LA MAGIA DEL ROSENGARTEN (Alto Adige).


Tutto quello che è di questi luoghi non è leggenda anche se è di questo che si parla, ma è qui la Magia, qui è dove tutto è possibile.

Il Gruppo Dolomitico del Catinaccio raggiunge i 2.891 metri slm, nome probabilmente preso dai pastori ladini della Val di Fassa che chiamano “Cadinac”, “catino” la grande conca sul versante sud.
In tedesco si chiama “Rosengarten”, “Giardino delle Rose”, forse questo nome è più magico.
Che risponde agli echi della leggenda del Re Laurino, sovrano del popolo dei nani che su queste montagne aveva il suo giardino coperto di rose.
Non c’era alcun confine del Regno, se non un filo di seta, tirato dai Nani a protezione del territorio.
Finito nelle mani di guerrieri stranieri, al suo ritorno nel Regno, Laurino vedendo la rose del suo giardino, le maledì essendo state causa del tradimento.
Il Re pregò che non fiorissero più né di giorno, né di notte. Ma si dimenticò del Tramonto.
In cui, tutte, ancora oggi, fioriscono, dando al Catinaccio/Rosengarten quel colore rosa incredibile, “L’Enrosadira”.
Visione sublime che toglie il fiato.

Macreola.

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5 commenti:

  1. Non cercate sempre spiegazioni. Ma volate con la Fantasia. Io sono questa. Macreola

  2. Helena Niederkofler

    Grazie Macreola per aver evocato la magia del Rosengarten. Un luogo stupendo, fascinoso, romantik.
    Helena

  3. Dominic Gabrielli

    Bello e molto suggestivo. Fa trasparire un’aurea fiabesca e mitico-ancestrale. Le leggende e le tardizioni dell aree alpestri, in aprticolare quqlle Dolomitiche ladino-germaniche e, in misura minore veneto-italiane, sono il retaggio di culture e civiltà formatesi in quelle zone geografiche di cui la storia ha cancellato ogni traccia archeologica e storica. In pratica scavando nei racconti, nelle fiabe, si riesce ad intuire che è esistita una (o più) civiltà, piuttosto avanzate, che, in maniera approssimativa durante la cosiddetta Età del Bronzo, si sono sviluppate in mezzo alle Alpi.
    Le invasioni celtico-indoeuropee e poi romane, hanno cancellato queste culture. Ma leggende come quella di re Laurino, riproposta da Macreola (a proposito, ma il nome è stato scelto ad hoc in memoria di queste antiche popolazioni?) sono lì a testimonare quanto avvenuto millenni fa. Una nuova Alba per queste Civiltà dimenticate.
    dottor Dominic Gabrielli – Roma

  4. Concordo. Molto bello. Più che un mistero è una magia.
    Alberto.

  5. Ilenia Simoncelli

    Sintetica ma molto bella questa versione della leggenda. Poetica e romantica. Capace di trasmettere la magia e le emozioni del Rosengarten. Complimenti. Ma chi è Macreola? E’ davvero un nome proprio o un nome de plume? la curiosità è femmina….
    Salve a tutti. Ilenia Simo.

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