Invenzioni “scomparse”: AUTO IBRIDA? SI, MA ATOMICA! di Fiorenzo Zampieri

 

 Invenzioni “scomparse”;

AUTO IBRIDA? SI, MA ATOMICA!

di Fiorenzo Zampieri

Sarebbe davvero una rivoluzione poter viaggiare su di una automobile ad energia termonucleare, anziché a benzina o gasolio o gas o elettrica o ibrida. Pensate, un motore alimentato a vapore acqueo ed energia elettrica, a zero emissioni tossiche, che, a parità di cilindrata, produce un incremento della potenza del 50 percento e più. Niente male, vero?

Il fatto è che questo motore è esistito per davvero, con tanto di brevetto, fin dal 1974.

Tutti ricorderanno il clamore che nel 1989 suscitò la notizia della scoperta da parte di due scienziati statunitensi della cosiddetta “fusione nucleare fredda”. Significava energia a volontà prodotta semplicemente con l’acqua. Il successo però fu brevissimo. L’entusiasmo fu presto sostituito da tutta una serie di polemiche dovute ai reiterati insuccessi nel riprodurre quegli esperimenti. E non se ne fece più nulla.

A quel tempo pochi richiamarono alla memoria un brevetto italiano del ’74, con il quale il prof. Omero Speri (1924+1995), docente di chimica, e l’Arch. Pietro Zorzi (1934+1995), ben 15 anni prima, avevano realizzato, per primi al mondo, un motore che funzionava con un processo molto simile a quello della famigerata “fusione fredda”. E questo motore ha funzionato per due anni nei pressi di Pindemonte (VR) sotto gli occhi di tutti coloro che per curiosità o per interesse scientifico volevano vedere e capire quella “novità”.

 

      2. Immagine sopra: Pietro Zorzi

 

Dopo il gran parlare sulla “fusione fredda” ed il successivo assordante silenzio, nel 1989 alla questione si interessò anche la trasmissione TV “Report” intervistando il figlio di Speri, Michelangelo, che ricordò quella vicenda così “stranamente” tenuta sotto silenzio.

 3. Immagine sopra: Omero Speri

 

GLI ESPERIMENTI

Ai due amici, Speri e Zorzi, che sapevano di certe esperienze effettuate da qualche originale inventore del passato (e fra questi anche il loro “Maestro” l’ing. Marco Todeschini di Bergamo), venne l’dea di provare anche loro a realizzare un motore funzionante con l’elettrolisi dell’acqua, cioè la scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno, mediante l’uso di energia elettrica.

4. Immagine sopra: Pietro Zorzi e Omero Speri con Marco Todeschini nel suo studio

 

Dopo vari tentativi, con grande sorpresa e soddisfazione riuscirono nell’impresa: il motore funzionava.

 In pratica, utilizzarono un normale motore a benzina, completo della normale apparecchiatura elettrica, modificandone la testata con l’inserimento di una loro particolare apparecchiatura che, mediante un elevatore di tensione a 60.000 volt e dieci milliampere, immette nel sistema una forte scintilla elettrica. E’ questa scintilla che permette al motore così implementato di produrre una potenza oltre ogni aspettativa. Infatti, con lo stesso motore, costituito da un cilindro di 400 cm3, a 4 tempi, una volta messo in moto e stabilizzato ad un regime di 1400 giri al minuto e con un consumo di benzina di 2,9 cm3 ogni 30 secondi, messa in funzione la nuova apparecchiatura elettrica, ottennero un incremento, con la stessa quantità di benzina, di 800 giri al minuto.

Ovviamente, ora, bisognava capire il perché di questo inaspettato e considerevole incremento energetico.

 

5. Immagine sopra: Testata del motore a cilindro utilizzato per l’esperimento

 

REAZIONE TERMONUCLEARE

Speri e Zorzi si convinsero che tutto ciò non poteva dipendere dalla sola normale reazione chimica di combustione molecolare ma che accadeva qualcosa di eccezionale. In breve, analizzando i residui di tali reazioni si scoprì la presenza di elio nei fumi di scarico e questo fatto non poteva che essere dovuto ad una fusione dell’idrogeno nella camera di scoppio e quindi ad una reazione nucleare. La loro considerazione fu elementare: l’elio è un elemento che nasce soltanto da reazioni nucleari e, se questo però, risulta libero in natura, vuol dire queste reazioni sono normali e frequenti a temperature non eccezionali. Fatte, quindi, tutte le considerazioni del caso, non ci fu alcun dubbio che nel loro motore avveniva una PRODUZIONE DI ENERGIA TERMONUCLEARE CONTROLLATA DELL’IDROGENO E DEI SUOI ISOTOPI, per cui oltre alla benzina poteva essere utilizzata qualsiasi miscela di composti di idrogeno quali l’acqua, la nafta, l’alcool o al limite anche il solo vapore acqueo.

Visti i risultati e l’eccezionalità della loro esperienza i due inventori decisero di assicurarsi il brevetto effettuandone il deposito presso la Camera di Commercio e Industria di Verona, il 30settembre 1974.

6-7 Immagini sopra e sotto: il brevetto depositato presso la Camera di Commercio e Industria di Verona, il 30settembre 1974.

INTERESSI INTERNAZIONALI

 

Il brevetto, come purtroppo spesso succede in Italia, non fu preso in considerazione dalle varie accademie scientifiche, che ignorarono ogni invito alla discussione sul motore e sui suoi principi di funzionamento.

Presso gli ambienti industriali, però, non passa inosservato e Speri e Zorzi sono invitati a discuterlo a Parigi e in seguito ad Haifa e Tel Aviv, in Israele, dove trovano un interessamento particolare tanto che venne loro offerto di effettuare la verifica accademica se nella combustione si formasse veramente l’elio, prova evidente della fusione nucleare.

Sull’invito israeliano però, i diretti interessati, subodorarono delle motivazioni che non li convincevano e, pur non lasciando mai trapelare nulla in proposito, decisero di comune accordo, di lasciar perdere e di dedicarsi ad altri studi.

A riprova di ciò, Michelangelo Speri, nell’intervista rilasciata a “Report“, così si espresse:

«Diciamo che li accompagnava un doppio stato d’animo. Da una parte la soddisfazione che qualcuno li aveva ascoltati. Dall’altra la preoccupazione di non essere stati invitati tranquillamente. Avevano una sorta di disagio…»

Non sapevano neanche se sarebbero tornati… –

«Beh, Oddio, la paura c’era perché era un contesto estero. Ritornati dal viaggio decisero comunque di non continuare più gli studi, poiché probabilmente ne avevano percepito la gravità».

In effetti la possibilità di poter effettuare reazioni termonucleari a bassa energia poteva suggerire applicazioni del fenomeno davvero poco nobili, tipo micro bombe atomiche ad energia controllata….

(Fiorenzo Zampieri)

Link video:  https://youtu.be/sHe5u0eEnxs?t=84

  • Le immagini sono state fornite dall’autore.
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