Il misterioso mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto (LE) – 1^ parte; di Marco Di Donato.

Immagine di apertura; veduta del mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto, realizzato dal monaco Pantaleone nel XII secolo.

 

 

IL MISTERIOSO MOSAICO PAVIMENTALE DELLA CATTEDRALE DI OTRANTO (LE)

Il mitologico Orfeo, la rappresentazione di Cristo.

La simbologia della scacchiera

1^ parte

di Marco Di Donato

 

Il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto è una delle opere d’arte più celebri al mondo. 

Realizzato tra il 1163 e il 1165 dal monaco greco Pantaleone per volere del Vescovo Gionaprimo arcivescovo latino di Otranto – è composto da oltre 600 mila tessere e si estende per circa 16 metri, ricoprendo l’intero pavimento della Cattedrale.

Si tratta di un’opera davvero unica e spettacolare, ricca di fascino e mistero, con enigmi ancora oggi irrisolti.

Nella realizzazione di tale opera, il monaco Pantaleone ha voluto esprimere l’eterna lotta tra il bene e il male attraverso la condizione umana e terrena, ma anche mediante personaggi e simboli la cui allocazione non è casuale.

Elemento centrale dell’opera è un grosso albero – solitamente chiamato “Albero della Vita” – sui cui rami si sviluppano scene di vita dell’uomo con il percorso da compiere per purificarsi dal Peccato Originale e arrivare alla salvezza: una vera e propria descrizione del Creato.

La maggior parte delle raffigurazioni qui presenti è tratta dall’Antico Testamento, mentre per il Nuovo Testamento mancano personaggi come Gesù e Maria in quanto si riteneva non opportuno far calpestare dai fedeli immagini sacre.

Come per ogni libro che si rispetti, il mosaico si legge dall’alto verso il basso e, pertanto, prima di addentrarci nella descrizione di alcuni simboli e personaggi davvero interessanti è bene fare una breve carrellata di come questa immensa opera d’arte sia stata suddivisa.

In corrispondenza dell’altare, e quindi partendo dall’alto, vediamo raffigurati i vizi e le virtù dell’uomo disposti in sedici cerchi; sotto di loro vi sono le scene tratte dall’Antico Testamento come il Giardino dell’Eden, l’uccisione di Abele, il Peccato Originale e la cacciata di Adamo ed Eva dal Giardino dell’Eden.

 2. Immagine sopra; il Giardino dell’Eden.

Nella fascia sottostante, invece, troviamo il Ciclo dei Dodici Mesi dell’anno, e più in basso sono raffigurate alcune scene del Vecchio Testamento come ad esempio la costruzione dell’Arca di Noè e la Torre di Babele – quest’ultima intesa come simbolo dell’arroganza dell’uomo verso Dio. Nei pressi di queste scene vediamo Alessandro Magno raffigurato in volo tra due grifoniche simboleggia il desiderio del re macedone di voler essere immortale e sfidare Dio.

Non è un caso che queste due raffigurazioni siano state messe vicine in quanto è insita l’analogia della pretesa umana verso Dio.

3. Immagine sopra; particolare del mosaico di Pantaleone; Alessandro Magno raffigurato in volo tra due grifoni

 

Tutto l’Albero della Vita – che di fatto occupa la navata centrale della Cattedrale – è sorretto da due elefanti asiatici, riconoscibili dalle orecchie piccole, simbolo di saggezza per eccellenza. 

4. Immagine sopra; i due elefanti asiatici che sorreggono l’albero della Vita.

 

IL MITOLOGICO ORFEO, LA RAPPRESENTAZIONE DI CRISTO?

Ma questo mosaico, oltre a riprodurre immagini del bestiario medievale come grifoni, mostri, sirene e draghi, presenta anche una serie di raffigurazioni degne di nota.

Tra queste annoveriamo quella di un asino che suona la lira posta al centro dei sedici clipei, raffiguranti i vizi e le virtù dell’uomo.

Ma cos’ha di particolare questo mosaico?

Per quanto strano possa sembrare questo mosaico raffigura Cristo

5. Immagine; l’asino che suona la lira.

 

Ma andiamo per ordine: il mosaico si trova nel presbiterio, ossia la parte più importante di una chiesa in quanto è il luogo ove avviene l’Eucaristia.

L’asino in questione simboleggia il mitologico Orfeo, che con il suono della sua lira incantava gli animali e ammansiva le bestie più feroci. Orfeo, inoltre, secondo la mitologia classica, scese negli Inferi per riportare in vita la sua amata Euridice. In tale circostanza, dal punto di vista simbolico, Orfeo rappresenta Cristo che ebbe la capacità di ammansire le persone e riportare in vita i defunti.

Se ciò può sembrare strano, è bene ricordare che, come detto in precedenza, l’allocazione del mosaico in questione non è casuale in quanto si trova nel luogo ove avviene la consacrazione dell’ostia e quindi dell’unione dello Spirito con la Materia.

La magnificenza di questi mosaici è davvero tanta e risulterebbe lungo menzionare tutti i personaggi e i simboli qui presenti, motivo per cui si ritiene interessante parlarne solo di alcuni dal punto di vista del mistero e del loro significato esoterico.

 

LA SCACCHIERA

Tra questi, uno particolarmente interessante e che vediamo non appena entriamo in questa meravigliosa Cattedrale, è la scacchiera, posta sulla testa di quel che sembra essere un centauro. 

6. Immagine sopra; la Scacchiera posta sulla testa di un presunto centauro.

 

Molti, vedendo questo simbolo, hanno subito gridato alla presenza templare, in quanto asseriscono che la scacchiera sia un simbolo tipico dei monaci dai bianchi mantelli.

Probabilmente tale convinzione sarà dovuta al fatto che il vessillo templare, ossia il Valcento, fosse formato dai colori bianco e nero, ma sinceramente credo che ciò sia un po’ riduttivo, anche perché a quell’epoca vi erano altri ordini monastico-cavallereschi che indossavano i colori bianco e nero, come ad esempio i Cavalieri Teutonici che avevano la tunica bianca con croce nera, e i Cavalieri Giovanniti – oggi noti come Cavalieri di Malta – che indossavano e indossano la tunica nera con croce bianca.

I Templari, invece, avevano la tunica bianca con la croce rossa.

Per quanto riguarda il gioco degli scacchi, bisogna dire che giunse in Europa verso l’anno 1000, proveniente dal vicino Oriente, dove alcuni secoli prima nacque probabilmente in India.

In araldica indica la rappresentazione di un campo di battaglia, mentre dal punto di vista simbolico ha un profondo significato esoterico in quanto collegato all’ottonario.

La scacchiera, per i suoi colori/non colori, rappresenta il giorno e la notte, lo yin e lo yang, lo Spirito e la Materia, il Divino e il Terreno, ma anche l’eterna lotta tra il bene e il male, nonché gli opposti.

La scacchiera è formata da 64 caselle suddivise in 8 righe orizzontali e altrettante verticali che si alternano al bianco e al nero.

Al numero 8 è legato l’ottagono, la figura più importante della geometria sacra poiché unione del cerchio e del quadrato che a sua volta corrispondono allo Spirito e alla Materia, mentre in chiave cristiana il numero 8 è legato all’Immacolata Concezione e alla nascita della Madonna. Inoltre, 8 sono i sigilli della Nuova Alleanza, 8 furono le persone scampate al Diluvio Universale, 8 sono le beatitudini pronunciate da Cristo nel Vangelo di San Matteo.

Infine, il numero 8 richiama la forma ottagonale del fonte battesimale e il numero 8 nella sua forma richiama l’idea di eternità e di un nodo, simbolo di protezione.

Per tali motivi la scacchiera la troviamo solitamente apposta sulla facciata di una chiesa o, come in questo caso, all’ingresso.

Nulla di templare, ma sicuramente profonda conoscenza esoterica di chi ha realizzato questo pavimento musivo.

Proseguendo all’interno della Cattedrale di Otranto possiamo ammirare quel che resta di una serie di affreschi del XIII secolo che riproducevano immagini della Madonna e di Santi.

Gli affreschi furono distrutti nel 1480 quando i Turchi penetrarono all’interno della cattedrale uccidendo l’arcivescovo Stefano Pendinelli e molte altre persone.

La chiesa divenne una moschea e gli affreschi riproducenti immagini della cristianità furono distrutti.

Se ne salvarono solo alcuni che raffigurano la Madonna. Questo perché Maria, madre di Gesù, è venerata anche nel Corano ed è l’unica donna ad essere chiamata per nome ed appellata quale la “eletta e purificata, eletta tra tutte le donne dell’universo“. 

7 – 8 Immagini sopra e sotto; gli affreschi sopravvissuti alle distruzioni dei Turchi.

Nel Corano, Maria viene descritta come un modello di fede autentico e il suo nome appare ben trentaquattro volte, addirittura di più che nel Vangelo.

Gesù, invece, viene considerato un profeta.

In uno degli affreschi superstiti e in particolare in quello presente sulla sinistra dell’ingresso, è possibile vedere quel che è stato un tentativo di incidere l’antico simbolo del Fiore della Vita

9. Immagine sopra; il Fiore della Vita. 

 

Parliamo di un simbolo antichissimo presente in ogni civiltà e cultura dell’uomo sebbene con vari nomi.

Simbolo universale di geometria sacra, viene realizzato dall’unione sistemica di sette circonferenze, dalla cui intersezione si formano i sei petali.

Nella cultura giudaico-cristiana viene chiamato “sesto giorno della Genesi” poiché i sei petali rappresentano i sei giorni della creazione e il settimo, quello nel quale Dio si riposò, è dato dal cerchio all’interno del quale solitamente è inscritto. È un simbolo di armonia e perfezione della natura e del cosmo.

(Fine 1 parte)

(Marco Di Donato)

– Tutte le immagini sono state fornite dall’autore. 
10. Immagine in basso; Marco Di Donato all’interno della Cattedrale di Otranto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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