Immagine di apertura; Ceccano. Lo stemma comunale SBAGLIATO realizzato sull’asfalto di piazza XXV Luglio.
Qualche giorno fa abbiamo avuto modo di leggere sul blog del professor Pietro Alviti un intervento dell’architetto Vincenzo Angeletti nel quale, rivolgendosi alla nuova amministrazione ceccanese, segnala “gravi errori inseriti nello Statuto del Comune, modificato e approvato con delibera di C.C.n.20 del 20/09/2011, all’art. 4. In tale articolo si descrive, in modo sgrammaticato lo stemma cittadino, emblema che rappresenta la città, simbolo distintivo che la identifica, possiamo dire il suo biglietto da visita”.
In pratica l’architetto Angeletti ha rivolto al nuovo sindaco ceccanese dottor Andrea Querqui un invito affinché riveda lo Statuto Comunale correggendo alcune imprecise indicazioni relative in particolar modo allo stemma cittadino.
A seguire, sempre sul blog del professor Alviti, e sempre a proposito dello stemma comunale, è intervenuto anche l’ex assessore alla cultura Stefano Gizzi.
2. sopra; l’attuale stemma comunale di Ceccano (dal sito ufficiale del Comune).
Gizzi, salelito in Cattedra da parte suo, ha sciorinato una lezioncina sullo stemma. Riportando informazioni che noi e i nostri Lettori già conoscevamo grazie all’articolo pubblicato sul nostro sito IlPuntosulMistero il 14 dicembre 2021,
“Il cardinale Annibaldo de Ceccano (1280-1350), può senza tema di smentita essere considerato l’ultimo membro dell’antica schiatta comitale ceccanese ad aver avuto un ruolo importante a livello (si direbbe oggi) internazionale. […] Annibaldo era figlio di Berardo II (morto nel 1321) e di Perna Caetani Stefaneschi, sorella del cardinale Jacopo Caetani degli Stefaneschi (1270-1343), e della madre di un altro cardinale; Francesco Tibaldeschi.
Quindi era nipote del famoso e potente cardinale Stefaneschi, committente del celeberrimo “Polittico Stefaneschi” dipinto da Giotto ed oggi esposto ai Musei Vaticani.
Annibaldo, per ricordare le nobili famiglie dei propri genitori (e per onorare il potente zio cardinale), adottò un blasone “partito”. Con questo termine si indica uno scudo (e ovviamente anche un vessillo) diviso per metà da una linea verticale passante per il centro.
3. Immagine sopra; il blasone del cardinale Annibaldo IV de’ Ceccano affrescato all’interno del suo palazzo ad Avignone in Francia (Archivio IlPuntosulMistero).
Nel caso di Annibaldo, nel I° partito (quello a sx per chi osserva lo scudo) compare l’aquila ceccanese uscente dalla partizione e, nel II° partito, l’esatta metà del blasone degli Stefaneschi (che era, ovviamente, pure quello del potente zio cardinale). Secondo il linguaggio araldico il blasone degli Stefaneschi va descritto in questa maniera:
Fasciato di rosso e d’argento. Le fasce d’argento caricate di 6 “Crescenti” di rosso disposti 3, 2 e 1.
In araldica con il termine “Crescente” si indica il quarto di luna.
Quando le “corna lunari” sono rivolte verso l’alto (come nel caso del blasone degli Stefaneschi e del cardinale Annibaldo), il “Crescente” viene chiamato “Montante”. Invece se le avesse verso il lato destro sarebbe “Voltato”, se verso il basso, “Rovesciato” ed, infine, se verso il lato sinistro: “Rivoltato”.”
spiega Giancarlo Pavat nel suo articolo “I segreti del cardinale Annibaldo del’ Ceccano. L’enigma del blasone” pubblicato, appunto, il 14 dicembre 2021 su IlPuntosulMistero.
Più o meno quello che, poco meno di quattro anni dopo ha scritto appunto l’ex assessore Gizzi.
Ci si permetta però di sottolineare come nell’intervento pubblicato sul Blog del professor Alviti, Gizzi mostri di conoscere poco i principi dell’araldica laddove scrive;
“Lo Stemma Stefaneschi reca sei bande alternate, con disegnate nella seconda Banda tre “mezze lune”, nella quarta due “mezze lune”, e nella sesta una “mezza luna”. Mezze lune tutte “montanti”, cioè con le punte rivolte verso l’alto“.
Abbiamo letto bene? Parla di “mezzalune”?
“I manuali di Araldica spiegano che il termine “Crescente” è preferito a quello di “Mezzaluna”, per prima cosa perché ricorderebbe troppo l’Islam ma soprattutto perché nel linguaggio figurato è un auspicio all’accrescimento delle fortune della famiglia che lo reca nel proprio stemma”.
Errore perdonabile, vero?!
Se non altro non abbiamo riletto la “perla” detta durante un convegno tenutosi nel 2021 nel Castello comitale dei de’ Ceccano. Un relatore, di cui omettiamo il nome per carità di Patria, spiegò che i Crescenti (in realtà anche costui le definì “mezzelune”) stavano ad indicare che gli appartenenti alla Famiglia di quel blasone, avevano partecipato alle “Crociate”!!!!
Ma non è tutto!
Tornando all’intervento pubblicato sul blog e leggendo quanto scrive l’avvocato Gizzi, viene da chiedersi perché non abbia provveduto lui stesso ad apportare le modifiche di cui parla l’architetto Angeletti e su cui si dice concorde. Dopotutto ha fatto l’assessore alla cultura per quasi due mandati. Evidentemente era in altre faccende affaccendato.
Perdonabile anche ciò….che ne dite?
Ma non è ancora finita.
Viene infine da chiedersi, visto che sembra esse cosi esperto dello stemma dei Conti de’ Ceccano, di quello del cardinale Annibaldo IV e di quello comunale, come mai, nel 2021, da assessore alla cultura, sull’asfalto di piazza XXV luglio, oltre al famigerato “piccione” fece realizzare un stemma cittadino completamente sbagliato?
Non ci credete?
Nell’articolo “Dove osano i piccioni. Ovvero come umiliare un millenario e nobile simbolo“, pubblicato su questo nostro sito in data 17 dicembre 2021, Giancarlo Pavat, oltre a parlare del “piccione” (povera aquila ceccanese!), ha dimostrato come pure la versione dello stemma di Annibaldo IV, piazzata sull’asfalto di piazza XXV Luglio, sia errata.
Invitiamo ad andare a leggere (o rileggere) quell’articolo di quasi quattro anni fa.
Ma torniamo al terzo stemma fatto realizzare dall’allora assessore Gizzi. Quello appunto riproducente lo stemma cittadino che abbiamo detto essere completamente sbagliato.
Non ci credete?
Potete controllare personalmente, purtroppo il blasone “fake” sta ancora lì.
4. Immagine sopra; Avignone. Palazzo del Cardinale Annibaldo IV di Ceccano. Pannello informatico con gli stemmi del Cardinale Annibaldo IV e della Famigla della madre, Perna Caetani Stefaneschi (Archivio IlPuntosulMistero).
Guardate su quali bande stanno i “Crescenti montanti”….
…nello stemma in piazza XXV luglio stanno su quelle di colioe rosso.
5. Immagine sopra; Lo stemma comunale SBAGLIATO realizzato nel 2021 sull’asfalto di piazza XXV Luglio.
Mentre, come confermato anche dalla “cartolina artistica, pubblicata in migliaia di copie, andò a ruba” (come scrive Gizzi sul blog del professor Alviti) DOVREBBE STARE SU QUELLE DI COLORE BLEU.
6. Immagine sopra: lo stemma di Ceccano CORRETTO sulla “cartolina artistica, pubblicata in migliaia di copie,
C’è da sperare che la nuova amministrazione guidata dal dottor Querqui lo faccia rimuovere. Parimenti alla disneylandiana “spada nella roccia”, piazzata in una sala del Castello comitale, e su cui preferiamo (per ora) stendere un velo pietoso.
(La Redazione)
7. Immagine dopra; Gli stemmi che il Cardinale Annibaldo IV de’ Ceccano fece affrescare sulle pareti delle sfarzose sale del proprio Palazzo di Avignone in Francia. Oltre al blasone dello zio materno il potente cardinale Jacopo Stefaneschi (al centro), si riconoscono quello della stirpe dei de’ Ceccano (a sx) e quello dello stesso Cardinale (Frame di un documentario su Avignone. Archivio IlPuntosulMistero).