Clamoroso!!!!! L’Archeoclub di Alatri rintraccia le due misteriose collane arcaiche di Alatri di cui non si sapeva più nulla da oltre un secolo!!!

Nel 1903, l’archeologo padre Anton Cesare De Cara sulla rivista dei Gesuiti “La Civiltà Cattolica” (fasc. 1274 del 18 luglio del 1903), nell’ambito delle sue ricerche sulle cosiddette “Città Saturnie” del Lazio Meridionale, scriveva: “Certo è che una collana di tipo arcaico orientale che altri riconobbe per miceneo o ad esso affine, si conserva nel museo del Campidoglio e la sua provenienza è da Alatri, città pelasgica”.

Nel corso del tempo, di questa fantomatica collana non si è mai saputo più nulla. Invano diversi ricercatori, soprattutto alatrensi, hanno tentato di ritrovarne le tracce. Anche perchè qualcuno ha ipotizzato che potesse essere un indizio (se non una prova) dei contatti (se non addirittura delle origini) di Alatri ( e delle altre città con Mura Megalitiche del Basso Lazio) con la Grecia micenea, l’Anatolia o comunque l’Oriente mediterraneo.
Ebbene ora, dopo oltre un secolo, forse qualcosa sta tornando alla luce grazie alla caparbietà dei ricercatori e dei membri dell’Archeoclub di Alatri.

Ma lasciamo la parola allo stesso Archeoclub che ci aggiorna sulle entusiasmanti novità che stanno emergendo in questi giorni.

ECCO LE COLLANE DI ALATRI!

di Rocco Torre e Giancarlo Rossi
Archeoclub d’Italia – Sezione di Alatri.

E’ da qualche mese che si sente parlare di “antiche” collane trovate nel territorio di Alatri e delle quali si erano perse le tracce.
Ripercorriamo per sommi capi la storia recente di questi “nuovi avvistamenti”.

Era il 1° gennaio del 2013 e presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma, era stata organizzata una visita guidata a cui hanno partecipato un membro della sezione di Alatri dell’Archeoclub d’Italia e sua consorte.
La notizia di questo avvenimento era stata riportata in un articolo di giornale, a tiratura nazionale, nel quale si precisava che, in quella stessa occasione, si sarebbe potuto visitare anche il “Tempietto etrusco – italico” ritrovato ad Alatri. Come noi alatrensi sappiamo bene, il tempietto, i cui resti sono stati rinventi intorno al 1880 nella zona de “La Stazza”, è stato ricostruito in scala 1:1 nei giardini dello stesso Museo.
In quegli stessi giorni era visitabile anche la mostra sull’ambra (resina fossile, prodotta dagli alberi, normalmente quelli più resinosi) dal titolo : “Ambra. Dalle rive del Baltico all’Etruria”; per cui i nostri compaesani hanno potuto osservare quali splendidi gioielli, anche in tempi antichi, sono stati realizzati utilizzando questo materiale.

Osservando le varie collane esposte, i nostri visitatori, con grande sorpresa, sotto una di esse, hanno potuto leggere :

III.10. Collana
Detta “proveniente da Alatri” .
Ambra e oro. Lungh. 16,8. Integra. Corrosione di alcuni elementi in ambra. Roma, Museo Nazionale
Etrusco di Villa Giulia.

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Nella descrizione presente sul catalogo veniva precisato : “La collana è composta da un filo liscio, in oro, ritorto ad ellissi in cui sono infilati quattro grandi vaghi cilindrici, sei pendenti figurati a forma di scimmietta accovacciata e un’anforetta posizionata al centro, tutto in ambra. Ricomposizione del Castellani con materiali archeologici. Le scimmiette accovacciate, a profilo ricurvo, (…) sono diffuse in ambiente etrusco e nel Latium vetus in tombe dell’Orientalizzante antico della fine dell’VIII – inizi del VII sec. a. C. (cfr. collana di Vetulonia, Circolo dei Monili: Von Hase 1984, pp. 272, 274, fig. 15:2).
Seconda metà del VII secolo a. C.”

Tornati a casa, la notizia si sparge tra gli appassionati e il signor Giancarlo Rossi, da buon Presidente della sezione dell’ArcheoClub di Alatri, si attiva e, dopo numerose ed articolate ricerche digitali, trova sulla rete una pubblicazione particolare :

“G. Pinza, 1905. Monumenti primitivi di Roma e del Lazio antico.”

A pag. 552 e 553 di questa poderosa ed interessantissima opera, l’autore descrive un oggetto ritrovato ad Alatri, anche esso facente parte di una collezione dei Castellani, in parte donata al museo Capitolino :
“La fig. 161 tratta da una fotografia favoritami dal comm. Castellani riproduce, acconciati modernamente per esporli, vari vezzi componenti una collana ritrovati in un sepolcro ad Alatri.
I dischetti sono della cosiddetta mezza porcellana color celeste; i due tubetti colle estremità assottigliate sono eseguiti ciascuno con un pezzo di filo d’oro ritorto e girato quindi a spira; infine i pendaglietti lanceolati ed a bulla muniti di passante, sono eseguiti tutti in oro.” Constano, come mi avverte il comm. Castellani, di una sottile laminetta d’oro intagliata a disco o a foglia, munita di una breve appendice o linguetta a nastro, che ripiegata su se stessa costitui’ il passante. Codeste laminette furono poi decorate a sbalzo col sussidio di diversi punzoni; con uno a punta ottusa girata a mano sulla laminetta disposta su di una tavoletta di legno dolce, o su un piano di analoga consistenza, si ottennero le linee continue rileate sul diritto, incavate nel rovescio; con altri si impressero i puntini ed i bottoncini; infine un ultimo punzone servi’ ad imprimere le borchie nei dischi.”
Dopo una dettagliata descrizione delle modalità di lavorazione, l’autore propone : “L’età di questo gioiello è incerta; una collana del tutto simile è rilevata in una terracotta di Gela del V sec. a. C. che ho potuto esaminare nella collezione del cav. Russo.”

Ormai, quindi, è ufficiale : le collane antiche trovate ad Alatri sono addirittura due!
Non solo; di esse si hanno a disposizione anche delle fotografie : per la prima, la foto è a colori.

new_collana di Alatri - Musei Capitolini Roma

Giusto qualche giorno fa, in occasione della presentazione del libro del Prof. Gianni Boezi : “IN CAPUT ANGULI”, edito dall’Associazione culturale “Le Mura” e dedicato agli studi archeoastronomici di Don Giuseppe Capone, l’Autore, a pag. 145, riporta quanto scritto da Padre Anton Cesare De Cara ne “La Civiltà Cattolica”, fasc. 1274, del 18 luglio del 1903, : “Certo è che una collana di tipo arcaico orientale che altri riconobbe per miceneo o ad esso affine, si conserva nel museo del Campidoglio e la sua provenienza è da Alatri, città pelasgica.”
Anche se di quest’ultima collana non si hanno rappresentazioni di nessun tipo, non è escluso che essa corrisponda ad una delle due, prima riportate.

Quindi, riassumendo, almeno due sono le collane sicuramente “provenienti da Alatri” di cui abbiamo ritrovato le tracce: una è conservata al Museo di Villa Giulia; l’altra, forse, ai Musei Capitolini.
La prima fa sicuramente parte della Collezione Castellani, ma attualmente non è esposta.

Sarebbe importante capire dove sono effettivamente conservate le varie (due ?) collane “ritrovate” e, di conseguenza, tentare di far giungere al Museo di Alatri, in prestito temporaneo, i suddetti gioielli e, perché no, anche altro materiale; si potrebbe così organizzare ad Alatri una interessante mostra!

NB: durante il nostro lavoro di indagine, si è appreso, tramite i media nazionali, di un furto, avvenuto all’interno del museo di Villa Giulia, riguardante oggetti orafi custoditi all’interno di esso. Anche se poi non si è saputo più nulla della vicenda, speriamo che nella refurtiva, non sia capitata una della…… nostra collana.

(Rocco Torre e Giancarlo Rossi)

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