MISTERY TEAM INDAGA……….. BUFALE TEMPLARI !

MISTERY TEAM INDAGA………..

BUFALE TEMPLARI !

di Giancarlo Pavat

A volte ritornano. Non sono gli dei alieni del passato, oppure spiriti inquieti o, ancora, fantasmi ben più concreti e certamente più spaventosi come quelli di certe ideologie, fortunatamente sconfitte dalla Storia. Bensì alcuni studiosi e ricercatori (autodefinitisi tali) che con pervicacia continuano a voler veicolare vere e proprie bufale in merito alle vicende storiche ed ai misteri di un determinato territorio. Sarà una coincidenza, ma il territorio in questione è una amena vallata nota per la produzione di squisite mozzarelle prodotte con il latte delle bufale. Ma non vogliamo parlare di questi enormi e solo apparentemente mansueti animali, produttori di un vero e proprio oro bianco, bensì delle “bufale” metaforiche in riferimento ad una clamorosa scoperta che di tanto in tanto viene riproposta a vari siti internet.

Questa scoperta riguarderebbe il ritrovamento (varia a seconda del website) o di una iscrizione Templare con tanto di “Croce patente” oppure addirittura della pietra tombale di appartenente al celeberrimo e, sotto certi aspetti, ancora misterioso, Ordine monastico-cavalleresco.

1 panorama vallata (1) (nella foto di G. Pavat: Panorama della vallata del fiume Amaseno).

Chi mi conosce e ha letto i miei libri, sa che ormai da molto tempo mi sto occupando di verificare l’ipotesi (avanzata la prima volta quasi dieci anni fa) della presenza dell’Ordine del Tempio nella vallata del fiume Amaseno. Oggi al confine tra le province di Latina e di Frosinone, ma nel Medio Evo importante via di comunicazione tra la valle del Sacco (l’attuale Ciociaria) e l’Agro Pontino con il mare, con il porto di Terracina.

Ne ho diffusamente parlato nei miei due libri di maggior successo. “Valcento, Gli Ordini monastico-cavallereschi nel Lazio meridionale” del 2007 e “Nel segno di Valcento” del 2010, entrambi per i tipi delle Edizioni Belvedere di Latina.

Ebbene, nonostante capillari ed estese ricerche, sia d’archivio che sul campo, ad oggi sono emersi numerosi indizi che indicano una più che probabile presenza ma non prove che possano con certezza testimoniare l’effettivo insediamento dei Templari nella vallata. Quindi la ricerca è ancora in corso, portata avanti pure da altri ricercatori di vaglia. Seri e competenti e non facili preda di illusioni o cercatori di gloria mediatica a buon mercato.

Ovviamente tra costoro non rientrano coloro che, di tanto in tanto, ripropongono sul web la “bufala”. La loro costanza, se finalizzata a più nobili obiettivi, sarebbe anche encomiabile. Infatti continuano nel loro intento, con pervicacia, nonostante la millantata scoperta sia già stata abbondantemente confutata.

Templari e bufale - CiociariaOggi 10-06-2010 (L’articolo del quotidiano “Ciociaria Oggi” del 10 giugno 2010).

La prima notizia di questa “scoperta” era apparsa sul web nel 2010. Alcuni amici amasenesi mi segnalarono che un sito internet che si occupa di misteri aveva pubblicato la notizia del ritrovamento di una “iscrizione Templare”, inviata da uno dei cosiddetti “ricercatori locali” di cui sopra (tacciamo il nome per carità di Patria). Resomi conto di che cosa si trattava in realtà, scrissi un pezzo per il quotidiano frusinate “Ciociaria Oggi”, in cui smontavo pezzo per pezzo la sbandierata scoperta. L’articolo venne pubblicato, corredato da eloquenti foto, il 10 giugno 2010.

Inviai copia del quotidiano al sito in argomento, ed i curatori, prontamente tolsero dalla rete la “bufala”.

Sebbene nell’articolo non avessi citato il nome dello “scopritore”, questo mi tolse il saluto, ma non ammise mai di essersi sbagliato.

Tra l’altro è doveroso sottolineare che la vera e tragica storia della cosiddetta “Iscrizione Templare” è ben conosciuta nel paese di Amaseno (chiamato anticamente Castrum Sancti Laurenti). Quindi il “ricercatore” non avrebbe avuto alcuna difficoltà ad accertare la verità prima di sparare certe “bufale” sul web. 

Qualche anno dopo, se non ricordo male era il 2012, la “bufala” ricomparve su un blog di un frusinate appassionato di misteri. Lo contattai spiegando la situazione e la persona , dopo avermi spiegato di aver appreso la notizia sempre dal medesimo “ricercatore”, cancellò il pezzo.

Nonostante ciò, recentemente, ci è stata segnalata la riproposizione della “scoperta” che dovrebbe “far riscrivere i libri di storia locale”. Non è una battuta; abbiamo letto proprio così nell’articolo dell’erudito locale (non quello del 2010 e del 2012, ma un altro che dichiaratamente riprende la notizia della scoperta citando il suo disinvolto “collega”).

Ho contattato anche i curatori di quest’altro website (tra l’altro molto serio e ben fatto), i quali, convintisi di quanto da me illustrato, non ci hanno pensato due volte, anche questa volta, a rimuovere l’articolo.

Ma, a questo punto, dopo aver sentito gli amici del “Mistery Team”, si è pensato di scrivere un pezzo da inserire in rete, con tante belle ed inequivocabili fotografie scattate sul posto. Per mettere fine una volta per tutte alla vicenda.

Una vicenda che, comunque, visto che riguarda una persona deceduta di morte violenta, necessita in ogni caso del doveroso rispetto.

Ripercorriamo assieme la storia, sgonfiando ancora una volta (e si spera definitivamente) la clamorosa “ipotesi Templare”.

L’audace “scopritore” del 2010 (e i suoi eventuali “replicanti”) dichiarò di aver scoperto su una “altura propaggine dei Monti Ausoni” (testuale), a sud di Amaseno, un grossa pietra con scolpita una ”croce templare”.

Tralasciando il fatto che in araldica non esiste e non è mai esistita una “croce Templare” (come ho scritto e spiegato tantissime volte; i cavalieri Templari, nel corso dei due secoli della loro storia hanno utilizzato diverse tipologie di croci. La più usata è stata senz’altro la “croce patente”, ma che non si può definire assolutamente “croce Templare”), non c’è voluto molto per fare una verifica ed accorgersi che non si trattava comunque di un manufatto medievale.

1 Pietra con l'incisione 
(Nella foto di G. Pavat;   il masso con l’incisione)

Siamo infatti saliti sulla montagna per vedere di persona il masso con la croce. A farci da guida, all’epoca, l’amasenese Francesco Boccia, molto noto in paese e che conosce bene il proprio territorio.

Il masso venne rintracciato piuttosto facilmente, anche perché lo “scopritore” era stato prodigo di informazioni (di questo bisogna dare atto) su come raggiungerlo.

Si tratta di una grossa pietra di forma ovoidale, posto presso una strada rurale che sale in montagna sopra la località di Capodacqua, nel territorio comunale di Amaseno.

Il masso è una testimonianza di Pietà Cristiana che ricorda un fatto di sangue verificatosi proprio in quel punto negli anni ’30 del XX secolo (Altro che Medio Evo!!!).

3 Croce scolpita sul masso (Nella foto di G. Pavat: la croce scolpita sul maso).

La pietra reca appunto una “croce latina” su piedistallo scolpita a rilievo. Sotto di questa, pulendo un po’ la terra ed il fogliame accumulatosi nel corso degli anni (operazione evidentemente non fatta dallo “scopritore”) si leggono ancora alcune frasi, anch’esse scolpite in rilievo che, a guisa di epitaffio, spiegano in maniera sintetica ma inequivocabile che cosa avvenne lassù.

 4 Nome del milite ucciso

(Nella foto di G. Pavat: il nome del milite ucciso).

Si legge la parola “Amaseno” e a seguire “Al milite forestale Francesco Avalione – vittima del dovere”. Poi la data “9 agosto 1932” e il numero romano “X” seguito dalle lettere “E.F.”; che stanno per “Anno decimo dell’Era Fascista”.

5 Iniziali EF Era Fascista

(Nella foto di G. Pavat: le lettere EF: Era Fascista, scolpite sul masso).

Quindi non c’è alcun dubbio che la notizia della sensazionale scoperta non è altro che colossale inesattezza, per usare un eufemismo.

6 Iscrizione quasi completa

Una “bufala”, appunto.

Su diversi rilievi del Basso Lazio, soprattutto in provincia di Latina, sono state segnalate nel corso degli anni numerose incisioni. Quasi sempre croci. Alcune probabilmente risalgono per davvero al Medio Evo, diverse sono state fatte dai pastori. Come, probabilmente, quelle visibili in una cisterna medievale del borgo diruto di Acquaviva, sui Monti Ausoni tra Vallecorsa (FR) e Fondi (LT). Altre hanno a che fare con l’epoca del Brigantaggio, altre ancora (come, appunto, quella di cui stiamo parlando) sono ancora più recenti.

Nel corso degli ultimi anni, ricercatori (questi sì, seri e capaci, come l’amico Fabio Consolandi di Aprilia) hanno battuto diverse montagne per riportare alla luce queste antiche iscrizioni o incisioni. Che, in ogni caso, a qualunque epoca appartengano, costituiscono una importante testimonianza del Passato e di chi ci ha preceduto in questo territorio.

L’importante è non voler cercare lo scoop a tutti i costi. Quando si fa ricerca storica non si deve mai aver paura della Verità, come recita l’aforisma che fa incipit a questo website. E certamente non giova a quest’ultima, né alla conoscenza e valorizzazione del territorio, rifilare simili “panzane”, sia che abbiano o che non abbiano a che fare con i Templari.

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Un commento:

  1. Complimenti a Giancarlo per il bellissimo articolo. Purtroppo oggi è difficile parlare di Templari e misteri in maniera distaccata ed originale. Troppi “pseudo” ricercatori con ipotesi storicamente imprecisate ne hanno fatto diventare un fenomeno da baraccone.

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