Nella chiesa dei SS.Sebastiano e Rocco ad Acuto (FR) nel XVI secolo è stato realizzato un grande affresco raffigurante l’Arcangelo Michele, con addosso l’armatura romana, intento a trafiggere, con una lancia retta con la mano destra, il demonio sotto i suoi piedi. Con la mano sinistra, invece, regge una bilancia a due piatti. In pratica è intento nella “Psicostasia”, ovvero la “pesatura delle anime”.
Questo tema iconografico che non trova alcun riferimento nelle Sacre Scritture Vetero o Neotestamentarie. Bensì nella tradizione religiosa dell’Antico Egitto.
Nei dipinti parietali dei monumenti egizi, e nei papiri si vedono spesso alcune divinità, soprattutto Horus, il dio con la testa di falco, o Anubis, la divinità dei morti che ha la testa di sciacallo, impegnate, appunto, a pesare il cuore del faraone, o, in epoca più tarda, dei defunti in genere.
La tradizionale Psicostasia degli antichi Egizi. Anubis sovrintende alla pesatura del cuore (sul piatto sinistro della bilancia; assomiglia a un vaso perché i due oggetti sono resi da un medesimo geroglifico). Sul piatto destro della bilancia c’è la piuma “Maat” che significa “Giustizia”, “Rettitudine”. All’estrema destra Thot, il dio della Saggezza e Conoscenza con la testa di Ibis, annota l’esito della Psicostasia. Sotto la bilancia compare l’essere teratomorfo Ammit, formato da parti di coccodrillo, leone ed ippopotamo, pronto a ghermire il cuore del defunto se il Giudizio sarà negativo).