PALAZZO MARCHESALE “IL LIBRO IN PIETRA DEI CARACCIOLO” – di Marco Di Donato

Palazzo Marchesale

 

PALAZZO MARCHESALE

IL LIBRO IN PIETRA DEI CARACCIOLO

di Marco Di Donato

L’Italia è un paese ricco di storia e leggende. Grandi popoli con le loro conoscenze e tradizioni ne hanno caratterizzato la cultura, gli eventi e il territorio.

Vi sono poi paesi che nonostante i secoli trascorsi continuano a far emergere tracce del nostro passato, molto spesso rimaste incise nella pietra ma che conservano messaggi ancora oggi sconosciuti.

Tra questi vi è Cervinara, un piccolo paese in provincia di Avellino ai confini con quella di Benevento.

Qui vi è un antico palazzo, Palazzo Marchesale, dimora storica dei Caracciolo tra il 1600 ed il 1800.

Marco Di Donato presso il Palazzo Marchesale

Marco Di Donato presso il Palazzo Marchesale

Questo Palazzo ha una singolare caratteristica: sulla facciata ha 26 simboli che evidenziano una profonda conoscenza esoterica di chi li ha posti. Il palazzo venne edificato nel XVI secolo per volere della famiglia d’Avalos ed ampliato da Francesco Caracciolo – marchese di Cervinara – nella prima metà del XVII secolo. In documento del 1655 il palazzo viene descritto così come oggi lo vediamo. Ma la particolarità di questo palazzo sta nei simboli che il nobile cervinarese fece apporre che, se da un lato richiamano alla mente antiche conoscenze, dall’altro sembrano siano stati apposti con l’intento di voler ostentare il proprio potere e/o appartenenza. Tra i vari simboli qui presenti troviamo una “Croce Patente” dai più nota come “Croce Templare”, una “Losanga”, alcuni “Fiori della Vita”, una “Spada Fiammeggiante” ed altri ancora, per finire con un “Archipendolo”. Sicuramente, più tutti, quest’ultimo simbolo è quello che richiama alla mente un’associazione storica e tuttora esistente, ossia la Massoneria. Gli storici, però, ci ricordano che quest’istituzione nacque il 24 giugno del 1717 e che quindi, teoricamente, siamo lontani di circa un secolo. Pur tuttavia è innegabile che il marchese Caracciolo avesse tali conoscenze, poiché l’apposizione di tali simbologie aveva ed ha un suo messaggio. Un messaggio decifrabile solo da chi era in grado di poterlo leggere e comprendere.

Francesco Caracciolo

Francesco Caracciolo

Ma non solo. Il marchese Caracciolo nell’apporre tali simboli ha tenuto conto anche del significato numerico, del quale evidentemente ne era ben a conoscenza.

Infatti, se vediamo il palazzo nella sua interezza, notiamo che vi sono 3 sequenze simboliche: nella prima, quella che si trova sulla parte destra e quindi a est del palazzo, vi sono 11 simboli, nella seconda, quella a ovest, ve ne sono 7 e nella terza, quella centrale, ve ne sono 8 (precisamente 5+3).

I numeri e le forme utilizzate per scolpire questi simboli hanno il loro significato e pertanto cerchiamo di porre l’attenzione innanzitutto sulla loro numerologia. Il numero undici relativo alla prima sequenza corrisponde nell’alfabeto ebraico alla lettera Caf e rappresenta la lotta intesa come trasgressione della legge. Sant’Agostino riferiva che l’undici era “l’armadio del peccato” e non a caso al significato di tale numero sembra che ci credessero anche i discepoli di Gesù, tanto che dopo la morte per impiccagione di Giuda Iscariota, Pietro non volle rimanere in undici ed elesse Mattia quale dodicesimo apostolo.

Per quanto concerne la seconda sequenza, ossia quella del lato ovest, possiamo riferire che il numero sette ha un forte potere che regola la vita morale dell’uomo in quanto dettata dalla somma delle tre virtù teologali, (Fede, Speranza, Carità) e dalle quattro virtù cardinali (Prudenza, Temperanza, Forza e Giustizia). Il numero sette, infatti, lo troviamo in ogni importante avvenimento religioso: il settimo giorno Dio si riposò, sette sono le braccia della Menorah, sette erano i pani che Cristo moltiplicò, sette erano gli anni impiegati da Re Salomone per costruire il famoso Tempio e così via. Anche da un punto di vista massonico il numero sette ha la sua importanza: sette erano gli anni di apprendistato ed al settenario erano legate le sette arti liberali.

La terza sequenza di simboli, ossia quella presente al centro, è data da un gruppo di otto figure (suddivise in 3 + 5). Anche in questo caso, il numero 8 ha la sua peculiarità. Rappresenta il luogo di passaggio o di transizione che porta a una rigenerazione profonda dell’anima. Quindi, come possiamo vedere, il marchese Francesco Caracciolo, nell’apporre tali simbologie ha sicuramente tenuto conto anche della loro valenza da un punto di vista numerico. Al riguardo dei simboli, tralasciando quelli più noti, cerchiamo di enunciare, per sommi capi, il significato di alcuni di questi: La losanga: Simbolo presente in varie epoche, culture e tradizioni, rappresenta il quaternario materiale attivo e nella sua forma si collega alla mandorla intesa come gloria immortale e quindi come unione fra cielo e terra. La spada fiammeggiante: Simbolo molto particolare, già presente nel Vecchio Testamento allorquando nel biblico episodio della Genesi, i Cherubini cacciarono Adamo ed Eva dall’Eden brandendo spade fiammeggianti (Genesi III,24). La Spada ha sempre avuto grande significato e nel tempo è divenuto simbolo di varie tradizioni. In base all’uso che ne veniva fatto indicava il bene o il male. Se usata in purezza e nobiltà d’intenti rappresentava il potere che esercitava la sua forza benefica e, allo stesso tempo, virtù, bravura, giustizia, dignità e fede. Fu con i Cavalieri Templari che nacque il primo Codice della Cavalleria denominato Cavalleria mistica e la spada divenne simbolo di trasmissione iniziatica. In Massoneria la spada fiammeggiante è una rappresentazione dei guardiani angelici, secondo Wirth la spada è “ il simbolo del verbo, il pensiero attivo, è l’unica arma dell’Iniziato, il quale non potrebbe vincere che con la forza in essa insita”. La spada inoltre viene impugnata dal Maestro Venerabile durante i rituali di passaggio di grado e di iniziazione e nel Rituale Iniziatico Massonico, viene impugnata anche dai difensori della Loggia contro il Profano che entra bendato nel Tempio. L’archipendolo o anche livella è uno strumento che adoperato in ambito lavorativo serve a verificare l’orizzontalità di un elemento costruttivo. In campo simbolico indica il lavoro specifico del Compagno e del Maestro, infatti in questo caso la livella è l’emblema della vita esteriore. Tale strumento viene attribuito al Sorvegliante preposto al controllo delle colonne presenti nel Tempio. Ruota a 6 e 7 raggi: Il simbolo in questione è molto interessante e rappresenta il Sole quale simbolo di Conoscenza e Verità. Il culto del Sole è da sempre stato praticato proprio per l’importanza che l’astro celeste riveste nella vita dell’uomo. Il Sole lo troviamo in ogni cultura e tradizione: nel linguaggio simbolico indiano fa riferimento alla ruota della vita mentre nel buddismo rappresenta la ruota della legge quale forma delle teorie cicliche. Il numero dei suoi raggi differisce a secondo del loro significato. A Palazzo Marchesale troviamo una ruota a 6 ed a 7 raggi. A sei raggi è legato alla sesta ora, al sesto giorno della creazione, al sesto mese (ossia Giugno e quindi al solstizio d’estate). A sette raggi invece è legato alla settenario ed al compimento integrale della Grande Opera attraverso l’acquisizione della Maestria. Tale simbolo trova inoltre correlazione anche con il  “Crismon” il monogramma che l’imperatore Costantino vide in cielo nel 337 d.C. prima della battaglia di Ponte Milvio e che fece apporre sugli scudi dei suoi guerrieri. Il Rosone a diciotto raggi:  Simbolo alchemico per eccellenza, indica il completamento della Grande Opera, ovvero il raggiungimento della perfezione interiore. Nel simbolismo cristiano rappresenta Dio Manifestato, il Cristo e il sacerdozio. Se analizziamo il numero diciotto rappresentato dai raggi del sole, attraverso un procedimento matematico, troviamo: 18 = 9 + 9, 81 = 9 x 9, la somma di 18 + 81 = 99 che rappresenta i nomi di Allah.  Nella Kabbalah è un numero rilevante, infatti, il numero diciotto corrisponde alla parola ebraica Chai, che significa vita. Secondo la simbologia massonica il rosone è trasponibile al tempio massonico, ossia a quel luogo all’interno del quale si incontravano gli appartenenti. Il contenuto di questo articolo rappresenta solo un’anteprima, in quanto molteplici sono i simboli presenti e, in tale contesto, ci limitiamo a descriverne solo qualcuno, al fine di non togliere il gusto di leggere il frutto di questa lunga ricerca confluita nelle pagine del libro “Il Tempio dei Caracciolo ” (ed. Il Papavero) di prossima pubblicazione.

 

Archipendolo

Archipendolo

Croce

Croce Patente

Losanga

Losanga

 

 

 

 

 

 

Rosone

Rosone

Spada Fiammeggiante

Spada Fiammeggiante

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma le particolarità di questo singolare palazzo non finiscono qua. All’interno vi sono sale ricche di storia e dall’incontrastato fascino con disegni e decorazioni di grande pregio e interesse. Tra queste annoveriamo la “Sala della Giustizia”, costruita per volere del marchese Francesco Caracciolo, che custodisce caratteristiche tali da ritenere questo luogo qualcosa di più. Oltre alla sua collocazione (da est ad ovest), questa sala ha un ciclo di affreschi riproducenti gli episodi della Gerusalemme Liberata e su alcuni di essi sono raffigurati maghi e libri con all’interno particolari simbologie. Simbologie non descritte nel capolavoro del Tasso ed aggiunte appositamente dal marchese Caracciolo.

Sala della Giustizia

Sala della Giustizia

Scena della Gerusalemme Liberata

Scena della Gerusalemme Liberata

 

 

 

 

 

 

Analizzando tali simboli nel dettaglio vediamo che ci sono  cerchi, triangoli, spirali, losanghe, ed altro ancora. Metafore che lette nell’insieme rappresentano un messaggio decifrabile da chi aveva particolari conoscenze. Vi è ad esempio un quadrato tangente a un rombo o per meglio dire a una “losanga” con al centro una lettera “G”. Secondo William Hutchinson, la G “contiene la determinazione, la definizione e la prova dell’ordine, della bellezza e della mirabile saggezza del potere di Dio nella sua creazione”. La lettera “G”, in tale contesto, ha numerosi significati: Grande Architetto, Gnosi, Generazione, ma anche God (Dio in inglese). Non a caso la lettera “G” è anche l’iniziale di G.A.D.U., abbreviazione massonica del nome di Dio. Si, ma come detto, la massoneria nacque solo il 24 giugno del 1717, ma com’è stato possibile avere tali conoscenze circa un secolo prima. Forse perché in quella data nacque solo… la massoneria moderna. Di fatto bisogna dire che il termine “massoneria” venne utilizzato solo a partire da quella data in quanto, fino ad allora, specificare un qualcosa di segreto era come dare conferma che esistesse e ciò era vietato. Tale termine fu però una sorta di “convenzione” redatta sulla base di alcuni documenti inglesi medievali dove si parlava di costruttori di cattedrali in libero movimento (FreeMasons). Un’istituzione del genere non poteva nascere dall’oggi al domani ma doveva essere ben definita già da tempo. Ed in ogni caso non bisogna tralasciare il fatto che nei primi anni del 1600 un’altra grande istituzione stavano facendo parlare di se, ossia i Rosacroce. Un’istituzione che aveva gli stessi principi della massoneria e che rappresenta un’unica grande istituzione, vigente da tempo immemore e ancora oggi presente con quell’alone di mistero e misticismo che i secoli trascorsi ancora non hanno sciolto. In questo palazzo è lo stesso marchese Francesco Caracciolo a voler lasciare un messaggio di appartenenza mostrandosi, in uno dei disegni qui presenti, per quel che era. Si ma chi era Francesco Caracciolo? Cosa ha voluto ostentare attraverso le simbologie di Palazzo Marchesale? Quale messaggio si cela tra le pagine di questo misterioso libro in pietra?

 

Marco Di Donato

marco-didonato@alice.it

 

 

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