RISOLTO L’ENIGMA DEL CRITTOGRAMMA DELLO SHEPERD’S MONUMENT? di Ferdinando De Rosa

RISOLTO L’ENIGMA DEL CRITTOGRAMMA DELLO SHEPERD’S MONUMENT?

di Ferdinando De Rosa

 Il 1 agosto del 2012, pubblicammo su questo sito un mio articolo avente come argomento “L’enigmatico crittogramma del Sheperd’s Monument (UK)”. Si tratta di un acrostico inciso sulla pietra del cosiddetto “Sheperd’s Monument” (manufatto del XVIII secolo visibile all’interno della Tenuta di Shugborough Hall nello Staffordshire in Inghilterra) su cui, da secoli, vanno scervellandosi le migliori menti matematiche (e non solo) di mezzo mondo. Solo per citare qualche nome, possiamo fare quelli di Charles Dickens e Charles Darwin.

A rendere ancora più nebbioso il mistero concorre pure la circostanza che sullo “Sheperd’s Monument”, proprio sopra la lastra con l’iscrizione, è presente una lapide marmorea, (probabile opera dello scultore Peter Scheemakers) che riproduce (ma in maniera speculare e con qualche particolare diverso) il famoso quadro “Pastori in Arcadia” del 1640 di Nicolas Poussin. Su questo quadro, e sull’altra versione del 1627 conservata a Chatsworth House, e sull’opera simile “Et in Arcadia Ego” (1618-1622) del Guercino (esposta a Roma alla Galleria Borghese), si sono versati i proverbiali fiumi d’inchiostro e, quindi, non è il caso di ritornarci sopra in questa sede.

Come spesso accade quando ci si trova di fronte a frasi o crittogrammi del genere, sono sorte le ipotesi più disparate. Da testamenti degli onnipresenti Templari (nonostante lo “Sheperd’s Monument” sia successivo di almeno 500 anni alla fine dell’Ordine del Tempio), a arguti indovinelli di burloni Made in England, a segreti alchemici o massonici, persino messaggi da Civiltà aliene.

Ora, un nostro lettore, che speriamo diventi anche nostro assiduo collaboratore, Ferdinando De Rosa, potrebbe aver trovato la soluzione dell’enigmatico Crittogramma. Soluzione che, a nostro modesto parere, sembra molto plausibile. Lasciamo al nostro pubblico il giudizio finale, ricordando il principio del cosiddetto “Rasoio di Occam”. “Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora” (ovvero “è futile fare con più mezzi ciò che si può fare con meno”) sentenziava nel il filosofo e frate francescano Guglielmo (appunto) di Occam. Vissuto tra il 1288 e il 1347. In pratica molto spesso la soluzione è più semplice e ovvia di quello che si possa immaginare e senza che siano necessari chissà quali voli pindarici della fantasia.

(Giancarlo Pavat)

Immagine di apertura: lo “Sheperd’s Monument” del XVIII secolo visibile all’interno della Tenuta di Shugborough Hall nello Staffordshire in Inghilterra.

 

TROVATA LA SOLUZIONE DELL’ENIGMATICO CRITTOGRAMMA DELLO SHEPERD’S MONUMENT?

L’IPOTESI DI DECRITTAZIONE DI FERDINANDO DE ROSA

 

D OUOSVAVV M

 

La scritta è stata variamente interpretata, ma con molta fantasia e poca capacità di convinzione, anche da alcuni studiosi dei Servizi Segreti esperti nell’interpretazione dei messaggi in codice.

Alla luce della spiegazione data nel precedente articolo sul dipinto del Guercino, credo che si possa fare un’ipotesi molto ragionevole:

Le lettere sono certamente le iniziali di parole, la punteggiatura che segue ogni lettera fa infatti pensare ad un’abbreviazione, inoltre con altrettanta sicurezza posso immaginare che si tratti di parole in lingua latina e non inglese.

Inoltre appare facilmente logico pensare che l’argomento debba riferirsi al defunto e al tema della morte.

Posso dare la mia interpretazione delle parole che lo scultore ha voluto rappresentare, che mi sembrano molto in accordo con le argomentazioni esposte.

 

O U O S V A V V

ORIERIS – Risogerai

ULTRA – nell’Aldilà

ORIERIS – Risorgerai

SALVUS – Salvo

VERE – in Verità

AD – Alla (verso la)

VERAM – Vera

VITAM  – Vita

 

Inoltre le ulteriori lettere D ed M sono molto familiari ed appaiono in tutte le antiche lastre sepolcrali pagane ed indicavano l’invocazione agli dei mani, cioè le divinità dei propri antenati (DIS MANIBUS).

Credo che si possa dire che l’autore del Shepherd’s Monument non sia stato un Cristiano, in questo caso avrebbe scritto DOM (Dominus), ma probabilmente un Fratello Massone che ha inteso richiamare la tradizione più antica.

I Cristiani infatti, quando riutilizzavano i manufatti pagani per la sepoltura di un credente, aggiungevano la lettera O in modo che DM diventasse DOM.

(Ferdinando de Rosa)

 

2. Immagine sopra: L’enigmatico crittogramma del “Sheperd’s Monument” in Inghilterra

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