Il MISTERO DEL NATALE NELLE OPERE DI PAOLO DE MAJO PER IL PRESBITERIO DELL’ANNUNZIATA DI MARCIANISE – di Salvatore Delli Paoli

Il MISTERO DEL NATALE NELLE OPERE DI PAOLO DE MAJO PER IL PRESBITERIO DELL’ANNUNZIATA DI MARCIANISE (CE)

di Salvatore Delli Paoli

 

I due quadri posti sulle pareti laterali del presbiterio della chiesa dell’Annunziata di Marcianise in Campania, realizzati da de Majo con una unica continuità, sono stati finora trascurati dalla critica. Ritenuti da Mario Alberto Pavone nel suo saggio su Paolo De Majo del 1977 addirittura opere giovanili sono considerati poco più di una esercitazione di scuola, mentre in realtà sono tra le opere più riuscite e valide del pittore marcianisano. Il soggetto è unitario e le due tele sono state concepite come due momenti successivi di uno stesso episodio, ovvero l’epifania di Gesù appena nato che si presenta all’adorazione dei pastori nel primo, ai Re Magi nel secondo.

Nella “Nascita del Signore”, come è titolato nel documento notarile di commissione, comunemente indicato anche come “Adorazione dei Pastori”, in una ambientazione serotina il miracolo della nascita di Gesù è raffigurato in maniera semplice e dimessa: la lunga teoria di pastori, alcuni in primo piano malvestiti, inginocchiati e stupiti dal prodigio si prostrano alla luce che appare nella notte, mentre l’angelo dall’alto svolge il testo “Gloria in excelsis Deo”.

Dal cono di luce che proviene dal bambino sollevato dalla madre dalla mangiatoia per renderlo più visibile sono direttamente rischiarate naturalmente la Vergine Maria e San Giuseppe appena più discosto alle spalle della madre, ma anche due figure inginocchiate che sono abbigliate in modo ben diverso dai pastori rusticamente vestiti. Si tratta di una coppia e in primo piano è dipinta la figura di una giovane donna che guida il passo incerto di un bambino che allunga le braccia all’indirizzo del divino fanciullo. Credo che si tratti di San Giovannino e naturalmente la coppia in ginocchio è costituita da Elisabetta e Zaccaria. Domina un clima di felicità e di gioia, oltre che di prodigio. E’ una rivelazione consegnata ai piccoli, agli umili, ai poveri e tale elemento di umiltà è esaltato non solo dal modesto abbigliamento e dall’ambientazione quasi domestica, ma anche dalla insistenza su alcuni particolari come i piedi scalzi che appaiono a volte in primo piano, le teste del bue e dell’asinello che fanno capolino nei pressi della mangiatoia diventata culla, e la presenza di un cane di piccola taglia che si staglia in primo piano sulla sinistra.

 

Ambientazione invece fastosa nella “Adorazione dei Magi“, dove i re venuti da lontano sono raffigurati con i loro abbigliamenti principeschi e la dignità del loro lignaggio, circondati dai servitori che fanno loro corona, come quel paggetto che regge la coda dell’abito del re inginocchiato in primo piano.

Dominano su tutti il Bambino Gesù e la Madonna, posti su di un piedistallo (con il solito San Giuseppe in ombra e in secondo piano), raffigurati in entrambi i quadri con le stesse fattezze. Maria offre il bambino (questo il messaggio) al mondo intero, agli uomini semplici, come ai potenti, e tutti sono disposti a riconoscerlo.

A far da corona a questi due superbi capolavori della piena maturità di Paolo de Majo sono i due angeli e le due virtù, dipinti in modo espressivo ed arricchiscono le due meravigliose pareti del coro dei cappellani. Essi non sono puramente decorativi, ma sviluppano il messaggio cristiano dei due quadri centrali e vanno letti secondo l’ordine che lo stesso Paolo ci impone con la sua firma e datazione distribuite sulle basi appunto dei due angeli e virtù: “PAULUS DE MAJO A.D. 1774 PINXIT”.

Cosi partendo dalla “Adorazione dei Pastori” apre la serie appunto un giovane angelo turifero con veste bianca e manto giallo che regge nelle mani un incensiere (turibolo) in cui fuma l’incenso che si usa nelle cerimonie liturgiche come atto di omaggio e di adorazione della divinità e regalità di Gesù. Sull’altro lato della “Adorazione dei Pastori” è dipinta una giovane figura femminile vestita di bianco con un manto azzurro che reca in mano un cuore, ed ha sotto il piede sinistro una corona. Rappresenta senza dubbio la virtù della carità ovvero dell’amore che Cristo nascendo ha introdotto nel mondo. Venuto tra poveri come un povero la sua potenza è appunto nella carità e il suo Regno non è di questo mondo come appunto simboleggia la corona regale posta sotto il suo piede. Il messaggio cristiano è chiaro: Dio è nato e a lui spetta l’adorazione con l’incenso dell’angelo, ma è un re venuto a regnare in nome dell’amore.

Ai lati della “Adorazione dei Magi”, invece, l’angelo ha lo sguardo in basso e le braccia incrociate sul petto, indossa una veste grigia ed un manto rosso.

 

E’ un angelo orante che manifesta chiaramente l’umiltà. Dall’altro lato è dipinta una magnifica figura femminile con l’aureola, in piedi, vestita in verde e rosso. Ha lo sguardo rivolto verso l’alto ed un giglio nella mano destra, con la mano sinistra mantiene un lembo del mantello.

La figura femminile raffigurata con il giglio simboleggia la prudenza. Anche per questa parete dunque le due figure di contorno al quadro centrale servono a rafforzare il messaggio religioso. I sapienti, i re dotati di conoscenza e prudenza si inchinano davanti al bambino divino con un atto di omaggio e di manifesta umiltà. La riflessione sul Natale è del tutto conclusa e il messaggio culturale, religioso e artistico è completamente coerente.

Credo che con questi sei quadri Paolo de Majo, che aveva ormai 71 anni, pensasse di aver chiuso con la chiesa della sua città natale. Invece il destino aveva in serbo per lui ancora una occasione di lavoro nella nuova Chiesa dell’Annunziata, che i governatori vollero ulteriormente arricchire con la ristrutturazione generale del tempio, la fondazione di nuove cappelle, a partire dai due nuovi amplissimi cappelloni aperti nelle pareti orientale e occidentale del transetto, uno dei quali (quello orientale) fu consegnato interamente all’arte di Paolo de Majo che qui realizzò quattro anni dopo nel 1778 tre opere magnifiche specificamente pensate come omaggio alle tradizioni religiose di Marcianise e, in particolare, alla devozione in onore della Vergine Immacolata.

 

Articolo e foto a cura di Salvatore Delli Paoli (www.salvatoredellipaoli.com)

Link Articolo sul sito dell’autore QUI

 

Da Salvatore Delli Paoli, La chiesa della santissima Annunziata di Marcianise nel Settecento, Fonti e studi per la storia di Marcianise e di Terra di Lavoro, Marcianise 2020, Libritalia.net Edizioni.

 

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