Immagine di apertura; Il borgo fantasma di Anagni (FR); borgo Fusano.
Fusano, il borgo fantasma di Anagni
di Guglielmo Viti
Anagni, si sa, è sempre stata una città straordinaria, legata da sempre al mondo del divino, del soprannaturale, del sacro ma, anche, del misterioso.
Quindi non poteva non esistere un borgo fantasma, un borgo che racconta una lunga storia ma che oggi è scomparso : il borgo Fusano.
La nostra storia comincia lontano, il primo documento che mi è capitato di consultare risale al 1080, stiamo sotto il pontificato di papa Gregorio VII ed un certo Amato figlio di Berosergio vende ai fratelli una porzione d’una casa, d’una vigna e di un fondo ereditarii “in contrada Celleri (Cerere) e Foiano”.
La contrada Foiano ad Anagni non esiste ma è abbastanza frequente trovare nei manoscritti medioevali che la lettera U viene rappresentata con la O, e la lettera i al posto della s.
2. Immagine sopra; l’area in cui si trovava il borgo fantasma di Fusano.
Quindi avremo il primo documento che ci parla del borgo di Fusano anche se numerosi reperti archeologici trovati in zona e poi dispersi che fanno ritenere che il sito fosse già abitato in tempi ancora più remoti.
La storia di questo borgo è strettamente legata alla storia della chiesa di San Lorenzo, unico testimone ancora esistente, anche se in pessime condizioni, del borgo fantasma.
Nel 1280 la parrocchia di San Lorenzo al Fusano viene citata come delimitata da tutte le case della contrada “fuori la posterula (tufoli?) ⁿche era vicino alla stessa chiesa parrocchiale”.
Con papa Bonifacio VIII viene donata ai monaci del convento di San Giorgio una casa sulla piazza della nostra contrada “in plaja de Fusano”.
Intorno al 1339 il Comune con il suo Podestà raduna 522 cittadini per definire alcune norme contro lo strapotere della famiglia Caetani e fra questi convenuti compaiono, in evidenza, quelli di San Lorenzo al Fusano.
In quell’anno si evidenzia che questo borgo era allora assai popolato e si fanno i nomi di alcuni abitanti chiamati a far parte del consiglio comunale : Mattia Guerra, Bello de Rossi, Andrea Bonetti, Leonardo di Mattia, Nicola di Giacomo, Nicola Federici, Nicola Roberti, Nicola Calenne, Nicola Rubens, Giacomo Scotto, Bello Mainardi.
Questi sono nomi di persone che con le loro famiglie avevano nel borgo una casa, un orto, strade, fontane ecc.. oggi tutto scomparso.
Con l’assedio degli spagnoli del Duca d’Alba e di Marcantonio Colonna Anagni fu saccheggiata, moltissime furono le vittime e innumerevoli gli edifici distrutti e “pur anco devastati i vari sobborghi e le fiorenti contrade …di San Lorenzo al Fusano”.
A seguito di queste distruzioni il papa Pio IV decise di far ricostruire la cinta muraria e per questo fece venire in Anagni Torquato Conti, capitano generale, Gabrio Serbelloni, ispettore generale e l’architetto Giovanni Antonio Dosi per dare il via ai lavori.
Cominciarono le demolizioni delle mura di cinta ancora in piedi ma pericolanti che andavano da Porta Tufoli alla Porta degli Idoli (oggi Santa Maria) che, per chi conosce Anagni, è proprio il tratto sovrastante il borgo Fusano.
3. Immagine sopra; particolare dell’area in cui si trovava il borgo fantasma di Fusano.
“Quindi vennero demoliti i fabbricati che esustevano in quella zona e le diverse fabbriche costruite già presso la Cattedrale del vescovo S. Pietro (case del XII secolo), le quali erano in buona parte tutte in rovina stante la lunga dimora di milizie ivi stanziate ora a difesa ora ad offesa della città. Cadde in gran parte la vecchia canonica ed il palazzo episcopale, venne gittata a terra anche buona parte del palazzo dei signori Conti fabbricato da Gregorio IX, furono atterrate la NON POCHE CASE del borgo Fusano.”
Queste demolizioni servivano a recuperare materiale per le nuove costruzioni, ma si andò oltre distruggendo anche un patrimonio monumentale importante: demolite le case presso San Giorgio e presso il colle San Matteo, chiuse le Porte di San Nicola, del Rio, di Sant’Ascenzo, di San Remigio e furono distrutte le chiese di Sant’Ascenzo, San Nicola, San Remigio, San Domenico al colle Cerere, Santo Stefano al colle Mammolo, Santa Cristina.
Fu demolita anche la casa dove morì nel 490 Sant’Oliva. Tutto raso al suolo con un incalcolabile danno storico evidente.
4. Immagine sopra; altro particolare dell’area in cui si trovava il borgo fantasma di Fusano.
Ma non è bastata la furia demolitrice dell’uomo, ci si è messa anche la natura con una frana nel 1699 “traendo seco in rovina molte delle adiacenti case e tutto l’antico fabbricato posteriore diruto e abbandonato, ove erano le stalle papali (leggi le scuderie di Bonifacio VIII)”.
Allora dagli inizi del 1700 il borgo scompare del tutto ed oggi resta la chiesa di San Lorenzo a guardia del cimitero comunale ma, anche, del borgo fantasma.
Il borgo Fusano, però, ebbe una funzione ed una importanza storico-architettonica che possiamo, in attesa di indagini sul posto, solo immaginare partendo da alcune informazioni dello storico P. Zappasodi, di cui ho riportato alcuni brani nel virgolettato.
Probabilmente una parte consistente del borgo era occupata fin dai tempi di Bonifacio VIII da alloggi per la corte del Papa, “Oltre ai nobili baroni ed al numeroso clero, la città conteneva una forte coorte di milites cavalleria (non a caso si parla di scuderie papali) a cui era a capo il contestabile ed un bel considerevole numero di popolari pedites fanteria…infinita la turba dei contadini la quale insieme ai vassalli dé baroni e delle varie chiese popolava e coltivava i numerosi borghi…questi borghi o castello ampiamente abitati..erano…del Fusano”.
5. Immagine sopra; pochi resti di strutture in pietra che, probabilmente, sono ciò che rimane del borgo fantasma di Fusano.
La corte papale era un vero e proprio esercito composto, come scritto, da numerosissimi elementi e, credo, che gran parte alloggiasse proprio nel borgo Fusano tanto che si addebita lo stato fatiscente dei fabbricati prima della distruzione degli spagnoli alla “lunga dimora di milizie ivi stanziate ora a difesa (penso all’assedio spagnolo) ora ad offesa (penso all’assalto di Guglielmo di Nogaret e di Sciarra Colonna) della città” .
6. Immagine sopra; Un imponente muro appartenuto al borgo fantasma.
7. Immagine in basso; alte finestre incorniciate da raffinati imbotti sono una ulteriore testimonianza del borgo scomparso. Forse sono addirittura strutture pertinenti le scuderie del vero palazzo dI Bonifacio VIII.
Di questo borgo fantasma oggi restano solo pochi ruderi come un imponente muro con alte finestre incorniciate da raffinati imbotti che, vista l’antichità ed il sito, ritengo possano essere quello che resta delle scuderie di Bonifacio VIII.
8. Immagine sopra; il leone in pietra arenaria recentemente scoperto.

9. lmmagine sopra; Bari. Porta dei Leoni della Basilica di San Nicola. Tipico leone stiloforo romanico in lotta con un drago – (foto G Pavat 2017)
10. Immagine sopra;le sostruzioni medievali visibili dalla circonvallazione sono ciò che rimane del vero Palazzo di Bonifacio VIII (Foto G. Pavat).
Sopra una mensola fa bella mostra di se un magnifico leone in arenaria del tipo classico romanico a conferma dell’epoca di costruzione e la chiesa semi abbandonata di San Lorenzo.
11. Immagine in basso; la chiesa semi abbandonata di San Lorenzo ad Anagni.
Tutto il resto è sepolto, in un ideale proseguimento del cimitero, in attesa di risorgere, attraverso campagne di scavo, come testimonianza della nostra storia, la storia di quando Anagni con i suoi 50.000 abitanti “…superava Roma…”.
(Guglielmo Viti)
– Se non altrimenti specificato, le immagini sono state fornite dall’autore.
12. Immagine in basso; l’area del borgo scomparso. Si notano le sostruzioni medievale del vero Palazzo di Bonifacio VIII