Il “Vero Volto di Cristo!” di Roberto Volterri

Immagine di apertura; “Potremmo essere di fronte a una delle primissime immagini di Gesù Cristo…” ha affermato l’archeologo Josep Padrò dopo l’eccezionale scoperta nella città egiziana di Ossirinco. Questa potrebbe essere la più antica raffigurazione del Salvatore…

  

È il vero e più antico volto di Gesù il Cristo?

 

di Roberto Volterri

 

 Qui non ha loco il Santo Volto

(Dante, Inferno, XXI, v. 48)

 

 

Un Uomo chiamato Gesù due millenni or sono nacque, visse, soffrì e morì in Terra Santa per la Redenzione del genere umano.

Di quell’Uomo chiamato Gesù non si conoscono con certezza né i tratti somatici, né il colore dei capelli, né quanto fosse alto, insomma, l’Uomo che ha lasciato indelebile traccia nella storia del mondo appare agli occhi di oltre un miliardo di persone quasi “sconosciuto” dal punto di vista della sua fisicità.

Mentre è conosciutissimo il “Messaggio” da Lui lasciato, anche se non è sempre rispettato…

Appare quindi più che interessante la recente scoperta effettuata da un’equipe di archeologi spagnoli in Egitto, nell’antica città di Ossirinco,  a poco meno di duecento chilometri da Il Cairo.

 

 

2. Immagine soora; il ritratto dipinto sulle pareti di una grande struttura ipogea di Ossirinco. Forse la prima raffigurazione di Gesù Cristo.

 

 

3. Immagine soira; l’archeologo Josep Padrò.  

 

“… Le pareti sono coperte da cinque o sei strati di pittura, la più antica delle quali corrisponde al periodo dei primi cristiani copti…” ha spiegato l’archeologo Josep Padrò, direttore degli scavi e membro della Società Catalana di Egittologia facente capo all’Università di Barcellona, commentando la scoperta di un’antichissima tomba con scritte e raffigurazioni di ritratti dipinti sulle pareti di una grande struttura ipogea.

 

“… Potremmo essere di fronte a una delle primissime immagini di Gesù Cristo…”, ha aggiunto il dottor Padrò, confermando che ci si trova di fronte a “… una scoperta eccezionale…”.

 

Scoperta che sembra sia veramente di rilevante portata poiché la tomba ipogea appare come essere appartenuta ad una famiglia sacerdotale, ma soprattutto perché una delle raffigurazioni risalente ai primi decenni del Cristianesimo mostra un uomo in giovanile età, con capelli corti e ricci e la mano destra alzata in segno di benedizione…

Le entusiastiche parole del dottor Padrò troverebbero ragionevole avallo poiché la Chiesa d’Egitto è stata una delle più antiche Chiese cristiane, forse fondata addirittura dall’evangelista Marco nella prima metà del I secolo d.C., mentre, prima di questa scoperta, la più antica raffigurazione di Gesù risaliva all’anno 235, rinvenuta nel 2011 in Siria, con Gesù che sembra camminare sulle acque…

 

 

 

4. Immagine soora; Prima di quella di Ossirinco era questa la più antica raffigurazione di Gesù. Visibile in basso a destra, mentre cammina sulle acque.

5. Immagine sopra; Un Gesù con la barba raffigurato nel IV secolo nelle Catacombe di Commodilla, a Roma.

A parte le antichissime raffigurazioni fin qui illustrate, quel che potrebbe apparire strano è il fatto che in nessuno dei Vangeli Canonici venga descritto dettagliatamente l’aspetto fisico di Gesù, anche se fin dai primi tempi del Cristianesimo sono apparsi modelli iconografici che tendono a raffigurarlo sia sul modello del cosiddetto Cristo Alessandrino”, con un Gesù giovane e senza barba, sia sul modello del Cristo Siriaco”, con barba e capelli lungi, un po’ simile, se vogliamo, al modello iconografico degli imperatori bizantini.

Più correttamente, esiste anche la cosiddetta Lettera di Publio Lentulo, ovvero la “Epistula Lentuli ad Romanos de Christo Jesu”, scritta verosimilmente in greco ma pervenuta a noi nella lingua latina, compilata in epoca medievale da un quattrocentesco umanista il quale si ispira al cosiddetto Testimonim Flavianum. passo contenuto nelle Antichità giudaiche dello storico ebreo Flavio Giuseppe, lettera in cui Publio Lentulo governatore della Giudea e predecessore di Ponzio Pilato descrive Gesù dal punto di vista della Sua fisicità…

 

  

 

6. Immagine sopra; La consueta immagine del “Cristo Pantocratore”  tipica dell’arte bizantina, in atteggiamento maestoso e severo, seduto su un trono, nell’atto di benedire con le tre dita della mano destra.

 

L’antica figura del Cristo Buon Pastore

 

“Le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome
e le conduce fuori. Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va davanti a
loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce”

 

Così si esprime l’Evangelista Giovanni (10, 3-4) descrivendo l’antica figura di Gesù “Buon Pastore”, con i capelli corti, senza barba, con una tunica senza maniche e una sorta di borsa a tracolla e un agnello sulle spalle.

 

 

7. Immagine sopra; “Le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome
e le conduce fuori.”, È l’antica raffigurazione di Gesù Buon Pastore.

 

8. Immagine sopra; Il Buon Pastore nel Mosaico pavimentale del Patriarca Teodoro (IV secolo d.C.) nella Basilica di Popone ad Aquileia.

 

Esiste infine un’inconsueta raffigurazione del I secolo d.C. da qualcuno ritenuta “blasfema”. Si tratta del cosiddetto Cristo onocefalo”, cioè con la testa d’’asino, ispirato ad un graffito scoperto nel 1857 su un muro del Collegio dei paggi imperiali, successivamente conservato nel Museo Nazionale delle Terme, a Roma.

 

Raffigurazione che ha meritato anche un componimento poetico di Giovanni Pascoli, il “Paedagogium”, scritto nel 1904.

 

8-9. Immagini sopra oora; Due inconsuete raffigurazioni del Cristo. In alto; il graffito del “Cristo onocefalo” sul Colle Palatino, a Roma. In basso, quello che è forse un amuleto datato tra II e III secolo, in cui Gesù sembra raffigurato completamente nudo.

 

Capelli lunghi, capelli corti?

“…Quando un uomo o una donna farà un voto speciale, il voto di nazireato, per consacrarsi al Signore (…) Per tutto il tempo del suo voto di nazireato il rasoio non passerà sul suo capo; finché non siano compiuti i giorni per i quali si è consacrato al Signore, sarà santo; si lascerà crescere la capigliatura.” 

(Numeri 1-5)

 

Gesù aveva i capelli corti come indicherebbe la raffigurazione di Ossirinco? Oppure aveva i capelli lunghi come in gran parte delle successive immagini dipinte e come suggerisce la Bibbia in Numeri 1-5? Aveva o non aveva la barba?

 

Simili dettagli rivestono un certo interesse soltanto dal punto di vista prettamente storico e non di certo teologico, ma anche su questi si è concentrata la ricerca di chi è interessato a fornire un’immagine il più possibile completa del Divin Maestro.

Inoltre, in base ad un passo della Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo (11, 7-16) a quei tempi sarebbe apparso “indecoroso” lasciarsi crescere i capelli. Ma forse solo oltre una certa misura…

A tale osservazione alcuni studiosi aggiungono che poiché Giuda, nell’Orto degli Ulivi, baciò Gesù affinché fosse riconosciuto dalle guardie romane, sarebbe plausibile pensare che il suo aspetto non fosse molto diverso da quello degli altri Apostoli.

Ma a tutto ciò si potrebbe obiettare che

Non taglierete in tondo i capelli ai lati del capo, né spunterai gli orli della tua barba”,

come suggerisce la Bibbia nel Levitico 19-27.

 

10. Immagine sopra, Era forse questo il vero aspetto di Gesù il Cristo secondo la (fantasiosa) ricostruzione effettuata dalla BBC?

 

E allora la ricerca del vero volto, della vera immagine del Divin Maestro diventa sempre più difficoltosa e forse ben poco aggiungerebbe all’immagine mentale che ciascun fedele si è fatto di Lui…

 

(Roberto Volterri)

 

Le immagini sono state fornite dall’autore.

 

 

I LIBRI DI ROBERTO VOLTERRI

 

 

 

Quanto c’è di oggettivo nelle percezioni di alcuni sensitivi nei casi di Psicoscopia d’ambiente o negli esperimenti di Psicometria con un oggetto che sembra rivelare ad essi il suo vissuto, il suo passato e quello di cose o persone che con esso sono venute direttamente a contatto? Domanda, questa, alla quale è estremamente arduo dare risposta ma sulla quale sarebbe bene, ove possibile, passare alla fase sperimentale, alle indagini «sul campo» per confrontare ciò che si sa su una certa fenomenologia, con ciò che si apprende toccando con mano la realtà, passando dalla lettura di un libro sull’argomento alla esplorazione di un sito archeologico di una delle tante «città del silenzio» di cui abbonda il nostro Bel Paese. Questo libro vi introdurrà in un mondo del tutto nuovo e in gran parte inesplorato, alla ricerca di ciò che forse c’è ma è… invisibile.

 

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