni strategiche a volte chiamate anche “filetti”, anche se qualcuno, più immaginifico di altri, attribuisce il nome alla disposizioni delle abitazioni che sorgono… “una in fila all’altra”.

 

4. Immagine sopra; Campo Staffi, centro turistico dotato di piste da sci adatte a tutti i livelli, oltre a percorsi per le snowbike, ai bob e agli slittini. Per tutti insomma.

Va bene, va bene, indubbiamente Filettino offre infinite possibilità di svago per ognuno di voi lettori de “Il Punto sul Mistero”, ma fino a questo punto di “misteri” ne sono apparsi ben pochi!

Vi accontentiamo subito…

In un libro che abbiamo scritto assieme; intitolato “A fil di spada!”, un apposito Capitolo è stato dedicato a “cose che cadono dal cielo” – che il buon Carl Gustav Jung mi perdoni! – ovvero a misteriosi piccoli o grandi oggetti caduti su questo nostro maltrattato pianeta e non imputabili direttamente a fenomeni di natura “mistico-religiosa”.

 

5. Immagine sopra; In due volumi, con immagini a colori, il libro in cui un intero Capitolo è dedicato ad un “misterioso” fenomeno accaduto a Filettino il 19 Maggio 1486…

6. Immagine sopra; Roberto Volterri e Giancarlo Pavat, autori del libro A FIL DI SPADA, in cui si parla, tra l’altro, del misterioso evento verificatosi a Filettino, il 19 maggio 1486.

Ma perché, in queste pagine, parlare di (non del tutto strane) cadute di meteoriti di piccole dimensioni?

Per quale motivo dare importanza ad un evento che è ormai stato inserito nell’ambito di uno degli infiniti fenomeni che Madre Natura pone all’attenzione dell’Homo sapiens da quando questi ha cercato di darsi una spiegazione riguardo al complesso mondo nel quale iniziò a muovere i primi passi circa 200.000 anni fa?

Millennio più, millennio meno…

“… Il dì 16 giugno dopo le ore sette della sera verso il tramontare del sole fù veduta una nuvola, che dal levante passava a ponente di San Quirico in distanza di tre, o quattro miglia, e precisamente sopra Lucignan D’Asso e Cosona, i cui caratteri principali erano 1. Lo scintillare e mandar razzi 2. Il fumare 3. Fare delle straordinarie esplosioni 4. Gettare de’ sassi infuocati sulla terra “.

Siamo negli ultimi anni del XVIII secolo in un’ampia zona della Val d’Orcia, tra i paesi di Spedalone, Cosona, Lucignano d’Asso e Montalcino.

Qui accade qualcosa di strano, dal cielo cadono degli strani “proiettili”, forse dei frammenti di meteoriti che, fortunatamente, sembra non abbiano colpito nessuno degli abitanti della zona ma hanno creato senza dubbio una grande paura, forse il timore che si siano scatenate le Potenze del Cielo.

O forse quelle degli Inferi

Allontaniamoci ora dalla Toscana, risaliamo l’eterno “fiume del tempo” e arriviamo a Filettino (FR).

Qualche secolo prima, il 19 maggio del 1486, successe qualcosa di simile ma avente effetti ben diversi sulla storia del grazioso paese del Frusinate, area geografica teatro dell’evento.

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7-8. Immagini sopra; a sinistra, Virginio Orsini (1434 – 1497) le cui truppe assalirono il paese di Filettino fino a che una curiosa, violenta caduta di “proiettili” – molto probabilmente piccoli meteoriti – li mise in fuga. A destra San Bernardino da Siena, Patrono di Filettino.

 

 

Nel 1486 infuriava la guerra tra il re di Napoli Ferrante (ovvero Ferdinando degli Aragona del rampo napoletano, meglio noto, appunto come Ferrante I° o Don Ferrante. 1424-1494) e papa Innocenzo VIII (1484-1492).

All’interno del più ampio conflitto, si inseriva anche la secolare lotta tra le diverse e potenti famiglie romane e laziali.

Periodicamente bande di soldati disposti a tutto superavano i confini tra i territori dominati da una o dall’altra fazione e i campi si arrossavano del sangue delle truppe che spesso combattevano senza quasi sapere il perché di tanto livore tra popoli che avrebbero potuto vivere pacificamente.

Nella primavera del 1486, l’esercito napoletano invase il Patrimonium Sancti Petri e prese a dilagare nel Lazio meridionale lungo due direttrici.

La prima oltrepassando il Liri e risalendo la valle Latina (o valle del Sacco), la seconda valicando lo spartiacque con gli Abruzzi e scendendo da Serra Sant’Antonio nell’alta valle dell’Aniene.

Seguendo quest’ultima direzione gli invasori incontrarono sulla propria strada il borgo fortificato di Filettino a oltre 1000 metri di quota s.l.m. e vi posero l’assedio.

Tempi duri e pericolosi quelli vissuti dagli abitanti di quelle contrade!

Il 19 maggio 1486, vigilia della festa di San Bernardino da Siena, un gruppo di soldati al comando del condottiero di ventura Virginio Orsini (1434-1497), con quello che oggi chiameremmo un blitz, riuscirono ad aprirsi un varco nelle difese del borgo.

I filettinesi, vista la mala parata, non trovarono altra soluzione che rivolgersi, con suppliche e pianti, al proprio patrono, chiedendone l’intercessione per salvare se stessi e il paese.

Improvvisamente le condizioni meteorologiche cambiarono repentinamente, all’orizzonte comparve una nuvola particolarmente scura e dal cielo cominciò a cadere una fitta e curiosissima grandinata formata da qualcosa che assomigliava a “proiettili” di pietra o “ghiande di ferro”.

Secondo la tradizione locale, la “grandinata” si sarebbe verificata nel sito in cui successivamente sorse la “Cona di San Bernardino”.

Le truppe napoletane, martoriate dalle “ghiande” e terrorizzate dall’evento che venne interpretato subito come soprannaturale, si diedero alla fuga disordinata.

Filettino era salva!

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9-10. Immagini sopra; Nella graziosa chiesa di Santa Maria Assunta, a Filettino, sono conservate alcune reliquie appartenute a San Bernardino da Siena, tra le quali il cordone del suo saio e un suo dito mummificato.

 

Miracolo?

Leggenda agiografica come altre analoghe testimonianze caratteristiche della religiosità popolare?

Poco importa, ma da quel giorno gli abitanti di Filettino mostrarono una particolarissima devozione nei riguardi di San Bernardino da Siena, quasi preferendolo a San Sebastiano fino a quel momento Patrono del paese, anche se gli affreschi presenti nella chiesa dedicata al Santo e datati precedentemente, sembrerebbero indicare un patronato da parte di San Bernardino, ben più antico del 1486.

Comunque, per non far torto a nessuno, nell’Anno del Signore 1528 venne emesso un documento che dedicava il paese ad entrambi i Santi anche se, ai nostri giorni, è solo San Bernardino che viene periodicamente festeggiato e onorato a Filettino.

Ci siamo chiesti a lungo che cosa sia realmente successo in quella giornata di Maggio del 1486…

Una semplice, per quanto intensa grandinata, oppure qualcos’altro?

Perché si parlò di “ghiande” di Ferro o di Piombo o d’altro metallo?

Un modo figurato, e suggestivo, per descrivere grandi e pesanti blocchi di ghiaccio?

L’idea di pietre o oggetti ferrosi dal cielo ha fatto pensare in tempi recenti che si sia trattato di una pioggia di meteoriti.

Mons Filippo Caraffa (1909-1987), nella sua “Storia di Filettino di Trevi nel Lazio e di Vallepietra”, sottolinea che non è certo che la grandine fosse di “ghiande di Ferro”, e se ne parla come di “frutto della fantasia popolare”.

Le “ghiande di Ferro” nel corso del tempo venivano regalate ai forestieri in visita al paese e, ovviamente, pian piano diminuirono di numero.

Almeno fino ai primi decenni dell’Ottocento sembra ne siano rimaste alcune poiché nella documentazione della Collegiata di Santa Maria Assunta si ricorda che…

 

“… Nel mese di Luglio dell’anno 1822 Mons. Giuseppe Maria Lais, Vescovo d’Ippona e Amministratore Apostolico della Chiesa Anagnina in Atto di S. Visita per constatare se veramente le ghiande ferree fossero miracolose, ne prese una, e postala tra la morsa di ferro nella bottega del fabbro ferraio Sante Consalvi, sita in Borgo S. Sebastiano, alla presenza de’ Convisitatori Sigg. Francesco Salvi e Camillo De Cesaris, Canonici della SS. Basilica Cattedrale di Anagni, ordinò al fabbro ferraio di batterla con un martello fino a nuovo ordine. Furono dati moltissimi colpi di martello con tutta forza, ma però la ghianda non si mosse nella sua orbita e non si ebbe ad osservare alcuna leggiera ammaccatura… finalmente a perenne memoria della prodigiosa grandine di ferro si procurò farne ritrarre il fatto…”

Purtroppo l’inesorabile trascorrere del tempo e forse anche l’umana incuria hanno fatto sì che dell’opera pittorica “… ora non è più visibile se non qualche brandello del medesimo…”.

Di più direi, ma di men dir bisogna”, sembra suggerirci a questo punto il grande poeta Ludovico Ariosto nel suo “Orlando furioso” (XXVI, v. 22)!

Di generazione in generazione, alcune famiglie del paese conservarono gelosamente reliquie riguardanti Bernardino degli Albizzeschi (1380–1444) appartenente all’Ordine dei frati minori.

Tra queste reliquie anche una “ghianda di Ferro” (forse realizzata con il Ferro meteorico?) donata dalla famiglia Latini-Piacentini al Parroco di Filettino, insieme ad altre reliquie appartenute al pio uomo di fede, poi proclamato Santo nel 1450 da papa Niccolò V.

 

T:\SPADE\CAPITOLO Filettino\ghianda 1 OKOKOK.jpg11. Immagine sopra; La “cupola” di ghianda di Filettino. Realizzata forse, in antico, con il ferro meteorico ricavato dalla strana “grandinata” del 19 Maggio del 1486?

Ebbene, tale oggetto che sembra apparentemente una pietra, oggi si trova conservato nella collegiata di Santa Maria Assunta, posta nel centro di Filettino.

Solo approfondite analisi potrebbero accertare una eventuale composizione di metalli, ma con preponderanza di Ferro, dimostrando, quindi, la vera natura della reliquia di Santa Maria.

Forse tutto ciò che accadde nel 1486 a Filettino rientra nei fenomeni di Madre Natura, forse (come sostengono i devoti abitanti del bel paese del Frusinate) la “dimensione del Sacro”, le “potenze superne”, sono intervenute nelle umane vicende, forse nel corso dei secoli ciò che accadde presso la Cona di San Bernardino, a due passi dal paese, venne “misteriosamente” narrato durante le lunghe veglie invernali davanti ad uno scoppiettante fuoco del camino, ma tutto ciò riveste ben poca importanza.

Ciò che rientra negli strani argomenti trattati nel libro “A fil di spada!” è il considerare le “ghiande”, le “pietre” cadute dal cielo, alla stregua di… “armi improprie” che, guidate dalle preghiere rivolte al Santo (diventato per l’occasione, “fromboliere”), ribaltarono le sorti di una battaglia che avrebbe potuto compromettere le sorti, gli equilibri, di quelle lontane genti.

 

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12. Immagine sopra; In questa località, appena sopra il paese di Filettino, denominata Cona di San Bernardino – ora ricordata da questa piccola chiesa – sarebbe avvenuto lo scontro tra le genti del posto e le truppe agli ordini di Virginio Orsini. E qui sarebbe avvenuta la grandinata di piccole “pietre meteoriche” una delle quali potrebbe essere quella conservata nella chiesa di Santa Maria Assunta.

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13. Immagine sopra; La piccola “pietra” caduta dal cielo, narrano le antiche cronache di Filettino… durante la grandinata che mise in fuga le truppe degli Orsini. Da accurate ricerche effettuate dagli autori di questo libro, sembra che solo questo piccolo “meteorite” sia sopravvissuto al trascorrere dei secoli.

È ora gelosamente conservato a Filettino nella chiesa dedicata a Maria Assunta. Le dimensioni sono cm. 2,5 x 1,5 circa.

 

Un po’, se vogliamo, come il “Lapis aequipondus” o “Pietra del Diavolo” conservato a Roma nella chiesa di Santa Sabina all’Aventino, descritto in un altro Capitolo del libro “A fil di spada!

14. immagine sopra; piazza del mercato a Filettino (FR)

Lapis Diaboli a Santa Sabina – Coolture, Associazione culturale

15. immagine sopra; Un Equipondius o “Lapis Diaboli” conservato a Roma nella chiesa di Santa Sabina all’Aventino.

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16-17. immagini sopra; A sinistra un minuscolo meteorite ferroso caduto qualche anno fa in USA. Questi corpi provenienti dallo spazio interplanetario possono avere dimensioni variabilissime, da una frazione di centimetro a qualche metro e circa 60 tonnellate di peso, come quello a destra, caduto nella fattoria di Hoba West vicino a Grootfontein, nella regione di Otjozondjupa in Namibia.

Ma poiché siamo a Filettino, perché non girare ancora un po’ per le vie del bel paese e nei dintorni alla ricerca di qualche altra curiosità?

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18-19. Immagini sopra; Filettino. A sinistra, l’altare della chiesa di Santa Maria Assunta con, a destra nella foto, le due reliquie, dito mummificato di San Bernardino e “ghianda” miracolosa, particolarmente venerate nel paese. A destra un magnifico busto-reliquiario argenteo del Santo, realizzato da Giuseppe Valadier (17621839) architetto, orafo e argentiere italiano, uno dei maggiori del periodo neoclassico.

A Filettino basta recarsi nella chiesa di San Bernardino, posta proprio sotto la sede del Comune, e troverete un magnifico Museo ricco di preziose testimonianze della vita religiosa che ha animato ed anima ancora la comunità locale.

Non mancherete anche di stupirvi davanti ad una curiosa immagine come quella che trovate qui di seguito…

20-21. Immagine sopra; Per quanto riguarda le chiese, Filettino offre al visitatore curioso, diverse particolarità. Ad esempio, la chiesa di San Bernardino che si trova sotto la sede comunale.

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22. Immagine sopra; Tra gli affreschi presenti nella chiesa di San Bernardino, spicca per la sua singolarità, questa erma femminile con i prosperosi seni bene in vista.

23. immagine sopra; Invece, la chiesa di San Nicola, posta fuori le mura ed oggi annessa al cimitero, conserva uno straordinario ciclo di affreschi duecenteschi (ritornato alla luce durante i restauri coordinati dalla Soprintendenza ai beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio), in cui si ravviserebbe la mano del “Frater Romanus”, maestro attivo pure nella celeberrima Cripta della Cattedrale di Anagni.

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24. Immagine sopra; Affresco attribuito all’artista Frater Romanus, autore anche di pregevoli opere nella Cripta della Cattedrale di Anagni.

Un’altra curiosità sono i due occhietti “diabolici” che si notano tra le figure dei Santi Nicola e Giovanni Battista, affrescati nella chiesa extraurbana di San Nicola.

Ovvero una sorta di maschera dove gli archi in cui sono inserite le figure dei due Santi diventano inquietanti corna.

Invece, se rovesciamo l’affresco (oggi possibile anche grazie a Photoshop), ecco che, per una sorta di strana Anamorfosi, il tutto diventa una sorta di volto del dio Eolo che soffia i venti sull’Ecumene.

FIL 225-26. Immagini sopra; A sinistra particolare dell’affresco raffigurante i Santi Nicola e Giovanni e a destra – capovolgendo l’immagine – appare il volto del dio Eolo che soffia i venti sull’Ecumene.

E con questa “inquietante” immagine termina sul serio la nostra ricerca sulla pioggia di strani “proiettili” a Filettino e giunge anche alla fine il nostro breve giro tra i vicoli di questo bel paese in terra di Ciociaria…

(Roberto Volterri e Giancarlo Pavat)

Filettino (Realtà territoriali Vol. 2) Delitto a Filettino

Un saggio e anche un intrigante romanzo su questo delizioso paese del Lazio meridionale…

Uno strano libro che creò scompiglio ancora prima della pubblicazione. (https://www.geertkimpen.com/int-italian1.html).

E PER SAPERNE DI PIU SUI MISTERI DELLA “GRANDINATA” DI SAN BERNARDINO…… 

 

A FIL DI SPADA.

SEGRETI MISTERI E LEGGENDE DELLE ARMI BIANCHE.

di Giancarlo Pavat e Roberto Volterri.

Copertina Alessandro Middei.
Reperimento immagini Bruno Ferrante.
Editing Daniele Di Stefano.

451 pagine
550 immagini in bianco e nero.
Solo 19,90 euro.

 

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A fil di spada!: Segreti, misteri e leggende delle armi bianche

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