Inquietante performance a Sanremo.

 

Molti lettori del nostro sito www.ilpuntosulmistero.it ci hanno scritto in merito alla sconcertante e inquietante performance della soubrette Virginia Raffaele in Mondovisione sul palco di Sanremo. Molti hanno posto domande, ci hanno chiesto cosa ne pensassimo, ci hanno chiesto di prendere posizione, altri hanno espresso commenti buttandola in burletta. 

Personalmente riteniamo che l’inquietante spettacolo con l’agghiacciante quintuplice invocazione del nome del Maligno non sia una cosa da prendere troppo sul ridere. Noi riteniamo che ci siano dei valori non negoziabili e che, aldilà del fatto che si creda o no al Demonio,  invocate/evocare il Male NON sia mai una cosa positiva.

A questo proposito, e riservandoci un ulteriore nostro approfondimento  pubblichiamo qui di seguito il COMUNICATO STAMPA diffuso dall’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE ESORCISTI.

(LA REDAZIONE)

 

(Virginia Raffaele durante la performance di Sanremo)

 

Comunicato dell’Ufficio Stampa della
Segreteria italiana dell’Associazione Internazionale Esorcisti

Roma, 12 febbraio 2019

Che un palco come quello di Sanremo si trasformasse in un attimo, anche solo per pochi secondi, in un inquietante “pulpito” è cosa davvero degna del più esperto “prestigiatore”.
Fra “forme e luci”, in un gioco affascinante di “onde armoniche”, il pubblico assiste sereno e divertito al succedersi delle performance musicali. Improvvisamente, dal “golfo mistico posteriore” del palcoscenico, compare uno sfondo a scacchi dalle facciate rosse, nere e verdi dando inizio alla performance della bravissima Virginia Raffaele. Divertentissimo il suo sketch comico parodiando la canzone classica “Mamma” di Beniamino Gigli. Ma è solo un attimo, pochi secondi e quel palco, con quel gioco “armonico di luci e di colori diventa un “pulpito” da cui per ben 5 volte viene invocato il nome di Satana.
La Raffaele, imitando il testo della nota canzone come se fosse ascoltata da un vecchio disco che gira su un grammofono rotto, interrompe il testo e dopo alcune sillabe incomprensibili, senza nessuna sequenza logica delle stesse interruzioni, pronuncia distintamente e per ben 5 volte il nome di Satana. E facendo un macabro giro su se stessa, si ferma assumendo una inquietante posizione del corpo.
Perché tutto questo?
Il pubblico, e tra questi sicuramente molti fedeli cristiani, ha il diritto sapere.
La Segreteria italiana dell’Associazione Internazionale Esorcisti esprime grande rammarico in merito alla puntata sanremese nella quale il richiamo esplicito a Satana, attraverso gesti e parole, evidenzia l’immagine svilita di un intrattenimento grossolano, che scherza con il dolore delle vittime.

L’articolo di Don Aldo Buonaiuto della Comunità Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, il quale coordina il servizio nazionale Antisette e nella veste di esorcista, ribadisce proprio il concetto del disprezzo per la sofferenza. Il sacerdote fa, infatti, appello all’attrice Raffaele, al quale come Associazione ci uniamo, “perché chiarisca e spieghi il senso di questa sua esibizione apparentemente banale”.

Il messaggio inneggiante al demonio, minaccia reale del mondo moderno, mina il cuore della cristianità e le coscienze dei più giovani già intimidite dalle violenze esplicite presentate dai mass media e dalle nuove piattaforme interattive. L’esaltazione della figura distruttiva per antonomasia, rischia di amplificare le nuove forme di devianza sociale infondendo una profonda insicurezza rispetto ai valori tipici dell’Occidente.
Non si può essere spettatori ignari dell’esaltazione del male, o meglio di colui che ne è il rappresentante per eccellenza, il demonio, Satana. La modalità dell’evento sembra presupporre una subdola tecnica subliminale e manipolatoria. Far arrivare dei messaggi con un contenuto oggettivamente negativo a spettatori indifesi e ignari di quanto sta per essere fatto e detto è da deplorare in assoluto.
Pertanto, chiediamo come cristiani a Virginia Raffaele, ma ancor più, a coloro che hanno collaborato per la scenografia relativa alla performance di chiarire a tutti e in forma pubblica le ragioni di quanto detto e fatto.
Crediamo che non si possa con tanta superficialità usare nomi e “simboli” appartenenti alla cultura della morte e della menzogna senza che tutto ciò favorisca il loro diffondersi nella nostra società.

 

 

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