CREATURE FAVOLOSE E SIMBOLICHE DI TRIESTE – Articolo inedito a cura del Mistery Team Next Generation.,

Ce l’avevano promesso ed ora hanno mantenuto l’impegno. Ecco il primo articolo totalmente a cura dei giovanissimi appartenenti al Mistery Team Next Generation.

1 Golfo di Trieste visto dal castello di Miramare

CREATURE FAVOLOSE E SIMBOLICHE DI TRIESTE

a cura del Mistery Team Next Generation.

In giro per Trieste, sia nel centro città che nei dintorni, è possibile ammirare diverse sculture, fontane, bassorilievi, raffiguranti animali ed altre creature fantastiche, prese dai miti e dalle leggende, ricche di significati simbolici ed allegorici.

Abbiamo scelte alcune raffigurazioni di queste creature favolose, cercando di interpretarne i significati ed i motivi per i quali sono state realizzate.

2 La Sfinge di Miramare(Immagine sopra: La Sfinge a guardia del porticciolo del Castello di Miramare a Trieste  – foto Giancarlo Pavat. Immagine di apertura: il Golfo di Trieste visto dal castello di Miramare – foto Francesco Pavat)

Sfinge

 Solitamente se si sente il termine “Sfinge” si pensa subito al grande monumento egizio che troneggia nella Piana di Giza all’ ombra delle tre celeberrime piramidi.

Pochi sanno che anche a Trieste, in cima al molo del porticciolo del Castello di Miramare, si trova una sfinge egizia in granito rosa di Assuan. Risale al periodo tolemaico (II secolo a.C.). Faceva parte della ricca collezione egizia raccolta da Massimiliano d’Asburgo (1832-1867) durante i suoi viaggi nel Mediterraneo orientale (in particolare in Egitto), grazie alla consulenza scientifica dell’egittologo Simon Reinisch (1832-1919). Alla morte di Massimiliano, l’intera collezione fu trasferita a Vienna ed è conservata al Kunsthistorisches Museum, tranne la Sfinge che è rimasta a fare la guardia a Miramare.

3 Mistery Team Next Generation in action a Miramare

(Immagine sopra: i ragazzi del Mistery Team Next generation al castello di Miramare – foto G. Pavat)

La Sfinge è una creatura mitologica che nella versione “greca” era figlia di Tifone e di Echidna era un mostro con il corpo di leone, coda di serpente, ali di rapace e la testa femminile.

Nella versione “egizia”, a volte può avere la testa di falco (“ieracosfinge”) o di montone (“criosfinge”), ma generalmente la testa è quella di un Uomo. Quella di Giza secondo gli archeologi avrebbe il volto del faraone Chefren.

Secondo il Mito, la Sfinge greca stava appostata sulla strada per Tebe e poneva un indovinello ad i viandanti. L’ indovinello recitava:

“Quale essere al mattino cammina su 4 zampe, a mezzogiorno su 2 zampe, e al tramonto su 3 zampe?”

Siccome nessuno era capace di risolvere l’ indovinello la sfinge li sbranava tutti. Finché si trovò a passare da quelle parti Edipo che risolse l’indovinello rispondendo “L’Uomo”. Perché l’uomo all’ alba, cioè appena nato cammina a gattoni cioè a 4 zampe; a mezzogiorno, cioè da giovane, cammina normalmente; e infine, al tramonto cioè in terza età, cammina con un bastone ovvero la terza gamba. La Sfinge tebana sconvolta dall’aver ottenuto la risposta corretta si gettò dalla rupe sfracellandosi. Aldilà dei significati allegorici e simbolici dell’intero racconto mitologico di Edipo, per quanto riguarda soltanto l’episodio della Sfinge, appare chiaro che rappresenta ancora una volta la capacità dell’Uomo, grazie alla propria intelligenza di superare ogni avversità e sconfiggere i mostri più orrendi. Un po’ come farà Ulisse durante il suo epico viaggio narrato nell’Odissea.

La Sfinge egizia era a guardia del regno dei morti o, meglio ancora, curava che il Faraone avesse una serena esistenza nell’Aldilà.

Sebben la Sfinge triestina di Miramare trovi la propria ragione di essere nella moda per l’Antico Egitto e la passione per l’archeologia di Massimiliano d’Asburgo, è chiaro che possiamo interpretarla proprio come un guardiano. Un custode la Castello e del suo accesso dalla parte del Mare. La leggenda a proposito di una maledizione legata alla Sfinge stessa, in quanto adirata per essere stata strappata dalla terra d’origine, è una storia buona per far provare qualche brivido ai turisti ma è di origine recente e non trova addentellati nella tradizione locale di Trieste. La Sfinge di Miramare è ancora lì, sopravvissuta a mareggiate e alle folgori che l’hanno più volte colpita. Continua a scrutare l’orizzonte del Golfo, spazzato d’inverno dalle raffiche gelide della Bora, sognando e rimpiangendo, magari per davvero, le infinite ed assolate distese d’Egitto.

4 Alcuni draghetti nel castello di Miramare

(Immagine sopra: i “draghetti” del Castello di Miramare – foto Francesco Pavat)

Drago

 Se l’esterno del Castello di Miramare è ben vigilato dalla grande Sfinge di granito, l’interno non è da meno. Al primo piano si nota una piccola vasca con quattro draghetti di bronzo da cui zampilla l’acqua. Il riferimento è alla figura mitologica del drago ma in questo caso non va visto come l’incarnazione del Male ma come figura avente funzioni apotropaiche simili ad i gargoyles.

I gargoyles sono brutti e terrificanti proprio per spaventare gli spiriti maligni. Quindi anche i draghetti di Miramare sono i custodi e i protettori del Castello. Ma non sono i soli.

5 Grifoni nel castello

(Immagine sopra. Alcuni Grifoni nel castello di Miramare foto Francesco Pavat)

Grifone

 Il Grifone è un animale mitologico “composito”; metà leone e metà aquila. Ritroviamo anch’esso nel Castello di Miramare, intagliato nel legno delle balaustre dello scalone monumentale.

Nel Medioevo il Grifone è stato utilizzato come simbolo di Gesù Cristo inteso come essere umano e divino. La parte leonina rappresenta l’Umanità e la parte di aquila rappresenta il Divino. Ma in molte tradizioni il Grifone era custode di enormi tesori solitamente nascosti in grotte di alta montagna. Ma il tesoro può essere anche inteso come un’ arcana e segreta conoscenza.

Con questa valenza i grifoni sono spesso utilizzati per reggere gli scudi con gli stemmi araldici delle più importanti famiglie regnanti.

Infatti nel Castello di Miramare, ove i grifoni abbondano, ne vediamo alcuni sorreggere il trigramma M I M, ovvero Maximilian Imperator Mexico, oppure gli stemmi dello stesso Massimiliano d’Asburgo e della adorata moglie Carlotta del Belgio.

5 I Grifoni che reggono gli stemmi di Massimiliano e Carlotta

(Immagine sopra: i Grifoni che reggono gli scudi con le insegne araldiche di Massimiliano d’Asburgo e Carlotta del Belgio. Immagine sotto: altri Grifoni che in questo caso reggono il Trigramma di Massimiliano d’Asburgo – entrambe le foto sono di Francesco Pavat)

6 Grifoni d'oro e bronzo reggono il trigramma di Massimiliano d'Aburgo

7 Palazzo del Tergesteo a Trieste (1)(Immagine sopra: Palazzo del Tergesteo a Trieste – foto Francesco Pavat)

Cavalli marini

Lasciamo il castello di Miramare e rechiamoci in centro città. Sulla facciata del Palazzo del Tergesteo che si affaccia sulla centralissima Piazza della Borsa, è visibile un notevole altorilievo.

8 Altorilievo del Palazzo del Tergesteo a Trieste

(Immagine sopra: l’altorilievo sulla facciata del Palazzo del Tergesteo a Trieste – foto Francesco Pavat)

L’altorilievo raffigura, dal basso verso l’alto in maniera piramidale, due cavalli marini (“Cavalloni”) aventi la parte anteriore equina e quella posteriore terminante in una sinuosa coda pisciforme. Le due creature fantastiche rimandano alle forze primigenie della Natura, al Caos primordiale da cui tutto ha avuto origine. Ma dal Caos è nato l’Ordine Cosmico ed infatti vediamo che le code dei due cavalli marini attorcigliarsi armoniosamente attorno ad un Caduceo, ovvero il Bastone di Hermes o Mercurio. Il Caduceo funge da “Axis Mundi”, vertice centrale attorno a cui tutto ruota ma pure da elemento ordinatore del Caos rappresentato dai due focosi cavalli marini.

11 Antichi dei a Trieste - Statua di Hermes sul Palazzo della Regione in piazza Unità d'Italia

(Immagine in alto: Statua di Hermes-Mercurio sul palazzo della Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia in Piazza Unità d’Italia a Trieste – foto Francesco Pavat)

Il Bastone di Hermes ha i due canonici serpenti attorcigliati (che rappresentano gli opposti che si attraggono, ma pure le linee di energia degli esseri viventi), due ali e, in cima, una pigna. La Pigna è un simbolo di vita, non solo perché contiene i semi della pianta ma pure perché il suo accrescimento si sviluppa secondo la celebre “Sequenza di Fibonacci”.

La “Sequenza di Fibonacci” che prende il nome da Leonardo Fibonacci, un matematico italiano vissuto nel Medio Evo tra il 1175 e il 1235, che la scoprì, è una serie di numeri in cui ogni uno di questi è la somma dei due precedenti. La sequenza è la seguente 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144 e così via. La spirale di accrescimento della pigna segue questa regola aritmetica, che in Natura la ritroviamo pure nei fiori, nel guscio delle lumache, addirittura nelle galassie cosmiche. In pratica la “Sequenza di Fibonacci” è alla base della Vita stessa.

Inoltre la Pigna ricorda la “ghiandola pineale” ove, secondo gli Antichi si celava l’anima umana.

9 Antichi dei a Trieste - Statua di Athena nel Palazzo della Borsa Vecchia(Immagine in alto: Statua di Athena-Minerva che decora il Palazzo della borsa Vecchia a Trieste – foto Francesco Pavat)

Dietro il Caduceo si vedono un Tridente e una Lancia assomigliante ad una vanga. Probabilmente si voleva raffigurare la Lancia di Athena-Minerva. Quindi nel bassorilievo sono rappresentati, tramite i relativi attributi iconografici, tre divinità dell’Olimpo. Poseidone (Tridente), Hermes (Caduceo) e Athena (Lancia).

10 Antichi dei a Trieste - Fontana di Poseidone-Nettuno in piazza della Borsa(Immagine in alto: la Fontana di Poseidone-Nettuno in Piazza della Borsa a Trieste – foto Francesco Pavat)

I due cavalli marini ed il Tridente si riferiscono all’ attitudine di Trieste ad essere una città marinara. Il Caduceo simboleggiando Hermes che tra l’altro era il dio dei mercanti si riferisce sempre a Trieste come grande emporio europeo. All’operosità fà riferimento pure la “vanga”. Se invece è davvero la Lancia di Athena, allora potrebbe significare che in ogni caso, Trieste è pure una città attenta alla Cultura ed al progresso scientifico.

piazza della Borsa 10-10-16 (106)(Immagine in alto: Piazza della borsa a Trieste – foto Francesco Pavat)

13 Casa Romano piazza della Borsa

(Immagine sopra: Casa Romano in Piazza della Borsa a Trieste – foto Francesco Pavat)

Fenice

Sulla facciata di un Palazzo al civico n.9, chiamato “Casa Romano“, in Piazza della Borsa si ammira un interessante complesso statuario. Si notano il classico Panduro al di sopra della chiave di volta dell’ingresso, un Tritone ed una Nereide, e ai lati due bracieri di pietra. Su tutto troneggia una Fenice che sta risorgendo dal fuoco. Essa stessa appare formata dalle fiamme che ardono sopra una catasta di legna. Secondo la mitologia il motto della Fenice era “POST FATA RESURGO”.

14 Casa Romano - fenice(Immagine in alto: la Fenice di Casa Romano in Piazza della Borsa a Trieste – foto Francesco Pavat)

Infatti si raccontava che la Fenice dopo aver vissuto 500 anni si ritirava in un luogo appartato, si costruiva un nido con i tronchi e vi si posava sopra, i raggi del sole incendiavano la legna, e si lasciava consumare. Ma subito dopo dalle ceneri emergeva una nuova Fenice che volava via.

Per questo motivo la Fenice è diventata un simbolo di Vittoria sulla Morte e quindi di Resurrezione.

Grazie per l’attenzione.

(A cura del Mistery Team Next Generation: Francesco Pavat, Martina Ceppi e Gioia Pavat)

Mistery Team Next Generation

(Il Mistery Team Next Generation al Castello di Miramare- foto G. Pavat)

Spread the love

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *