Bomba o non bomba. Quando l’Italia fece esplodere una Bomba all’Idrogeno…..oppure no?… di Fiorenzo Zampieri.

Immagine di apertura: la spaventosa immagine di una esplosione di un ordigno nucleare.

 

UBALDO LOSCHI

BOMBA O NON BOMBA?

Il “mistero” della bomba all’idrogeno italiana

 

di Fiorenzo Zampieri

 

Nell’ormai lontano 1952 in piena “guerra fredda” quando le Grandi Nazioni facevano a gara a chi possedeva l’atomica più potente, anche l’Italia sembrò potesse accodarsi e partecipare a quella nefasta competizione.

Il tutto ebbe luce da un articolo a tutta pagina pubblicato dall’edizione pomeridiana de “Il Giornale D’Italia” del 28 luglio 1952, con il quale si annunciava che: « L’Italia ha fatto esplodere la prima bomba all’idrogeno».

 

MA ANDIAMO CON ORDINE

2. Immagine sopra: Ubaldo Loschi

 

Personaggio principale di questa vicenda è il rag. Ubaldo Loschi di Treviso, classe 1910, appassionato astronomo dilettante e scienziato “part-time”. Fu proprio la sua passione per le stelle che lo portò a studiare le reazioni nucleari. Infatti era noto che all’interno della nostra stella, il Sole, accadono delle reazioni nucleari provocate da temperature e pressioni altissime che trasformano gli atomi di idrogeno in elio (quattro atomi di idrogeno = un atomo di elio) liberando una quantità enorme di energia. E questo è il principio su cui si basa la realizzazione della bomba H che, a quel tempo, non era ancora stata costruita proprio per la difficoltà di creare le condizioni di temperatura e pressione necessarie. Ma per il Loschi ciò era possibile utilizzando un campo elettromagnetico. Era già da diversi anni che il Loschi si era immerso in tali studi, tanto che già nel 1947 egli coinvolse il ministro della difesa, Cingolani, ed il Presidente del Consiglio De Gasperi, proponendo loro di autorizzarlo ad eseguire un esperimento di controllo di una nuova teoria riguardante le reazioni termonucleari. Tale permesso fu accordato ma per varie vicende sfavorevoli, non si potè dar luogo immediatamente a quell’esperienza, rimandandola di anno in anno.

 

L’ESPERIMENTO

 

Finalmente venne il momento. Loschi, con i suoi collaboratori, il generale di artiglieria Luigi Ninci ed altri valenti aiutanti aveva preparato tutto: il Centro Sperimentale di artiglieria di Napoli aveva procurato una culatta di cannone da 149/35, del peso di oltre undici quintali, chiusa su due lati con speciali calotte, che doveva contenere al suo interno un kg di tritolo e due ampolle contenenti 1 centigrammo di idrogeno liquido ed una sostanza che si pensa fosse costituita da “trizio” o altro isotopo dell’idrogeno, mentre un grosso autocarro trasportò da Treviso le casse contenente la pesante apparecchiatura per il necessario campo elettromagnetico.

 I militari hanno messo a disposizione il Poligono militare di Nettuno, dove la “bomba” venne interrata obliquamente con l’asse diretto verso il mare.

3. Immagine sopra: cartina dell’area del Poligono di nettuno

Alle tre del mattino del 28 luglio, mentre Loschi, Ninci, i tecnici del Ministero della Difesa e collaboratori vari, erano ben protetti all’interno di un bunker posto a molte centinaia di metri di distanza, avvenne l’esplosione. Una grande fiammata rosso-verde ed una colonna di fumo a forma di “fungo” seguita da un tremendo boato, furono accolti con grande entusiasmo; qualcosa di veramente eccezionale doveva essere accaduta: forse che veramente l’idrogeno si era trasformato in elio con conseguente liberazione di “energia nucleare”?.

Per la verifica di ciò si sarebbero dovuto aspettare gli esiti degli esami spettroscopici e microscopici.

 

 

UNA ECO MONDIALE

 

Il giorno seguente tutto il mondo apprese la notizia e i quotidiani di ogni continente comunicarono con grande meraviglia che in Italia si era realizzata la prima bomba H!

 

  1. Immagine sopra: i titoli di alcuni giornali dell’epoca che annunciavano l’esplosione della Bomba all’Idrogeno italiana.

 

5. Immagine sopra: Una visione d’incubo…

 

TANTO RUMORE PER NULLA?

Il clamore suscitato era davvero impressionante e tutti, scienziati, politici, uomini della strada, desideravano chiarezza e onestà. In Parlamento vi fu una interrogazione; i maggiori scienziati si affrettarono a dichiarare che non poteva essere una esplosione nucleare, e la gente comune non sapeva a chi credere.

Fu lo stesso rag. Loschi, a poche ore di distanza dall’avvenuta esplosione, a voler redimere la situazione con una sua dichiarazione:

«- Bisogna precisare che non si tratta di esplosione di una bomba all’idrogeno ma di un esperimento di sintesi nucleare all’idrogeno con un nuovo procedimento che differisce sostanzialmente da altri finora adottati. La questione è, evidentemente, molto importante. Per quanto mi riguarda, non sono ancora in grado di poter fare una precisa affermazione che l’esperimento eseguito abbia dato esito conclusivo. Bisogna perciò attendere i risultati delle ricerche che si debbono eseguire sui dati raccolti, ciò che potrà avvenire fra qualche tempo.

Abbiamo ritenuto necessaria, i miei collaboratori ed io, una prova sperimentale di quanto abbiamo già risolto in via teorica: cioè il problema di ottenere a pressione e temperatura raggiungibili, la trasmutazione nucleare, cioè la trasformazione dell’atomo di un dato elemento in quello di un elemento diverso.

Queste trasmutazioni sono generalmente seguite da enorme sviluppo di energia. Per ora desideriamo di essere lasciati lavorare in quiete. Renderemo però noti i risultati che ci sarà possibile ottenere, quando avremo l’assoluta certezza del successo con la speranza di potere con le nostre ricerche contribuire al progresso pacifico, nella certezza che l’eventuale nuovo ritrovato non sarà impiegato a scopi di guerra.»

 

CONCLUDENDO

 

La conclusione di questa vicenda, che ha l’aspetto di una farsa, è quella che, inevitabilmente, accade a chi, seppure in buona fede, è convinto di avere avuto l’idea rivoluzionaria, non mettendo nel conto le difficoltà oggettive che ogni apparente “colpo di genio”, può portarsi appresso.

Le difficoltà tecniche, l’avversità degli accademici, la inconsistenza politica, fece sì che tutto venne insabbiato e dimenticato.

E il buon Ubaldo Loschi, continuò a dilettarsi con l’astronomia…..

 

(Fiorenzo Zampieri)

 

  • Tutte le immagini sono state fornite dall’autore.

 

 

6. Immagine sopra: un altro “fungo” atomico….

 

 

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