Immagine di apertura; Panorama della “Porta Saracena” a Segni (Roma).
“LA MIA CURIOSITA’ VUOLE ANDARE OLTRE I CONFINI “TRACCIATI”“.
GLI STARGATES DEGLI ANTICHI
di Maria Cristina Sinibaldi
Rintracciare le origini delle costruzioni megalitiche del basso Lazio necessariamente, per la sua vasta complessità e per il lungo tempo trascorso dalle origini, rappresenta un impegno collettivo e soprattutto di studi comparati per chi ha l’esigenza di sapere.
Foglia dopo foglia strato dopo strado…con molta umiltà…ognuno può dare un contributo.
IL TEMPO per come è concepito procede in cicli e ricicli: ere di prosperità e decadenza, di rigogliosità o distruzione. Questa è una rassicurante certezza antica. Questa certezza illumina la notte dei tempi e capire anche il tempo nella sua condizione metafisica, apre un’ampia via alla comprensione dell’astronomia e dell’astrologia come unica SCIENZA SACRA millenaria ed eleva a grandezza quello che in molti credono credenze primitive. Con molta umiltà dovremmo oltrepassare il LIMITE posto dalla ortodossia storica/accademica ed avventurarci verso il MISTERO come sapienza arcana. Fortunatamente molti studiosi credono che ci sia stata una antichissima civiltà che ha letto il cielo – prima che in modo operativo e pratico – in senso CONTEMPLATIVO!
L’”Enuma Elish”, scritto assiro–babilonese 2.000 A.C. comincia così
“Quando in alto non c’era nulla e i cieli non avevano ancora nome…”
Ciò significa che la individuazione e la nomina delle Costellazioni e degli Astri fu sentito come atto primario e costitutivo come fondamento di una realtà certa. (Tratto da “L’alfabeto scende dalle stelle” di Giuseppe Sermonti).
Quindi è nell’ambito di una visione della più antica TRADIZIONE, la quale sviluppa la custodia e la tutela di un “sapere” oralmente trasmesso da bocca (maestro) ad orecchio (discepolo) che l’antica dimensione Sacra di Segni Signia per i romani con le sue mura ciclopiche, assume una dimensione IERATICA. Tutti partecipiamo alla ricerca: appassionati, studiosi, archeologi, osservatori, curiosi, tutti per cercare una comprensione più profonda delle conoscenze fin qui avute. Un lungo generoso dibattito su studi, ipotesi e suggestioni dato il lungo tempo trascorso tra noi e i costruttori. Una ricerca/dibattito corretta ed equilibrata tra scienza e regole innovative, una linearità consequenziale ma anche spesso intuitiva. Graham Hancock “… la scienza pesa, misura, esamina, ragiona, ma non dice cosa succede nell’altra dimensione…”.
Le recenti scienze l’archeoastronomia e del carbonio 14 ri-fondano vecchi quesiti e ne propongono nuovi. Queste recenti discipline offrono passaggi innovativi per spiegare quella parte del nostro passato archeologico ancor oggi nebuloso.
Da “I Misteri della Civiltà Megalitica” di Felice Vinci.
“… A questo punto conviene leggere qualche passo del volume di Colin Renfrew sulla rivoluzione introdotta dal radiocarbonio” nel capitolo intitolato “Il crollo della cornice tradizionale” (p. 24).
2. Immagine sopra; “Porta Saracena” a Segni (Roma).
Gli orientamenti delle porte e delle mura nelle città megalitiche rispecchiano sempre ORIENTAMENTI ASTRONOMICI e questo succede in tutte le parti del mondo. Porte e mura orientati verso Solstizi ed Equinozi, verso i quattro Coluri, verso i Cardinali, verso la stella Polare, verso la Via Lattea.
“Stella sopra stella sotto
Cielo sopra Cielo sotto
Tutto ciò che è sopra è anche sotto
Afferralo e rallegrati”
(da “Tabula Smaragdina” di Ermete Trismegisto)
Tutto ciò ovviamente è successo anche in Europa. Nelle realizzazioni delle costruzioni megalitiche si è sempre preso in considerazione il cielo come modello come specchio, una realtà celeste da copiare e realizzare in terra tramite l’osservazione di quella particolare porzione di cielo che comprende la Stella Polare, la costellazione di ORIONE (detta il cacciatore) la spendente SIRIO! la costellazione del TORO con la sua rossa Al-debaran e giù in fondo quel… gruppo (per così dire) di punti luminosi…
Le Pleiadi che i nostri anziani hanno sempre chiamato le “gallinelle”. Così è successo che porte e mura delle città megalitiche nell’ambito di questa OTTICA STELLARE diventassero gli STARGATE DEGLI ANTICHI per sognare, pregare, comunicare, invocare, comprendere, onorare ed avvicinarsi il più possibile alla Divinità. Tramite la realizzazione di mura e porte orientate astronomicamente i costruttori ci hanno trasmesso lo spessore delle loro conoscenze scientifiche e metafisiche, a volte, nascoste all’interno di ritualità segrete. Antichi fatti scientifici occultati nei miti o protetti in un materiale catalogato come religioso e conservato dalle Elite sacerdotali. Secondo Manetone (gran sacerdote egizio) il Dio Thot (per i greci Ermete Trismegisto) dio delle lettere, dei pesi e delle misure, produsse nella sua lunga vita 36.352 libri di cognizioni sapienziali ritenute già allora molto antiche.
3. Immagine sopra; Porta Foca a Segni (Roma).
I SEGRETI DI PORTA FOCA
“Porta Foca” è una porta di tipo “Sceo”, unica nel suo genere nel Lazio meridionale. Questa tipologia di porte mostra un ingresso solitamente sul lato sinistro e non frontale, era una tattica per avere il fianco destro dalla parte del muro. Ma la struttura megalitica non ha mere funzioni belliche/difensive. Scopriamolo assieme alla ricercatrice e studiosa di archeastronomia signina Maria Cristina Sinibaldi; “Gli esperti hanno quantificato in cinque chilometri forse più, il lungo serpente di pietra megalitico che circonda la parte più alta della montagna (di Segni NDA) partendo da basso e che protegge l’abitato. A volte queste possenti mura, così ben realizzate, formano curve assecondando la rotondità della montagna. Un lungo serpente bianco ciclopico costituito da megaliti di grandi dimensioni che circondano il territorio, le fonti di acqua, i rigogliosi e numerosi terrazzamenti agricoli, persone, templi, il paese tutto. Tonnellate e tonnellate di pietra in un lavoro titanico di incastri megalitici un poligonale perfetto. Pietre assemblate tra loro senza alcun collante come abbiamo spesso scritto, letto e ripetuto il “tutto” (per così dire) in forte pendenza. Da ciò si evince l’alto grado di organizzazione sociale, tecnico/ingegneristica, produttiva/operativa ed amministrativa estremamente complessa. Una società che poteva esprimere una solida forza lavoro nutrita generosamente. Una capacità di ordine pubblico, espressione di linguaggio tecnico di comunicazione e come sostengono studiosi e archeologi la certa conoscenza della fusione dei metalli, tecnica assolutamente necessaria per gli strumenti di lavoro oltre ad una conoscenza scientifica profonda del movimento della volta celeste. Descrivere Porta Foca, a mio avviso è molto complesso, ma per aiutarci a comprendere meglio è buona cosa rileggere la descrizione delle Porte Scèe della Città di Troia descritte nell’Iliade di Omero che, ci narra, come esse furono costruite da Poseidone, dio del mare (il Nettuno dei Romani) e da Febo Apollo, dio del fuoco. ACQUA / FUOCO/ PIETRA.
“…Ma bada che di qualche celeste ira cagione
Io non ti sia quel dì che Febo Apollo
e Paride, malgrado il tuo valore,
t’ancideranno su le porte Scee”. [1].
“Intanto Ettore alle porte Scee
fermo, cavalli unghie solida,
dubbioso se battersi ancora…” [2].
“E la moira funesta inceppò Ettore, che rimanesse là fuori
Davanti a ILIO e alle porte Scee…” [3].
4. Immagine sopra; Porta Foca a Segni (Roma)
PORTE PARTICOLARI LE SCEE!
Forza e sicurezza della storica città di Troia. Porte monumentali rivolte verso il sole.
PORTE SOLARI
Misuratrici e dispensatrici della vita rivolte verso il caldo che asseconda la crescita delle messi e favorisce la prosperità degli uomini. Porte che accolgono l’Equinozio di primavera.
PORTE DIFENSIVE
Possenti e difficili da individuare da lontano per chi non conosce la loro certa ubicazione. Porte nascoste ad occhi estranei in quanto SGHEMBE con un lato più avanzato dell’altro difficili da individuare da lontano in quanto agli occhi dell’osservatore o dell’aggressore il muro appare un continuum senza spazi. Porte che rendono l’entrata del nemico facilmente controllabile per chi è dentro di esse quindi difficilmente oltrepassabile per chi viene da fuori. Quando nel 1875 il famoso archeologo Heinrich Schliemann visitò la bellissima Città di Arpino (apro una parentesi in quanto le prove della visita non ci sono. Fonte Wikipedia ma è ben nota la sua convinzione che i fatti della città di Troia fossero realmente accaduti) cita nei suoi scritti la splendida porta dell’entrata nell’Acropoli come porta a sesto acuto (non tutti gli studiosi sono concordi con questa definizione dell’arco) e da lui definita Scea in quanto appunto sghemba. Il famoso l’archeologo tedesco se avesse visitato Segni sarebbe sicuramente rimasto affascinato da Porta Foca! Forse non ne sospettava neanche l’esistenza vista la sua difficile e segreta collocazione nelle mura conosciuta solamente dagli abitanti della città.
5. Immagine sopra; lo straordinario Arco ogivale megalitico di Arpino (FR).f
PORTA FOCA
È sghemba ed è una Porta Solare in quanto esposta ad Est accoglie e segnala l’Equinozio di primavera, è rivolta verso il nuovo sole primaverile che illumina scalda e condiziona la vita. Porta Foca è una porta solare proprio come quelle descritte nel Poema Omerico.
PORTA DIFENSIVA
Imponente, massiccia, segreta, camuffata nel lungo e tortuoso serpente ciclopico murario.
Ora a questo punto in questo contesto COME il nome “Foca”? Da una timida indagine effettuata risulta:
1- Ci fu un imperatore bizantino di nome Foca (547- 610) Wikipedia. Non sembra aver avuto alcun rapporto con la città.
2- Colonna di Foca – nel Foro Romano. Una Colonna monumentale che non sembra essere legata a Signia.
3- San Foca martire venerato in Calabria protettore dei marinai. Questa informazione potrebbe essere interessante in quanto alcuni ricercatori sostengono che i costruttori delle mura ciclopiche sono popolazioni migrate dal Nord Europa tramite la navigazione quindi MARITTIMI con conoscenze delle rotte ACQUEE e del CIELO, interessante…
4- Ancora – Foca – come nome di origine turca. Foca città portuale nella provincia di Izmir. Anche questa indicazione non suggerisce nulla.
5- Altra ipotesi potrebbe essere quella del nome di animale appunto la foca il mammifero. Questo mi sembra in qualche modo più attinente in quanto ci avviciniamo ai nostri miti e alla nostra storia e al nostro ambiente. La foca monaca. Abitante del MAR MEDITERRANEO presente nell’isola di Sardegna da data molto lontana, inoltre, presso l’antica Grecia questo animale era associato al dio Apollo dio del sole (vedi… vedi…) un animale molto amato dal dio Poseidone dio del mare… come narrano racconti mitici e qui mi fermo un attimo perché ritrovo
FUOCO/ACQUA/ PIETRA…SEGNI
Il Mito questo potente vettore secolare e conservatore di importanti parti di storia che i libri hanno a volte trascurato conserva, tra le sue pieghe, frammenti e frammenti di realtà. Questo per molti studiosi e appassionati è di conforto per esporre e sostenere ipotesi e suggestioni spesso giudicate eretiche o bizzarre. Apollo e Poseidone quindi, ci racconta il mito, sono gli Dei che hanno costruito la città di Troia con le sue possenti mura e le sue Porte Scee…e qui mi fermo di nuovo un attimo! Il ruolo che il Mito insieme al Simbolismo legati alla espressione ripetitiva della Ritualità è così importante da avere uno svolgimento temporale e storico sequenziale e logico, completamente diverso rispetto le scienze ufficiali praticate. Di nuovo, una ulteriore possibilità di ricerca del nome – Foca- da percorrere è quella di prendere in considerazione la “funzionalità” che la porta esprime, esatto la funzionalità nell’ambito di quella guida celeste che tutte le città megalitiche seguono. Individuando la funzione della porta si può “ragionevolmente” arrivare a spiegarne il nome.
PORTA GUERRIERA
Di difesa e protezione all’interno di un continuum murario che da lontano non la lascia individuare. Situata verso EST verso il sole (Apollo) verso il calore estivo (Equinozio di Primavera) quindi è una Porta Solare – Tonnellate di mura ciclopiche esposte al sole che in estate – se ‘nfocano – in dialetto, si arroventano perché baciate per molte ore al giorno dal sole. Ipotesi suggestiva ma ragionevolissima, sostenuta anche dall’espressione dialettale confidata dall’amico Vittorio Coluzzi persona che con tanta passione racconta Segni con le sue vicende e i suoi personaggi, espressione di dominio pubblico, … “se’nfoca…” conosciuta ed usata da tutti. Se Porta SARACENA collocata ad OVEST accoglie nel suo arco il tramonto dell’Equinozio di Autunno (l’arrivo del buio invernale) è assolutamente ragionevole supporre che ad Est Porta Foca sia un sito/segno che accoglie l’Equinozio di primavera con il caldo sole che verrà! Ancora, perché non prendere anche in considerazione l’ipotesi che Porta GEMINA che qualifica l’entrata nel borgo segnino situata verso SUD/OVEST accanto al grande muro che segna un confine geopolitico della città non possa essere considerata come segnalatrice del Solstizio d’Estate? (in realtà gli archi che compongono il passaggio sarebbero due quindi GEMINI forse una indicazione verso la COSTELLAZIONE dei GEMELLI?). Forse porta Gemina/Gemelli è orientata e legata alle città Saturnine così vicine? Alcuni studiosi sostengono che la loro mappa terrestre composta da: Anagni, Alatri, Arpino, Atina e Antino, ricopi la mappa celeste della Costellazione dei Gemelli con Anagni e Trevi nel Lazio rispettivamente specchio delle stelle Castore e Polluce? (le cinque città nel cuore del Lazio, in quella splendida provincia di Frosinone – Da “Le Città Saturnine”, “L’Angolo di Ermes” di Giulio Coluzzi – continua… – Sol Invictus sole invincibile, fulcro centrale del culto dei Misteri Mitraici… ) un brano che parla di queste città con precisione, competenza e passione. Giulio ci dice ancora (…città costruite dai mitici Ciclopi dette anche -pelasgiche- in relazione al mitico popolo pre-ellenico dei Pelasgi venuti da oriente con navi…).
Ancora, che dire della stupenda ACROPOLI di Segni – Signia per i romani – situata a NORD/EST fredda e ventosa, maestosa e solitaria, non sia segnalatrice e raccoglitrice del freddo e Solstizio d’Inverno?” conclude la Sinibaldi “Il Cielo così suggerisce la croce celeste di segni che segna i quattro coluri: due solstiziali due equinoziali. I Segni Celesti del cielo di Segni che hanno guidato le costruzioni, hanno tracciato l’intera mappa. I SEGNI di SEGNI segnati sulla Terra dai megaliti e dalle porte da cui…forse…il nome Segni. “Come in cielo così in terra”. L’”Omphalos terrestre della Croce Celeste dove sarà? Forse all’interno di uno dei tanti terrazzamenti ciclopici nel Paese?”.
(Maria Cristina Sinibaldi)
- Le immagini sono state fornite dall’autrice.
6. Immagine sopra; suggestivo scorcio dell’Arco megalitico di Arpino (FR)













