Grande successo per il 3° Convegno Nazionale sui Templari a Ceccano.


(Immagine di apertura: i relatori del 3° Convegno Nazionale sui Templari a Ceccano. Da sx: Dino Coppola, Giancarlo Pavat, Fausto Puddu dei Templari di S Paterniano, Alessio Patriarca,  Mario Ziccardi, Orazio Vignola direttore responsabile del nostro sito – foto Marisa d’Annibale)

GRANDE SUCCESSO PER IL 3° CONVEGNO NAZIONALE SUI TEMPLARI A CECCANO

Sabato 9 novembre, il maltempo non ha minimamente dissuaso il pubblico da recarsi presso il Castello comitale di Ceccano  (FR) ed affollare la ‘Sala dell’Ottagono”, per assistere al 3° CONVEGNO NAZIONALE SUI TEMPLARI A CECCANO, di cui il nostro sito è stato, anche quest’anno, partner organizzativo.

(Immagine sopra: colpo d’occhio del pubblico nella Sala dell’Ottagono al Castello dei Conti di Ceccano. In prima fila si riconoscono da sx Beppe Donvito,  Marisa d’Annibale,  Orazio Vignola, Marco Mele e l’ex sindaco Roberto Caligiore)

Nessuna manifestazione sarebbe riuscita a muovere così tanto interesse e tanta gente, in un momento certamente delicato per Ceccano (privo di amministrazione comunale dopo la caduta della Giunta guidata dal sindaco dottor Roberto Caligiore lo scorso ottobre NDR) e con un tempo decisamente  inclemente” questo il commento dell‘Avv.  Stefano Gizzi che, come assessore alla Cultura, tre anni fa ebbe, assieme al nostro Giancarlo Pavat, l’idea di questo convegno .

(La Sala dell’Ottagono, dentro e fuori).

Vedere la Sala dell’Ottagono piena (molte persone non hanno trovato posto a sedere e sono dovute rimanere in piedi) è stato un ottimo colpo d’occhio.

Motivo di ulteriore grande soddisfazione per tutti coloro che si sono impegnati nell’organizzazione, soprattutto quest’anno. Infatti molti temevano che il convegno non si sarebbe fatto, vista la fine prematura dell’amministrazione comunale ceccanese. Invece,  sia perché già programmato a suo tempo con delibera di Giunta,  sia perché vi è stata riconosciuta la profonda valenza culturale,  il commissario prefettizio dottor Giuseppe Ranieri ha dato il via libera affinché il 3° Convegno Nazionale sui Templari a Ceccano si potesse tenere regolarmente.

Tra il folto pubblico, oltre ad alcuni ex amministratori e all’ex sindaco dottor Roberto Caligiore (che come primo cittadino aveva fortemente appoggiato le precedenti edizioni), si sono riconosciuti alcuni bei nomi del mondo della Cultura e dell’imprenditoria non solo ceccanese. Dalla professoressa Agata Garofali di Ceccano al dottor Adriano Cutonilli di Giuliano di Roma, dal dottor Marco Mele di Sora alla dottoressa Simona Conti di Frosinone. E ancora……l’Avvocato Enza Petrocchi di Ceccano, Antonio Catalano di Latina, Beppe Donvito e Marisa d’Annibale di Ceccano, il grafico e artista Cesare Pigliacelli di Patrica vincitore quest’anno della 6° edizione del PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO, e l’imprenditore Ugo Di Pofi . Presente anche la consigliera comunale di Villa Santo Stefano, dottoressa Tania Cipolla. 

(Immagine sopra: da sx: Sonia Palombo, Giancarlo Pavat e Tania Cipolla – foto Marisa d’Annibale . Immagine sotto: Antonio Catalano e Giancarlo Pavat, con il nuovo libro di Pavat, che sta riscuotendo un enorme successo ” Guida curiosa ai Labirinti d’Italia “. Alle loro spalle il vessillo dell’antica Contea di Ceccano – foto Marco Mele)

(Immagine sopra: alcuni di coloro che hanno reso possibile la 3^ edizione del Convegno Nazionale sui Templari a Ceccano.  Da sx il giovane Luigi Malizia, Alessio Patriarca, Vincenza Angeletti e Stefano Gizzi. Sotto: Luigi Malizia, Stefano Gizzi e Alessio Patriarca)

Prima dell’inizio vero e proprio del Convegno, i membri dell-associazione “Templari di San Paterniano” , guidati da Fausto Puddu, hanno dato mostra della loro abilità consolle e scudi simulando un’applauditissimo combattimento nel cortile del Castello comitale.

(Immagine sopra: un momento del combattimento dei Templari di San Paterniano. Sotto: i Templari di San Paterniano con Roberto Adinolfi e Giancarlo Pavat)

Ad aprire i lavori del 3° Convegno Nazionale sui Templari a Ceccano è stato il nostro Direttore Responsabile Orazio Vignola, che ha salutato tutti gli intervenuti,  presentato i relatori: Alessio Patriarca di Ceccano, Mario Ziccardi di Campobasso, Dino Coppola di Salerno e Giancarlo Pavat. Di quest’ultimo ha ricordato la notorietà, ormai nazionale ed europea, delle sue ricerche e, in particolare, il fatto che si tratta di uno dei massimi esperti italiani di Labirinti. 

(Immagine sopra e sotto Orazio Vignola apre i lavori del 3° Convegno Nazionale sui Templari a Ceccano – foto Marisa d’Annibale)

Orazio Vignola ha inoltre ricordato che ad ideare il Convegno Nazionale sui Templari a Ceccano, sono stati nel 2017, proprio Giancarlo Pavat e l’allora assessore alla cultura Stefano Gizzi.

(Immagine sopra: l’intervento del Presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone, Daniele Maura – foto Marisa d’Annibale)

Un saluto da parte dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone è stato portato dal Presidente del Consiglio Provinciale Daniele Maura. Il quale ha annunciato che, alla luce della vasta eco che sta suscitando il Convegno Nazionale sui Templari a Ceccano, e dell’indubbio spessore culturale, l’Amministrazione Provinciale ha intenzione di patrocinare le future edizioni.

(Immagine sopra: Giancarlo Pavat in azione – foto Marisa d’Annibale)

Poi ha preso la parola Giancarlo Pavat, il quale, prima di tratteggiare rapidamente gli inizi della storia dell’Ordine dei Templari, ha sottolineato l’importanza del Convegno Nazionale sui Templari a Ceccano  culturale sia come attrattiva nell’ambito del.cosiddetto “Turismo del Mistero”. E a questo proposito ha ricordato l’impegno profuso in questo campo, sin dal 2011 dall’allora assessore provinciale e oggi senatore della Repubblica Massimo Ruspandini.

(Immagine sopra: l’intervento dell’Avv Stefano Gizzi – foto Marisa d’Annibale)

Pavat ha poi ringraziato il pubblico, i relatori che hanno accettato l’invito e, soprattutto, l’avvocato Stefano Gizzi e l’ingegnere Roberto Adinolfi per  l’enorme lavoro svolto affinché anche questa 3^ edizione dell’evento potesse vedere la luce.

Ha preso la parola anche Stefano Gizzi che ha voluto ribadare  l’importantissima opera di riqualificazione,  recupero e restituzione alla pubblica fruizione di diverse sale e ambienti del Castello comitale. Inoltre ha ricordato “le nuove acquisizioni messe a parete a cui ha lavorato Alessio Patriarca, con quegli splendidi stemmi e la grande Pala centrale con la Vergine Maria, che hanno arricchito la Sala dell’Ottagono“. Ha poi concluso con un “VERAMENTE GRAZIE MILLE A TUTTI E COMPLIMENTI SINCERI PER LA GRANDE RIUSCITA DELL’EVENTO.

(Immagine sopra : Giancarlo Pavat presenta il Primo relatore,  Alessio Patriarca – foto Marisa d’Annibale)

(Immagine sopra: l’intervento di Alessio Patriarca)

Il primo intervento è stato quello del giovane Alessio Patriarca : “Contributi inediti sulla storia della chiesa di Santa Maria a Fiume”. Relazione che, a breve, pubblicheremo IN ESCLUSIVA e interamente su questo sito.

 

(Immagine sopra: Giancarlo Pavat presenta il professor Mario Ziccardi. Immagini in basso: l’intervento di Mario Ziccardi)

Il respiro nazionale del Convegno ceccanese è stato ulteriormente ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, anche dalla provenienza geografica dei due relatori che si sono succeduti ad Alessio Patriarca.  Il professor Mario Ziccardi, da Campobasso, che con la sua relazione dal titolo “I Templari e gli itinerari verso la Terrasanta. Il caso di Petrella Tifernina in Molise”, ha intrattenuto il pubblico illustrando l’antico sistema viario del Molise e raffrontandolo con la mappa degli insediamenti dei Cavalieri Templari in quella regione. Sia i possedimenti sicuri, attestati da documentazione coeva autentica,  sia quelli che di cui mancano ancora le prove certe. Partendo dal quadro generale, Ziccardi si è poi soffermato su un caso.particolare.  Ovvero la straordinaria chiesa, vero capolavoro romanico,  di San Giorgio a Petrella Tifernina (CB). Incredibile scrigno di bassorilievi,  sculture e altre opere d’arte di cui ci siamo già occupati sul questo sito a proposito dell’incredibile e rarissimo Labirinto “Caerdroia” inciso su un pilastro della navata, scoperto proprio da Mario Ziccardi e per il quale ricevette il PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO 2015.

(La copertina della rivista svedese VERITAS ARCANA)

E, a proposito del “Caerdroia” molisano, Giancarlo Pavat ha presentato un suo articolo pubblicato sul numero di ottobre dalla rivista svedese VERITAS ARCANA  (e pure dalla versione ininguardabile italiana) in cui, partendo dal.labirinto scoperto da Ziccardi affronta la tematica di simbologie peculiari di culture e civiltà dell’Europa settentrionale incredibilmente  presenti in siti dell’Italia centro-meridionale. Tra cui i simboli presenti proprio nel Castello dei Conti di Ceccano.  Come la “Lancia di Longino” , la “Zampa d’Oca” (o Runa Algirz)  e, soprattutto, la cosiddetta “Swastika lsppone” individuata nel 2016 dallo stesso Pavat su un portale del maniero. Per questo motivo,  Pavat ha ribadito l’importanza delle simbologie scoperte negli ultimi anni nel castello e l’interesse che stanno suscitando anche fuori dei confini nazionali.

(Immagine sopra: Giancarlo Pavat. Sotto alcuni momenti dell’intervento di Dino Coppola)

Per Dino Coppola, sebbene già da tempo sta svolgendo approfondite e multidisciplinari ricerche sulle simbologie del portale e della facciata di Palazzo Gizzi, è stata la prima volta che ne parlava davanti ad un così folto pubblico. E il battesimo del fuoco è stato un successo! Con la sua relazione “L’eredità simbolica Templare a Ceccano. Un’ipotesi di interpretazione esoterica del portale di Palazzo Gizzi a Ceccano”, ha portato all’attenzione della platea un’ulteriore serie di elementi che si possono definire sorprendenti e forse anche inquietanti. Anche per l’intervento di coppola, si rimanda alla prossima pubblicazione su questo sito della sua relazione.

(Immagine sopra: l’intervento finale di Giancarlo Pavat – foto Marisa d’Annibale)

Giancarlo Pavat, con la consueta verve e capacità di catalizzare l’attenzione del pubblico, e forte della sua profonda conoscenza della tematica relativa alla storia dell’Ordine del Tempio, ha proseguito l’opera già intrapresa durante il Convegno del 2018, ovvero la smitizzazione di tutta la congerie di leggende e dicerie nate, anche in tempi recenti e recentissimi, sui Cavalieri Templari. Pavat smonta tutte le fake news e cumuli di sciocchezze che circolano sia sul web che si possono leggere su pubblicazioni (anche veri e propri best sellers), basandosi sul rigore filologico della ricerca storica e archeologica. In occasione del 3° Convegno nazionale sui templari a Ceccano, ha affrontato l’affascinante ma controverso argomento dell’arrivo dei Templari addirittura sul continente americano.

Infatti il suo intervento si è intitolato, appunto, “Templari in America. Realtà storica o bufala mediatica?”. Pavat ha ricordato come il celebre Ordine Monastico-cavalleresco, fondato nel 1118 (questa è la data accettata dalla stragrande maggioranza degli storici) a Gerusalemme, diventato potentissimo nei due secoli circa di vita, agli albori del XIV secolo venne visto come un problema dai i nascenti Stati assolutistici “nazionali”. I suoi membri, fatti oggetto di infamanti quanto false accuse, furono arrestati in Francia nella livida alba del Venerdì 13 ottobre 1307. “Dopo anni di estenuanti processi ed indicibili torture, la parabola dell’Ordine del Tempio si concluse con i roghi del 18 marzo 1314 su un isolotto della Senna, in cui troverà la morte, tra gli altri, anche l’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay” ha spiegato il ricercatore triestino ma che da quasi trent’anni vive nel Basso Lazio “Negli ultimi due secoli (con particolare intensità nei decenni a cavallo dell’Anno 2000) diversi autori e ricercatori (o sedicenti tali) hanno ipotizzato che i Templari avessero fondato delle colonie segrete nelle Americhe ed alcuni di loro vi avrebbero trovato rifugio dopo il 1307. Insediamenti che sarebbero stati cercati anche dai primi esploratori europei nel XV secolo. Come al solito sono state prodotte “prove” a sostegno di tale affascinante tesi che però non hanno retto a serie verifiche e riscontri. In occasione di questo Convegno parlerò in particolare di due “prove” (date per inconfutabili) dello sbarco dei Templari in America. Si tratta di ritrovamenti realmente avvenuti ma che, intrepretati correttamente, si sono rivelati di natura completamente diversa”.

Il primo caso riguarda il casuale ritrovamento di uno “scheletro in armatura” avvenuto nel 1832 nei pressi della cittadina di Fall River, nella contea di Bristol in Massachusetts (USA). Il reperto è andato perduto a causa di un incendio che distrusse il museo della cittadina in cui era conservato. Ancora oggi si trova scritto su diversi libri (e se n’è parlato in documentari televisivi), che si trattava dello scheletro di un cavaliere medievale europeo, identificato, ovviamente, come Templare. Pavat ha invece spiegato (mostrando pure la riproduzione di un disegno dello scheletro eseguito all’epoca del ritrovamento) che la tanto strombazzata armatura non era altro che una semplice piastra di ottone posta sul torace. Oggi gli archeologi statunitensi ritengono che lo scheletro appartenesse ad un nativo americano.

(Immagine sopra: da sx: Giancarlo Pavat, Orazio Vignola, Mario Ziccardi , Marisa d’Annibale e Dino Coppola)

La seconda “prova” di cui si è discusso al Castello di Ceccano è costituita da un masso erratico interpretato come la pietra tombale di un cavaliere medievale europeo. E ciò a cagione del fatto che sul macigno sarebbe visibile un’incisione riproducente la figura di un cavaliere medievale con tanto di blasone sullo scudo. Quello che ormai i media statunitensi (e non solo) chiamano il “Cavaliere di Westford” si trova appunto nell’omonima cittadina, anche in questo caso, sono in molti a dirsi certi che la “Pietra del Cavaliere di Westford” riproduca un Templare morto in America. Addirittura è stato identificato con Sir William Gunn, compagno di viaggio del famoso Henry Sinclair, Earl delle Orcadi che sarebbe giunto in America tra il 1380 ed il 1398, assieme ai fratelli veneziani Nicolò e Antonio Zeno. Aldilà della verità storica dei viaggi dei Fratelli Zeno, in realtà la “Pietra di Westford” non solo non immortala affatto l’effige di Sir William Gunn ma non rappresenta proprio nulla. Quella che sembra la forma di un guerriero medievale è dovuta ai graffi prodotti dall’incessante e millenari a opera di sfregamento dei ghiacciai nordamericani. Senza escludere poi qualche abile ritocco. Oggi, la critica più seria ma, al contempo più aperta mentalmente, allo stato attuale degli studi ritiene che sul masso di Westford sia incisa (da mano umana) soltanto una sorta di spada o coltello. Anche in questo caso è assai probabile che l’autore sia un nativo americano.

Al termine del suo applauditissimo intervento, Giancarlo Pavat ha ringraziato tutti per la presenza all’evento, ha rimarcato l’importanza del recupero, valorizzazione e apertura al pubblico di tutto il patrimonio culturale, artistico, storico e architettonico non solo di Ceccano, anche per creare un virtuoso circuito economico, ed infine si è augurato di ritrovarsi tutti alla prossima edizione del Convegno Nazionale sui Templari a Ceccano..

(LA REDAZIONE)

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