Immagine di apertura; Sulla montagna di fronte al paese di Morgex in val d’Aosta (esattamente la stessa dove c’è il sito dell’idolo di pietra della Valdigne misteriosamente scomparso, di cui si è parlato in un precedente articolo su questo sito) si nota questa pietraia, apparentemente si tratta di un normalissimo accumulo caotico di detriti rocciosi franati come se ne vedono spesso sui fianchi dei monti. Oppure si tratta di una antica cava?
STRUTTURE LITICHE E MISTERIOSI ANIMALI. GLI ENIGMI DELLA VALDIGNE (VALLE D’AOSTA)
di Fabio Bertoletti
Sulla montagna di fronte al paese di Morgex in Valle d’Aosta (esattamente la stessa dove c’è il sito dell’idolo di pietra della Valdigne misteriosamente scomparso) è presente questa pietraia, apparentemente si tratta di un normalissimo accumulo caotico di detriti rocciosi franati come se ne vedono spesso sui fianchi dei monti.
2. Immagine sopra; Un’altra foto scattata da Fabio Bertoletti del misterioso ammasso di pietre della Valdigne.
Forse era una piccola antica cava, cioè quel pietrisco potrebbe essere il risultato degli scarti del taglio e della lavorazione di blocchi di pietra che, in un imprecisato tempo passato, degli ignoti scalpellini avevano ricavato e estratto dalla parete rocciosa verticale che si trova alle spalle della stessa pietraia quindi, apparentemente, niente di strano, anzi!
La cosa che però mi ha sempre incuriosito e insospettito è la presenza di una fenditura nera situata esattamente al centro di quell’ammasso di pietrisco (vedi freccia rossa nella foto sotto) che mi dà la sensazione di costituire un possibile ingresso primordiale o apertura che immette (forse) in un qualche ambiente interno.
Infatti le pietre ai lati del presunto ingresso, pur tutte di forma diversa e irregolare, sembrano essere accatastate a secco con cura una sopra l’altra. Ovviamente non posso escludere la possibilità che tale apertura possa essere semplicemente casuale!
3-4-5.Immagini sopra e sotto; l’ammasso di pietre apparentemente informe e la probabile apertura fotografato da Fabio Bertoletti
Però…se nelle foto scattate durante il giorno, in piena luce del sole, la pietraia appare del tutto normale e insignificante, lo stesso non si può dire osservando il sito nelle prime ore del mattino… infatti in queste foto che avevo scattato col cellulare nell’estate del 2022 (quando ancora non avevo il telescopio e realizzavo le foto appoggiando semplicemente la fotocamera del telefonino sull’oculare del binocolo) i raggi inclinati del sole e la luce radente sembrano evidenziare la reale volumetria di quell’ammasso di rocce apparentemente informe.
6-7-8. Immagini sopra e sotto; l’ammasso di pietre apparentemente informe fotografato da Fabio Bertoletti
infatti nella foto la luce radente evidenzia una lunga striscia d’ombra ellittica orizzontale (guarda a caso alla stessa altezza della fenditura verticale nera) che ci fa intuire che siamo in presenza di un muro di pietra verticale.
Tale lunga zona d’ombra, a mio parere, sarebbe quindi dovuta alla presenza di una parete verticale e penso che quel pietrisco frammentato occulti quella che potrebbe essere una antica costruzione nuragica del “primo tipo” a corridoio.
Ammesso, per ipotesi, che fosse una costruzione nuragica o comunque una costruzione realizzata, in un imprecisato tempo remoto, da mano umana che funzione poteva avere? Era un luogo di culto? Oppure una antica unità abitativa che ospitava un grosso nucleo familiare o tribale? O quella stretta fenditura era l’ingresso di una antica miniera? Di solito le costruzioni nuragiche del primo tipo erano strutture megalitiche adibite a funzioni militari e di controllo territoriale utilizzate da comunità di pastori-guerrieri per proteggere le loro greggi o il territorio.
Da questa distanza è impossibile ovviamente stabilirlo, per cercare eventuali indizi o prove è necessario essere sul posto, bisognerebbe entrare (e qui il rischio sarebbe altissimo per potenziale pericolo di crolli) in quella specie di feritoia/ingresso primordiale e illuminarla per verificare cosa c’è oltre l’apertura e se essa immette realmente in un ambiente interno (sempre ovviamente che l’interno non sia franato col tempo! La risposta a questi miei interrogativi si cela là dentro.
La struttura esterna (nonostante la brutta apparenza e la netta sensazione di sgretolamento) di quella presunta costruzione comunque deve avere una sua relativa stabilità nel senso che in 3 anni di osservazioni posso affermare che il suo aspetto è rimasto inalterato , se infatti quel sito fosse pietrisco instabile che rotola o frana al minimo sollecitamento anche atmosferico (vento, pioggia, neve ecc. che di certo non mancano!) dovrebbe cambiare forma o finire per occultare quel presunto ingresso o feritoia centrale che invece in 3 anni (almeno da quando ho iniziato ad osservarlo) è rimasto immutato e ben visibile.
Ma è possibile che possa esistere una costruzione di tipo nuragico in val d’Aosta? Sinceramente non saprei, di certo storicamente non è documentata nessuna costruzione di questo tipo in questa regione, ma una foto tratta dal libro “Astronavi sulla preistoria” di Peter Kolosimo ci mostra una costruzione di tipo nuragico, con uno stretto ingresso verticale che si trova a Borgone di Susa in Piemonte e geograficamente parlando il Piemonte è contiguo alla valle d’ Aosta.
9. Immagine sopra; foto tratta dal libro “Astronavi sulla preistoria” di Peter Kolosimo. Si nota una struttura di tipo nuragico, con uno stretto ingresso verticale che si trova a Borgone di Susa in Piemonte
10-11. Immagini sopra; la strana pietraia che sembra artificiale e nella quale sembra esserci una apertura.
A livello concettuale si può asserire che c’è una certa analogia con il presunto ingresso verticale posizionato al centro di quella pietraia che sembra essere l’unica via di accesso in quella ipotetica costruzione di tipo nuragico anche se qui la mancanza di una pietra rettangolare che funge da architrave contribuisce ad accrescere in me una spiacevole sensazione di insicurezza riguardo la solidità e la stabilità della struttura soprastante di quella (presunta) entrata.
I cavi bianchi dell’alta tensione che in alcune foto si vedono attraversare il sito della pietraia non traggano d’inganno, non sono presenti sopra quel luogo, in realtà si trovano a una quota più bassa di almeno una ventina o trentina di metri.
Il traliccio dell’alta tensione (nell’immagine evidenziato nel cerchio rosso) infatti è collocato sulle pendici della montagna appena sopra il villaggio di Villair nella Valdigne (dove ho scattato queste foto), mentre il sito della pietraia (evidenziato nel cerchio giallo nell’immagine sotto) è situato a una quota poco più alta; solo che io, avvicinandomi alle pendici della montagna e osservando il sito dal basso finisco per trovare inevitabilmente i cavi davanti alla mia visuale.
12. Immagine sopra; scorcio della montagna appena sopra il villaggio di Villair nella Valdigne (Valle d’Aosta)
Il giorno del 9 agosto del 2023 verso le 12.40 mi ero piazzato col telescopio (appena acquistato) ai margini di questa stradina di Villair per visualizzare ancora il sito della pietraia che l’anno precedente mi aveva incuriosito e per scattare qualche foto.
13. Immagine sopra; Una delle prime foto scattate da Fabio Bertoletti sulla montagna appena sopra il villaggio di Villair nella Valdigne (Valle d’Aosta)
Constatai visivamente che il luogo era rimasto inalterato nel suo aspetto rispetto all’estate precedente e il sospetto ingresso centrale era sempre ben visibile. Scattai qualche foto e la cosa sarebbe finita qui, senonché una volta ritornato a casa per pranzo, riguardando e ingrandendo sul cellulare con calma le foto appena fatte mi accorsi che inconsapevolmente avevo fotografato quella che sembrava la testa marrone di uno strano animale posizionato sulla sommità della pietraia (peccato non me ne sia accorto al momento altrimenti avrei tentato di riprenderlo ingrandito col telescopio!) esattamente sulla destra della chioma verde di un pino cresciuto a ridosso della parete rocciosa che delimitava la pietraia stessa. (Con il cerchietto rosso ho evidenziato l’esatta posizione di questo animale sopra la pietraia, nel contesto generale del sito).
14-15. Immagini sopra e sotto; altre foto dell’enigmatica pietraia scattate da Fabio Bertoletti.
Perplesso, istintivamente in un primo momento pensai che quell’animale dal pelo di colore marrone fosse uno scoiattolo oppure un roditore tipo marmotta eretto sopra la pietraia che magari aveva trovato lì il suo habitat ideale, ma poi mi resi conto dell’assurdità di tale ipotesi.
16-17-18. Immagini sopra; il misterioso animale fotografato casualmente dal dottor Fabio Bertoletti.
È pur vero che non avevo riferimenti dimensionali precisi, ma questa mia attribuzione iniziale era assolutamente inverosimile considerando infatti la grossa distanza che intercorreva tra me e il sito osservato posizionato a un centinaio di metri (se non più ) sopra di me; è altrettanto vero che avevo un telescopio, ma il mio oculare d’ingrandimento non aveva certo una potenza tale da consentirmi di visualizzare un mammifero di piccole dimensioni a tale distanza, anche se ci fosse stato in realtà non avrei mai potuto distinguerlo nettamente! Sarebbe risultato una macchietta confusa o indistinguibile tra quel pietrisco.
19. Immagine sopra; il misterioso animale fotografato casualmente dal dottor Fabio Bertoletti.
Ammettendo che quella fenditura verticale d’ingresso nera sia alta circa un metro, cosa plausibile, quell’animale si trovava in una posizione ancora più arretrata sulla cima della pietraia praticamente quasi a ridosso della parete rocciosa verticale dove c’è un pino, pertanto per risultare così visibile doveva avere all’incirca le dimensioni di un uomo. Non poteva certo trattarsi di un piccolo roditore!
Naturalmente considerai l’ipotesi della pareidolia dovuta magari a un tronco di albero morto. Animato dalla curiosità, per togliermi il dubbio riguardo allo strano animale quello stesso pomeriggio del 9 agosto alle ore 16.50 (data e ore delle foto scattate sono tutte riportate sul mio cellulare) ero ritornato a osservare il sito della pietraia…nel frattempo si era rannuvolato. Ebbene constatai che non vi era più alcuna traccia della sua presenza sulla cima del cumulo di pietrisco. (vedi immagine in basso) Se anche si fosse trattato di una pareidolia avrei dovuto vedere un tronco o qualcosa d’altro scuro lì nella stessa posizione accanto alla chioma verde del pino dove l’avevo inconsapevolmente fotografato, invece non risultava nulla che richiamasse quella figura d’animale.
20. Immagine sopra; la pietraia in cui si apre una apertura apparentemente artificiale
Ma allora cosa poteva essere? Qualunque cosa fosse quell’ animale era presente 4 ore prima, nel frattempo si era spostato chissà dove. Poi a questo fatto sinceramente devo ammettere che, ahimè, non ci ho più pensato, infatti allora non diedi molta importanza alla cosa, anche perché ero distratto da mie altre osservazioni e ricerche.
Solo nei giorni scorsi riguardando le mie vecchie foto sul cellulare le ho ritrovate e inevitabilmente mi sono riposto l’interrogativo… che animale poteva essere? Girai le foto al ricercatore e scrittore Giancarlo Pavat, esperto di montagna, per avere una sua opinione, gentilmente mi ha risposto subito, dicendomi che a suo parere, probabilmente era la testa di un orso!
Le immagini Pavat le ha poi fatte pervenire a due suoi esperti conoscenti (che qui ringrazio) ebbene il responso è stato che al 90% si tratta della testa di un orso! La forma della testa e la sua colorazione marrone effettivamente sembra corrispondere a quella di un orsetto (e il che renderebbe plausibile le dimensioni di quell’animale!)
21. Immagine sopra; il misterioso animale fotografato casualmente dal dottor Fabio Bertoletti. Si tratta di un orsetto?
Non avevo preso in considerazione l’idea che potesse essere un orso per il semplice fatto che in tutta la mia vita che frequento la Valle d’Aosta non ho mai inteso parlare di orsi e di loro avvistamenti in queste zone!
INCREDIBILE IRONIA DELLA SORTE??!
L’ ultimo orso bruno del 1817 conservato nel Museo di Scienze Naturali del Castello di Saint-Pierre era stato abbattuto proprio nelle foreste attorno a Morgex! Era ritenuto l’ultimo orso della Valdigne! E proprio qui avrebbe fatto, il 9 agosto del 2023, la sua possibile ricomparsa un orsetto proprio nella mia foto? Perdonatemi l’emozione, ma mi riesce ben difficile crederlo! Forse un orso, proveniente da chissà dove, ancora oggi potrebbe aggirarsi nelle foreste della Valdigne? Sebbene un orso adulto fosse stato avvistato nel lontanissimo 1874 la popolazione di orsi di fatto si era estinta nell’alta valle.
L ‘orso bruno abbattuto nel 1817 venne imbalsamato secondo le pratiche ottocentesche e sarebbe il reperto più antico del Museo di Scienze Naturali a Saint-Pierre ed è conservato nella sala del Tempo e simboleggia la sua progressiva scomparsa dall’alta valle. (Nella foto sotto la scalinata d’ingresso del Castello di Saint-Pierre sede del museo di Scienze Naturali)
22. Immagine sopra; Castello di Saint-Pierre sede del Museo di Scienze Naturali (Valle d’Aosta).
A oggi, almeno che io sappia, non sono ci ancora prove della presenza di orsi in Val d’Aosta anche se teoricamente essendo animali molto mobili qualche esemplare potrebbe arrivare e transitare proveniente dalla Svizzera o dalla Francia. A partire dal 2000 alcuni esemplari di orsi provenienti dal Trentino sono stati avvistati nel Piemonte orientale, per cui non si può escludere nel futuro di rivedere qualche orso in Valle d’Aosta (anche se la Regione valdostana ha espresso la volontà di non reintrodurli.)
Per questo mi sembrava assurdo pensare che un orso potesse trovarsi proprio lì in un sito che stavo osservando per altre ragioni! Quindi questa foto, indirettamente, potrebbe costituire una prova visiva dell’avvistamento di un orsetto che si era fermato sopra quella pietraia tra le 12.45 e le 12.51 del 9 agosto del 2023 (giorno e ora delle foto sono riportati sul mio cellulare)
Sono incredibili, variegati e sorprendenti i misteri e le sorprese che la montagna può riservare!
(Fabio Bertoletti)
- Le immagini sono state fornite dall’autore.































Buonasera ho appena letto l’articolo in cui si mostra delle immagini che dovrebbero ritrarre un orso. Sinceramente non riesco a vederlo ma vi posso.dire che gli orsi in Val d’Aosta ci sono….Anni fa, credo fosse iil 97, mi trovavo per lavoro non lontano dal
LAC DES LAURES. Ero a casa di amici che vivono una villetta lontana da abitazioni. Quella notte aveva piovuto e la mattina sul terreno attorno a casa trovammo grandi impronte di un animale. Ho fatto fotografie.
Ho fatto vedere le immagini ad un amico esperto delle Alpi e mi disse che erano di un orso. Mi ricordo che l’amico non sembrava stupito o spaventato. Disse che venivano dalla Svizzera. Era difficile vederli ortiche avevano paura degli uomini.
Se ritrovo le foto le scansiono e ve le mando.
Allora non c’erano cellulari che scattavano foto. Quindi sono foto stampate come si faceva una volta.
Pietro.