Puglia misteriosa. SPUNTI PER UN’INTERPRETAZIONE ETERODOSSA DI ALCUNE DECORAZIONI DELL’AMBONE DELLA CONCATTEDRALE DI BITONTO. di Giancarlo Pavat

 

Immagine di apertura : la decorazione del parapetto della scala che porta all’ambone della Concattedrale di Bitonto  (BA)

PUGLIA MISTERIOSA.

SPUNTI PER UN’INTERPRETAZIONE ETERODOSSA

DI ALCUNE DECORAZIONI DELL’AMBONE

DELLA CONCATTEDRALE DI BITONTO.

di Giancarlo Pavat.

La Concattedrale (o Duomo) di Bitonto (BA), dedicata a San Valentino, venne innalzata tra la fine del XII e gli inizi del XII secolo, sui resti di un edificio precedente databile ad un arco temporale che va dal 1087 al 1095.

L’edificio monumentale è considerato come l’esempio più completo e straordinario dello stile romanico in Puglia.

Tra le opere d’arte più interessanti dal punto di vista simbologico, che si possono ammirare all’interno della Concattedrale, un posto d’onore lo occupa certamente l’ambone

Oggi è visibile sul lato destro della navata centrale, ma originariamente si trovava tra le ultime due colonne a sinistra della navata.

2-3. Immagini sopra e sotto: l’ambone della Concattedrale di Bitonto (BA)

Realizzato quasi interamente in marmo, possiede un lettorino riccamente scolpito con preziosi intagli e trafori, a cui si appoggia la scultura di un’aquila, sostenuta da un telamone con i fianchi avvolti da un perizoma.

4. Immagine sopra: l’ambone della Concattedrale di Bitonto (BA)

Sotto l’aquila compare la scritta “JOHANNES“, mentre altri due simboli degli evangelisti, il toro e il leone, sono inseriti sulle due colonnine tortili (sotto il toro a destra è ancora leggibile l’iscrizione “LUCAS“).

L’iscrizione sembra indicare l’aquila come il simbolo dell’Ultimo Evangelista. Trattasi quindi di un “Aquila giovannea” ma, se si “legge” l’opera da una visuale laica e, soprattutto, del punto di vista della congerie culturale del grande Federico II di Svevia, lo “Stupor mundi, ecco che il rapace diventa automaticamente il simbolo dell’Impero e assume ulteriori valenze esoteriche di cui ci siamo già occupati in altri lavori.

Elemento decisamente interessante, non soltanto dal punto di vista artistico ma pure simbolico, è il grande cristallo di rocca di forma globulare incastonato al centro del petto dell’aquila.

Dell’ambone conosciamo il nome dell’artefice grazie ad una iscrizione presente sotto il lettorino. Infatti l’epigrafe recita;

HOC OPUS/FECIT NICOLAUS/SACERDOS ET MAGIS/TER ANNO MILLESIMO/DUCENTESIMO VICESIMO/NONO ĨDICTIONIS SECUNDE

Una seconda epigrafe corre lungo il bordo inferiore della base del lettorino e vi si legge;

DOCTA MANUS ME FECIT AD HOC UT LECTIO VITAE HIC RECITATA FERAT FRUCTUS MENTIS.

La realizzazione dell’ambone viene, quindi, attribuita a tale “Nicola”, indicato come sacerdote e maestro e la data al 1229.

Si tratta del medesimo artista che ha collaborato alla costruzione del campanile della cattedrale di Trani. Infatti, sul cornicione di coronamento del basamento si firma col titolo di “SACERDOS ET PROTOMAGISTER“, termine che sembrerebbe indicare che il campanile sia successivo all’ambone bitontino.

Gli storici dell’arte vi hanno riconosciuto stilemi rintracciabili in opere d’arte di epoca ottoniana come il pulpito di Enrico II nella cattedrale di Aquisgrana (oggi Aachen in Germania).

 

5-6. Immagine sopra: la teoria di personaggi insigni coronati della decorazione del parapetto della scala che porta all’ambone della Concattedrale di Bitonto  (BA). In basso: particolare di due dei personaggi coronati.

Sull’ambone sono scolpiti i simboli dei quattro evangelisti e sul parapetto della scala si nota una sorta di “sfilata” di INSIGNI PERSONAGGI CORONATI.

Fino a qualche tempo fa si era voluto riconoscere i Re Magi, dando, quindi, una lettura sacra della decorazione.

In realtà esistono altre due letture, in qualche modo complementari.

Nella figura sul trono è stata identificata la Tyche (Fortuna-Destino) (1) e i tre personaggi sarebbero gli Imperatori Hohenstaufen: Federico I “Barbarossa”, Enrico VI o Federico II.

La seconda interpretazione vede quattro imperatori svevi. Il personaggio assiso in trono sarebbe il “Barbarossa”, capostipite della linea diretta degli Hohenstaufen. Per passare al figlio Enrico VI, a Federico II, e per finire con suo figlio Corrado IV.

A conferma di queste due interpretazioni di natura laica e imperiale della scena contro quella sacra, sarebbe la presenza, in corrispondenza dell’angolo retto, di un’Aquila, simbolo dell’Impero degli Svevi.

7. – Immagine sopra: l’Aquila, simbolo dell’Impero degli Svevi nella decorazione del parapetto della scala che porta all’ambone della Concattedrale di Bitonto  (BA).

 

Secondo l’Enciclopedia Treccani la decorazione della lastra laterale dell’ambone andrebbe letta “riallacciandosi al testo di una predica di un diacono di nome Nicola (ma si tratta del medesimo artefice dell’ambone NDA) pronunciata in occasione dell’ingresso a Bitonto di Federico II reduce dalla crociata, attraverso un puntuale riscontro delle metafore in essa contenute, Schaller identifica i personaggi con Federico I Barbarossa, seduto in trono, la Virga Aaron in tabernaculo del testo e, a seguire, Enrico VI che prende dalle mani lo scettro, Federico II, la Virga de radice Jesse, e Corrado IV. Nel volatile ci sarebbe il richiamo al simbolo araldico svevo, mentre la presenza di due sole corone ricorderebbe il passo della predica in cui si afferma che nel tabernacolo dell’alleanza si trovano due sole corone auree, ma delle due superiore è la seconda, così come la grandezza e dignità di Federico II superano quella del suo avo.

In pratica, il rilievo rappresenterebbe, dunque, un “albero di Jesse secolarizzato”, in cui troverebbe voce la concezione dell’unità e continuità del potere svevo enfatizzata, per gli aspetti simbolici, dall’identità del REX ET SACERDOS.

L’idea dell’imperatore quale VICARIUS CHRISTI, ovvero SUCCESSOR CHRISTI IN REGNUM, renderebbe il rilievo bitontino quasi un manifesto in pietra di quella visione federiciana del mondo che si andava elaborando proprio negli anni segnati dalla conquista della città santa di Gerusalemme”.

8. Immagine sopra: uno dei due personaggi coronati che coglie un “uovo di drago”.

Quindi, nonostante la presenza di elementi iconografici decisamente religiosi (come la presenza dei simboli del tetramorfo e della vegetazione del Giardino paradisiaco), “nell’ambone bitontino potrebbe così celarsi il riferimento a un luogo simbolico: un omaggio all’imperatore” (2) oppure un vero e proprio manifesto o messaggio dello “Stupor Mundi”.

 

Uno degli elementi interessanti della decorazione sono quella specie di frutti che sembrano pendere dagli archetti ciechi a ghiere multiple. Gli ultimi 3 a destra, sembrano pendere o fuoriuscire dalle bocche di tre faccine o musi zoomorfi. Sembrarono piccole teste di drago. Pertanto, quelli che sembrano frutti non sono frutti. Ma UOVA, UOVA DI DRAGO. E qui torna alla mente la valenza esoterica delle UOVA DEL DRAGO.

9-10. Immagine sopra: l’altro personaggio coronato intento a cogliere un “uovo di drago”. In basso: l'”Uovo del Drago”

Abbiamo già visto in altri articoli pubblicati su questo sito che il DRAGO (e pure la Viverna) custodisce tesori. Non solo quelli materiali. Ma pure quelli della Conoscenza e del Sapere esoterico. Ma solo 2 dei 4 personaggi stanno cogliendo i frutti/uova.

Quello assiso in trono sembra voler passare al secondo una sorta di giglio o Alabarda. Forse indica la trasmissione del Potere regale. Gli altri due, quelli in cui si è voluto identificare Federico II e Corrado, sembrano interessati solo ai frutti/uova. Quindi, SONO INTERESSATI a cogliere il tesoro della Sapienza che i draghi custodiscono.

Siccome dalla Storia non si evince che Corrado fosse interessato alla Cultura e alla Conoscenza, è PIÙ PROBABILE che il QUARTO PERSONAGGIO sia il figlio prediletto e VERO EREDE, almeno dal punto di vista culturale e sapienziale. Ovvero Manfredi.

Ma questa è tutta un’altra storia.

(Giancarlo Pavat)

NOTE:

  1. Venturi (1904) parla di Salomone che riceve la regina di Saba.
  2. Enciclopedia Treccani, “cattedrale di Bitonto” di Luisa Derosa – Federiciana (2005).

 

  • SE NON ALTRIMENTI SPECIFICATO, LE IMMAGINI SONO STATE FORNITE DAL DOTTOR PINO LECCE, CHE SI RINGRAZIA PER LA GENTILEZZA. 

11. Immagine sopra: quella che è stata identificata come una rappresentazione simbolica  della trasmissione del Potere regale. ma forse vi è rappresentata la trasmissione della “Conoscenza esoterica”.

12. immagine sopra: Giancarlo Pavat con il pluricampione del Mondo di vela Fabio Montefusco a Bitonto (foto G. Pavat 2017)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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