Storia dimenticata. Orazio Stefanucci, da Anagni, l’ultimo dei Gesuiti… di Guglielmo Viti

Immagine di apertura; il simbolo dei Gesuiti: un sole raggiante e fiammeggiante con al centro il Trigramma Cristico; le lettere IHS. La lettera H è sormontata da una croce patente fichè (ovvero con la punta inferiore aguzza). Sotto si trovano i tre chiodi della Crocifissione, posti in banda, in palo e in sbarra e ordinati in fascia.

STORIA DIMENTICATA

Orazio Stefanucci, da Anagni, l’ultimo dei Gesuiti…

di Guglielmo Viti

Ho raccontato in un precedente articolo la vita di Taddeo Pernei che ad Anagni osò sfidare i nobili al potere denunciandone la corruzione, in un’epoca in cui opporsi al potere significava la morte.

Da Anagni, nello stesso periodo, un altro personaggio faceva sentire la sua voce contro la corruzione della Chiesa, un gigante della teologia, un gesuita, l’ultimo, che fece tremare il soglio pontificio: Orazio Stefanucci.

Orazio Stefanucci nasce ad Anagni il 10 ottobre 1706 dal nobile Marco Antonio nel palazzo di famiglia lungo il Corso Vittorio Emanuele II.

2. Immagine sopra; Blasone della famiglia Stefanucci di Anagni.

3. Immagine sopra; il Palazzo della famiglia Stefanucci in Corso Vittorio Emanuele II ad Anagni (FR).

A 19 anni entra nella Compagnia dell’Ordine di Gesù (i Gesuiti) e per 25 anni insegna diritto canonico presso l’Istituto Germanico a Roma e fu amico e teologo del potente cardinale Giovanni Francesco Albani.

4. Immagine sopra; Giovanni Domenico Porta, ritratto di papa Clemente XIV (1770 circa); olio su tela, 70×58 cm, Museo della città di Acquapendente (VT)

Il 21 luglio1773 Papa Clemente XIV ordina la soppressione della Compagnia di Gesù dopo essere stato “sollecitato” da numerose corti europee soprattutto Portogallo e Spagna, patria del fondatore Sant’Ignazio da Loyola.

5. Immagine sopra; Sant’Ignazio da Loyola

Questa decisa presa di posizione contro i Gesuiti era nata da diverso tempo in Europa a causa del potere che questa congregazione aveva oramai consolidato nel mondo. Un potere politico e religioso che vedeva nel rappresentante dell’ordine un personaggio che era divenuto pari al Pontefice tanto da essere definito il “Papa Nero”.

Ciò che però accelerò la persecuzione fu la decisa presa di posizione di alcuni teologi gesuiti contro i domenicani, rei, a loro avviso, durante l’Inquisizione, “di episodi di imprudenza e faziosità, che avevano avuto come risultato il discredito della Santa Sede e delle stesse congregazioni del Sant’Uffizio e dell’Indice”. Accusavano il Papa “che fosse stato un grave errore l’aver affidato l’Inquisizione a un Ordine religioso: ciò aveva provocato la crescita di potere dell’Ordine domenicano a scapito degli altri Ordini regolari” (G. Pignatelli).

A seguito dell’ordine di Clemente XIV iniziò una drammatica caccia ai Gesuiti ed un episodio particolare riguarda Orazio Stefanucci, il secondo nell’ordine di importanza delle cariche di comando della Compagnia.

Durante una indagine che riguardava testi scritti da gesuiti in odore di blasfemia, furono sequestrati nel porto di Civitavecchia libri indirizzati al libraio Antonio Branchi, libri che erano stati messi all’indice.

Nel gruppo degli indagati capitò anche Stefanucci che nel 1773 fu arrestato e condotto, come il peggiore dei criminali, a Castel Sant’Angelo. L’accusa ufficiale fu di aver scritto un libello clandestino dal titolo ”Simoniaca electiones Clementis XIV”.

Le elezioni simoniache sono, più propriamente, la compravendita di cariche ecclesiastiche, e nel testo si “accusavano alcuni cardinali di essere stati corrotti per eleggere pontefice (Clemente XIV) un frate minore conventuale Giovanni Ganganelli.” (E. Ciancarini).

Si sparge voce, anche confermata da giornali esteri, che nel testo di Stefanucci il Papa viene accusato di essere un fanatico e visionario e “si profetizza la sua morte” (E. Ciancarini).

Sempre da fonti si legge che questo libro sarebbe stato stampato a Lucca e trasportato a Livorno per poi approdare a Civitavecchia per essere poi dovuto spedire a Roma. In realtà di questo famigerato testo non si è mai stata trovata traccia mentre si ha notizia di un altro testo dal titolo “De Electione simoniaca” che il padre Stefanucci aveva scritto per il cardinale di York e questo, sembra da voci che si diceva girassero per Roma, fu la causa della sua carcerazione anche se, pure di questo, non ne esistono tracce, scrive il segretario della Congregazione particolare monsignor Macedonio :“ Ma per diligenza fatte fare in tutta Europa non si è potuto trovare questa stampa, né nelle carte dello Stefanucci si è trovata cosa, che avesse rapporto a quest’opera” (aut.cit.).

Altra accusa, ancor più fantasiosa, fu di “date a bruciare alcune carte, che riguardavano casi particolari di coscienza, e alcune note di limosine” (In Augustin Thriner, “Osservazioni sopra l’istoria del pontificato di Clemente XIV”, 1854).

Quindi l’anagnino Orazio Stefanucci aveva solo una colpa, quella di essere un gesuita e importante in un momento decisamente sfavorevole.

Orazio Stefanucci morì nel carcere di Castel Sant’Angelo il 3 febbraio 1775. È sepolto nella chiesa di Santa Maria in Traspontina a Roma.

6. Immagine sopra; Castel Sant’Angelo a Roma in una tela seicentesca.

Lasciò opere diverse ed erudite. Da tutti i sumentovati personaggi ognuno saprà da se argomentare, e decidere, se Anagni fu degnamente chiamata dagli autori antichi e moderni nobilissima, solo rincrescendomi che la mia debole penna non abbia avuto lena di esaltarla come meritava, ma non mancheranno in avvenire sublimi ingegni per supplire alla mia tenuità” così scriveva Giuseppe Marocco nel 1834 dopo aver citato Orazio Stefanucci nel suo “ Monumenti dello Stato Pontificio e relazione Topografica di ogni paese “.

7. Immagine sopra; Papa Bergoglio (2013-2025).

Credo che una targa commemorativa per un personaggio simile sia dovuta sulla facciata del palazzo che lo vide nascere.”Il 7 agosto 1814 Pio VII riabilita la Compagnia di Gesù. Duecento anni dopo, il 13 marzo 2013 il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, appartenente ai chierici regolari della Compagnia, è eletto Papa assumendo il nome di Francesco. È il primo gesuita a sedersi sulla cattedra di Pietro “(aut.cit.).

Oggi, dopo aver studiato presso i domenicani, Papa Leone XIV regna sulla chiesa.

(Guglielmo Viti)

  • Le immagini sono state fornite dall’autore.

8. Immagine sopra; Papa Leone XIV.

 

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