Chirurgia miracolosa”: i Santi Cosma e Damiano, il miracolo della “gamba del moro” e la “moltiplicazione dei Santi Prepuzi”  ; di Roberto Volterri.

 

 

 

 

Immagine di apertura: I Santi Cosma e Damiano.

 

“Chirurgia miracolosa”: i Santi Cosma e Damiano, il miracolo della “gamba del moro”

e la “moltiplicazione dei Santi Prepuzi”

 

di Roberto Volterri

 

 

Isernia, chiesa dei Santi Cosma e Damiano

Un affresco sulla parete di destra della basilica dedicata ai due Santi del III secolo, protettori dei medici – affresco eseguito nei primi anni del XVII secolo opera di Augustino Beltrano e Augustino Pussé – mostra un uomo adulto, di carnagione chiara, il quale, evidentemente, aveva avuto qualche serio problema alla gamba sinistra, mentre riceve una nuova e sana gamba da un uomo di carnagione scura. Alla miracolosa operazione chirurgica – eseguita proprio dai due Santi – assiste Gesù che collabora sorreggendo la gamba malata, già asportata. Al centro dell’affresco appare raffigurato anche uno scorcio della Città Eterna, di Roma.

2. L’affresco visibile nella chiesa di Isernia dedicata ai Santi Cosma e Damiano

Il diverso colore della gamba è forse dovuto al deteriorarsi del pigmento nel corso dei secoli? Oppure è stato consiste in una strana, inconsueta “licenza” degli artisti secenteschi che vi hanno lavorato?

Nulla di tutto questo. In ossequio a ciò che viene descritto nella Leggenda Aurea, di Jacopo da Varagine, il papa Felice IV aveva fatto erigere a Roma una basilica dedicata ai Santi Cosma e Damiano – dalla tradizione agiografica individuati in due fratelli di origine araba, forse nati in Grecia, martirizzati sotto l’Impero di Diocleziano – il cui sagrestano è affetto da una strana malattia che ha causato una irreversibile cancrena destinata a fargli inesorabilmente perdere l’arto.

Ma  egli sopporta stoicamente il dolore che deriva dal male che lo affligge, mentre il suo spirito si eleva e quasi ringiovanisce grazie alle preghiere e alla sua fede in Dio, fede che che lo spinge ogni giorno a inginocchiarsi davanti al Crocifisso e a pregare i due Santi ai quali è dedicata la chiesa. Una notte il povero sagrestano, colto da insopportabili dolori, si assopisce e sogna che i due santi intervengono con un’operazione che ha dell’incredibile, sostituire letteralmente la gamba malata con una sana. Un’operazione chirurgica ancor oggi quasi impossibile…

 

  1. Questo dipinto di Alonso De Sedano, conservato a Londra, mostra in dettaglio il miracoloso intervento chirurgico operato dai Santi Cosma e Damiano.

 

Nella strana dimensione onirica vissuta dal malato, Cosma e Damiano, di notte, si recano in un cimitero vicino alla chiesa di San Pietro in Vincoli, esumano il cadavere di un Etiope deceduto e lì sepolto da poco tempo, tagliano la sua gamba sinistra e letteralmente la trapiantano al posto di quella malata.

Al mattino, il sagrestano si sveglia e con infinita sua sorpresa vede che non c’è più la sua gamba in cancrena, ora ha una nuova gamba ma essa… ha la pelle nera!

I suoi familiari, contenti ma ancora increduli che un fenomeno simile sia potuto accadere, si recano al cimitero e trovano l’Etiope con la gamba destra incancrenita e di pelle bianca!

Nel caso vi troviate a passare per la tranquilla cittadina di Palencia (Spagna), entrate nella cattedrale e date un’occhiata a uno strano pannello che dovrebbe ancora trovarsi nell’altare di una delle cappelle. L’opera è attribuita all’artista spagnolo Alonso González de Berruguete (1488 – 1561) e raffigura proprio il miracolo fin qui descritto.

 

  1. Il pannello che mostra ogni particolare del miracolo. A destra, l’arto affetto da cancrena e già asportato viene sorretto da uno dei Santi chirurghi e, al centro dell’immagine, l’arto miracolosamente “trapiantato” viene benedetto.

 

 Il reverendo padre Asterio Moro, della Cattedrale di Palencia, intervistato qualche decennio fa sul reale significato dell’inconsueta raffigurazione – oscillando tra la volontà di credere ad un vero miracolo e qualche suo dubbio nato dall’incredibile intervento chirurgico – così si espresse… “Tutti credevano che si trattasse dell’illustrazione di un vero miracolo. Adesso molti medici fra coloro che hanno osservato minuziosamente il pannello – c’era da aspettarseloN.d.A.! – hanno espresso il parere che si tratti di una scena quasi realistica, e addirittura, che vi regni l’atmosfera di un’operazione incredibile, ma realmente avvenuta. E quasi certo, secondo taluni, che la gamba del nero sia stata effettivamente trapiantata al nobiluomo bianco”.

Osservazioni più incredibili dell’intervento miracoloso dei due Santi medici!

Anche un artista dei nostri giorni, il canadese Andre Durand si è ispirato a quel lontanissimo evento che ha tutte le caratteristiche del miracolo e ha realizzato il bel dipinto che qui riportiamo…

 

5 Un suggestivo dipinto del canadese Andre Durand, arricchito da riferimenti di carattere allegorico

 

Un caso simile nella Spagna del 1600…

Nel 1617, a Calanda, nell’Aragona spagnola, nasce tal Miguel Juan Pellicer, figlio di contadini e contadino lui stesso, analfabeta, devoto alla Vergine del Pilar di Saragozza. Nel Luglio del 1637 finisce sotto un carro di frumento che gli arreca un danno irreversibile proprio sotto il ginocchio.

Confidando in un miracoloso intervento della Vergine del Pilar, parte per un faticosissimo viaggio di trecento chilometri, durato quasi due mesi chiedendo passaggi lungo la via. Quasi moribondo, arriva a Saragozza, si reca al Santuario e chiede alla Vergine di alleviargli almeno le terribili sofferenze, se proprio non è possibile guarirlo.

Ormai la situazione è gravissima e i medici, con sega e scalpello – gli unici strumenti chirurgici  del tempo – gli  amputano la gamba, unica soluzione per salvargli la vita. Dopo molto tempo esce dall’ospedale con una gamba di legno, due stampelle e una specie di patentino che gli dà la possibilità di esercitare la ”professione” di mendicante davanti alla chiesa. Miguel tutte le sere si cosparge il moncone rimastogli con un po’ di olio delle lampade che ardono nella chiesa ma dopo un po’ di tempo, avvilito, decide di tornare dai suoi genitori, a Calanda, suo paese natale.

E arriva la sera di uno strano 29 Marzo del 1640…

Miguel Juan, dopo le solite preghiere alla Vergine del Plar posa da una parte le stampelle che gli consentono di muoversi, si corica in un povero giaciglio. Dopo un po’ la madre entra nella stanza per vedere come stia il figlio, percepisce uno strano profumo e, con infinito stupore, vede che dalla corta coperta spuntano… due piedi!

La gamba mostra tutte le cicatrici dovute al lavoro di contadino e anche tracce di una sorta di cicatrice nel punto in cui essa era stata amputata

Poi Miguel Juan dirà di avere sognato la Vergine del Pilar mentre si stava ungendo la gamba con il solito olio da lampada e di essersi tranquillamente addormentato, sicuro che la sua infinita fede lo avrebbe aiutato.

Un’apposita commissione di medici e di religiosi, dopo quasi un anno di indagini, il 27 Aprile del 1641 così si esprime ”… Perciò affermiamo e dichiariamo che a Miguel Juan Pellicer, contadino di Calanda, fu restituita la gamba che gli era stata amputata due anni e cinque mesi prima; e che non fu un fatto di natura, ma opera mirabile e miracolosa, ottenuta per intercessione della Vergine del Pilar”.

E lo studioso Vittorio Messori, inizialmente e comprensibilmente molto scettico sull’incredibile evento, ad esso ha dedicato un apposito avvincente, libro, “Il Miracolo”…

6. Il libro di Vittorio Messori su un altro quasi incredibile evento miracoloso.

 

Il mistero dei Santi Prepuzi

 

In ambito prettamente ebraico la circoncisione viene menzionata, ad esempio, in Genesi, Capitolo 17, dove, forse per la prima volta, si descrive tale pratica chirurgica riservata ad Abramo, ai suoi familiari e ai suoi schiavi.

 

“…E sarete circoncisi; e questo sarà un patto tra me e voi…

All’età di otto giorni ogni maschio sarà circonciso tra voi, di generazione in generazione…”

 

Nello stesso Capitolo del Genesi si raccomanda proprio di circoncidere i figli appena dopo l’ottavo giorno di vita e ciò non a caso, poiché anche la moderna scienza medica ha appurato che l’ottavo giorno dalla nascita di un nuovo essere umano coincide con l’inizio della formazione del sistema immunitario e, quindi, con una situazione in cui la percezione del dolore è particolarmente bassa mentre minori sono i possibili rischi di un delicato intervento che possiede una valenza di carattere sanitario  e rituale.

In ambito cristiano, quello che viene definito Santo Prepuzio è una reliquia costituita dai resti del prepuzio di Gesù a Lui reciso proprio con il rito della circoncisione. Poiché tale reliquia possiede evidentemente un’importanza particolare, da sempre molte città europee hanno spesso dichiarato di possedere quella vera, quella risalente ai primissimi giorni dopo la nascita del Divin Fanciullo.

7. Antico affresco con la scena della circoncisione del Divin Fanciullo

 

In epoca medievale tale è la rilevanza attribuita a questa reliquia che si arriva all’assurda “presenza” di quasi venti Santi Prepuzi in altrettante città europee!

A Roma esisteva un Santo Prepuzio conservato nella Basilica di San Giovanni in Laterano, lì collocato nel Sancta Santorum da papa Leone III insieme ad altre preziose reliquie.

 

 

  1. Nell’iconografia cristiana è abbastanza diffusa la raffigurazione della Circoncisione di Gesù Bambino a pochi giorni dalla nascita.

 

Quella di San Giovanni in Laterano era la reliquia che le antiche cronache sostengono sia stata donata al Papa da Carlo Magno nella notte del 25 Dicembre dell’anno 800, quando egli fu incoronato Imperatore nella Basilica di San Pietro.

La santità della provenienza della reliquia sarebbe stata sancita dal miracoloso episodio che, in precedenza, avrebbe visto lo stesso Carlo Magno in preghiera presso il Santo Sepolcro, dove avrebbe avuta la visita di un angelo con in dono il Santo Prepuzio di Gesù Bambino.

Altre antiche cronache sostengono  invece che la reliquia al primo Imperatore del Sacro Romano Impero sia stata donata da Irene Sarantapechaina d’Atene, imperatrice di Bisanzio dal 797 all’802. Ma ciò cambia di pochissimo la questione…

Un altro celebre Santo Prepuzio fin dal 1100 era conservato nella città di Anversa, lì giunto tramite il re Baldovino I di Gerusalemme il quale lo aveva acquistato durante la Prima Crociata, nell’anno 1096. Esso era ritenuto di enorme valore simbolico poiché, durante la celebrazione della Messa, il Vescovo della cittadina di Cambrai aveva visto uscirne alcune gocce di sangue che avevano macchiato la tovaglia dell’altare. Ben presto anche questo Santo Prepuzio fu oggetto di venerazione e meta di pellegrinaggi in una cappella appositamente edificata.

Unendosi così ai vari altri Prepuzi conservati  a Chartres, a Besancon, a Hildesheim, a Charroux, a Auvergne, un po’ dovunque…

 

Un Santo Prepuzio a due passi da Roma…

 

A pochi chilometri dall’Urbs Aeterna, nel grazioso paese di Calcata, almeno fino al 1983 esisteva un altro Santo Prepuzio che, secondo le antiche cronache, sarebbe stato rubato a Roma durante il ‘sacco’ perpetrato dai Lanzichenecchi nel 1527, nel Sancta Sanctorum  di San Giovanni in Laterano.

Catturato il sacrilego ladro, lo si imprigiona proprio nel paesino di Calcata, dove la reliquia è riscoperta trent’anni più tardi, nell’Anno del Signore 1557 e da allora viene portata in processione durante la festività della Circoncisione, corrispondente al primo giorno di  Gennaio del Calendario Gregoriano, cioè l’ottavo giorno che segue la data ufficiale della nascita di Nostro Signore.

O meglio, veniva portata in processione poiché nel 1983 essa fu rubata da alcuni ladri sacrileghi e da allora non è stata più ritrovata…

 

 

  1. Una rarissima fotografia, forse degli anni Cinquanta, raffigurante la cerimonia in onore del Santo Prepuzio di Calcata, all’epoca conservato nella chiesa del Santissimo Nome di Gesù.

 

In ambito religioso ben si sa che le dispute di carattere teologico sono frequentissime e anche la reliquia di Calcata non fa eccezione, poiché insorgono i monaci dell’abbazia di Charroux sostenendo che proprio il Santo Prepuzio di cui stiamo trattando era dapprima conservato nella loro chiesa e costituiva un dono di Carlo Magno. Poi, nel XII secolo esso sarebbe stato portato in processione fino a Roma affinché papa Innocenzo III provvedesse a verificarne l’autenticità.

Il Papa non fu in grado di accontentare i pii monaci e così il Santo Prepuzio andò perduto, forse per finire proprio a Calcata dopo il 1527…

Ma esso ricompare inaspettatamente molti secoli più tardi, nel 1856, quando a Charroux, nell’Abbazia, durante lavori di ristrutturazione, un operaio, ‘miracolosamente’,  lo ritrova nascosto in un reliquiario nascosto nell’intercapedine tra due muri. Era quello ‘ufficiale’ tornato, chissà come, in terra di Francia?

Era un’altra reliquia dai monaci attribuita al Salvator Mundi bambino?

Non lo sappiamo con certezza, ma ciò conduce immancabilmente ad un’accesa disputa teologica con il clero di Calcata che ormai, da secoli, nella chiesa del paese intitolata al Santissimo Nome di Gesù, venera la preziosissima reliquia.

La Chiesa, il Vaticano, risolve il problema con un Decreto del 3 Febbraio 1900 vietando a chiunque di parlare del Santo Prepuzio, pena la scomunica. Nel Concilio Vaticano Secondo, più drasticamente, la Chiesa stessa rimuove dal calendario liturgico la festività della Circoncisione di Cristo.

È difficile accertare se qualche altro Santo Prepuzio – che per Santa Caterina da Siena simboleggiava l’unione mistica con il Cristo – esista ancora, ma ben si sa che, almeno per quello di Calcata, nel 1997 la televisione inglese Channel 4 incaricò il giornalista Miles Kington di una missione in Italia alla ricerca della preziosa reliquia del paese a pochi chilometri da Roma.

Senza risultato alcuno…

(Roberto Volterri)

Tutte le immagini sono state fornite dal professor Roberto Volterri.

10. “… e anche le reliquie del martiro…” (Purgatorio XII, v. 60)

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In questo libro, che rappresenta una sorta di spin-off di Archeologia dell’Impossibile,  l’aspetto della Biologia che più viene affrontato, oltre ad alcuni strani temi legati alla dimensione del sacro, è la Teratologia, ovvero lo studio delle molteplici anomalie morfologiche che riguardano, in particolare, l’ostetricia, l’anatomia patologica e alcuni campi della zoologia e della botanica. Vi avventurerete nei meandri di una strana villa, al confine con la Liguria, in cui operò un geniale (o folle?) medico di origine russa alla perenne ricerca di qualcosa che potesse avvicinare l’Uomo all’eternità. L’insondabile mistero dell’evanescente confine tra la vita e la morte, insieme agli esperimenti ai quali si dedicarono Luigi Galvani e Giovanni Aldini nel tentativo di correlare le attività biologiche con i nascenti studi sull’elettricità, di certo vi coinvolgerà totalmente.

 

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