NUOVA SCULTURA DELLA MASCHERA DI CELESTINO V IN FUSIONE D’ARGENTO; di Camillo Berardi.

 

NUOVA SCULTURA DELLA MASCHERA DI CELESTINO V IN FUSIONE D’ARGENTO

di Camillo Berardi

La pregevole opera è stata realizzata dallo scultore M° Marino Di Prospero di Tornimparte (AQ) e ha sostituito la precedente maschera di cera che presentava segni di deterioramento e raffigurava le sembianze del Cardinale Carlo Confalonieri.

La vita e la storia di Celestino V sono costellate di misteri e curiosità che hanno sempre spinto studiosi di tutto il mondo ad approfondirne indagini e conoscenze, scavando anche nel mito e nelle leggende.

In tempi più vicini a noi, nel 1940, fu nominato Arcivescovo di L’Aquila Monsignor Carlo Confalonieri che nel 1944 volle festeggiare il 650° anniversario della canonizzazione di Papa Celestino V, le cui spoglie erano e sono custodite nella basilica di Santa Maria di Collemaggio.

La Basilica aquilana di Santa Maria di Collemaggio.

 

L’Arcivescovo ordinò la ricognizione canonica delle spoglie del Santo, per la sistemazione delle quali donò il suo anello episcopale e suoi paramenti arcivescovili che, in realtà, non erano consoni per essere indossati da un Papa e neanche da un eremita.

Eremo di Sant’Antonio Abate a Colle del Fico a Ferentino (FR). L’affresco raffigurante Celestino V che depone la tiara papale ( foto G. Pavat 2022)

 

L’allestimento delle spoglie del Santo fu completato con la realizzazione della maschera di cera che coprì il volto del Santo, per la quale l’Arcivescovo Confalonieri volle utilizzare le fattezze del suo viso: gli fu prelevato un calco con il quale fu realizzata la maschera che venne applicata sul cranio di Celestino V.

Questa decisione non fu esente da perplessità: il volto del vecchio Celestino V, vissuto molti secoli prima, ritraeva le sembianze moderne dell’Arcivescovo in carica a L’Aquila, che esercitò il proprio ministero episcopale per altri sette anni e che, successivamente, tornò più volte nel capoluogo d’Abruzzo anche dopo che fu elevato al rango di Cardinale.

Le spoglie di Celestino V erano sempre là, e mostravano le improprie sembianze dell’Arcivescovo.  

In ambiti ecclesiastici diversi da quelli aquilani, ma anche nella comunità cittadina, destò sorpresa l’applicazione della suddetta maschera di cera, perché non esisteva alcuna attinenza tra l’Arcivescovo di L’Aquila Carlo Confalonieri e Papa Celestino V che, peraltro, era stato elevato agli onori degli altari. La singolare figuratività della maschera di cera che ritraeva una persona diversa da San Pietro Celestino – per giunta vivente – parve poco riverente e incongrua nei confronti di un umile anacoreta diventato Santo, che è stato sempre circondato da attenzione e devozione a livello nazionale e internazionale.

Dopo il terremoto che nel 2009 colpì al cuore il capoluogo d’Abruzzo, causando danni gravissimi anche alla Basilica di Collemaggio, risparmiando miracolosamente l’urna di cristallo che conteneva le sacre spoglie di Celestino V, le reliquie furono portate in pellegrinaggio nelle diocesi di Abruzzo e Molise. Al termine di questi numerosi viaggi, si notò che la maschera in cera che copriva il volto del Santo, in più punti aveva subito deterioramenti e segni di scioglimento generati da elevate temperature, nelle circostanze in cui l’urna era esposta al sole nei periodi estivi.

Peraltro, per molto tempo, l’urna è stata posta sul grande basamento di una colonna crollata all’interno della basilica di Collemaggio, sotto la copertura provvisoria in plexiglass del tempio, che consentiva il passaggio dell’irraggiamento solare, generando un doppio effetto serra, sia all’interno della basilica, sia all’interno della lipsanoteca di cristallo.  

Eremo di Sant’Antonio Abate a Colle del Fico a Ferentino (FR), dove si trova il Cenotafio di Celestino V (foto G.Pavat 2023)

 

Al termine dell’intensa “perigrinatio” delle spoglie di Pietro da Morrone, nel 2013 l’Arcidiocesi di L’Aquila decise di effettuare la ricognizione canonica delle spoglie di Celestino V, e dopo aver ricevuto il consenso della Congregazione per le Cause dei Santi per la rimozione dei sigilli dell’urna e per operare sulle reliquie insigni, fu nominata la Commissione per farne la Ricognizione Canonica. Ciò al fine di ricostruire una nuova maschera d’argento con le vere fattezze del volto di Celestino e sostituire la precedente deteriorata e che, come già evidenziato, modellava in cera le sembianze dell’Arcivescovo Carlo Confalonieri.

La ricognizione del cranio, confermò anche che il foro rettangolare presente nella bozza frontale del teschio, fu causato post mortem.    

La realizzazione della nuova maschera del Santo fu affidata all’autorevole artista Marino di Prospero che per la ricostruzione utilizzò tecnologie moderne, ma tenne presente anche le immagini dell’iconografia esistente che riguardava Celestino V e si affidò al suo talento e alla maestria delle sue mani, per conferire alla fredda immagine ricostruita virtualmente, un aspetto realistico, espressivo e solenne.

Ecco come lo scultore Maestro Marino Di Prospero ha descritto il suo lavoro:

“Ho già realizzato in passato maschere funerarie per altri beati (il Beato Giaccardo, e il Beato Alberione): in questi casi il lavoro è stato più facile perché si trattava di corpi mummificati, e relativamente recenti, agevolato comunque dall’ausilio delle immagini fotografiche dei volti.

Nel caso di Celestino V, in primo luogo, ho avuto il compito non facile di rimuovere la maschera di cera con le sembianze del cardinale Confalonieri, che si era saldata perfettamente al cranio, constatando anche che mancava la mandibola. Con l’aiuto del medico legale G. Sacchetti abbiamo ricostruito ed integrato il cranio con il modello di una mandibola perfettamente compatibile, al fine di avere un teschio completo per realizzare un calco di gesso. Su questo calco ho individuato i primi riferimenti obbligati come le orbite oculari e l’attacco delle orecchie, del naso e della bocca. Successivamente con la tecnica degli spessori, delle fasce muscolari e dei tessuti molli ho tracciato la base di riferimento. Parallelamente, un laboratorio specializzato nella ricostruzione virtuale con il laser scanner, ha ricostruito un’anatomia del volto e questa ricostruzione è stata solo un supporto marginale al mio lavoro, in quanto, anche usando metodologie simili, abbiamo avuto esiti formali profondamente diversi. Il risultato dell’operazione con il laser scanner del laboratorio, è stato quello di un volto di un giovane cinquantenne, che doveva essere invecchiato con altro quaranta anni.  

Il mio compito in sostanza non è stato solo quello della modellazione materiale da una ricostruzione virtuale fredda e priva di espressività, ma soprattutto quello della modellazione di un vecchio novantenne, santo, con il volto sereno e rilassato di un morto, che al contempo suscitasse emozione, compito meno scientifico e più artistico”.

Oggi, grazie al pregevole lavoro dello scultore Marino Di Prospero, le spoglie di Celestino V mostrano dignitosamente i tratti originali del vero volto di uno dei Santi più importanti dell’Abruzzo e il Molise, il cui mito ha attraversato i secoli sino ai giorni nostri e continuerà ad affascinare studiosi e credenti di tutto il mondo.

(Camillo Berardi)

Tutte le immagini della nuova maschera di Celestino V sono state fornite dall’autire, che si ringrazia 

 

 

 

 

 

 

 

 

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