Il mistero del labirinto “Templare” di Tarry Town a Temple Cowley in Inghilterra; di Giancarlo Pavat.

1 Labirinto di Sheperd's race- disegno tratto da Atlante dei Misteri di Hitching - De Agostini 1982

IL MISTERO DEL LABIRINTO “TEMPLARE” DI TARRY TOWN A TEMPLE COWLEY IN INGHILTERRA.

di Giancarlo Pavat.

Come ho già avuto modo di sottolineare in diverse occasioni e, soprattutto, nell’articolo “L’affresco con il “Cristo nel labirinto” di Alatri, un enigma europeo” (della scorsa primavera),

(a lato: Disegno del Labirinto di “Sheperd’s race”, tratto dal volume “Atlante dei Misteri” di Francis Hitching, edizione italiana De Agostini -1982).

leggibile in questo sito ed in quello più recente, intitolato “Templari e labirinti: lo strano caso del Cristo nel labirinto di Alatri”, pubblicato il 16 novembre 2012 su “Tradizione Templare”, (http://tradizionetemplare.blogspot.it/),

aldilà dell’attribuzione ancora misteriosa dell’affresco alatrense e del fatto che i Cavalieri Templari rimangono tra i papabili per il ruolo di conmmittenti del “Cristo nel labirinto” (al pari dei monaci cistercensi o dei frati francescani), è del tutto fuorviante e intellettualmente scorretto affermare che i Templari nel corso dei due secoli della loro storia, abbiano realizzato labirinti.

Personalmente ritengo che l’affresco alatrense sia in qualche modo collegato agli altri labirinti medievali unicursali “Chartres type” sparsi per l’Italia e l’Europa; a Roma, Lucca, Pontremoli, Pavia, a Chartres in Francia e a Grinstad in Svezia. Forse facevano tutti parte di un particolare percorso spirituale o iniziatico. Ma questo non significa che i labirinti in argomento siano stati commissionati o utilizzati dai “Cavalieri dei Bianchi mantelli”
Nonostante i Templari, come gli altri ordini monastici, sia regolari (ad esempio i Cistercensi) che ospitalieri e cavallereschi (come gli Antoniani), abbiano utilizzato molte simbologie (spesso mutuate da altre civiltà e culture), ad oggi non esiste alcuna prova che abbiano mai realizzato labirinti. In alcun luogo d’Europa o del Mediterraneo.

Eppure nel “Mare magnum” della letteratura sull’Ordine del Tempio si trova di frequente la citazione di un labirinto definito “Templare”.
Si tratta dell’esemplare (di cui ho già parlato nei miei due articoli di cui sopra), oggi non più esistente, che era stato intagliato nel manto erboso (quindi si trovava all’aperto e non in una chiesa o altro edificio sacro come i sette labirinti “Chartres type”), nella località detta “Tarry Town” (nome forse derivato dal termine “Troy Town”, con cui venivano e vengono chiamati in Inghilterra i labirinti del modello “classical” o “baltico”, quelli che in Svezia sono definiti, appunto, “Trojaborg”), nel villaggio di Temple Cowley, poco distante da Oxford, in Inghilterra.

new_TARRY TOWN lab scomparso nel 1852 - dis G Pavat

Ho avuto modo di leggere personalmente su molti libri inglesi dedicati ai labirinti che l’attribuzione ai Templari viene corredata anche dall’affermazione che il labirinto veniva usato per riti iniziatici o qualcosa del genere. Ogni commento è superfluo.

Per fare chiarezza mi sono, dunque, rivolto ad uno dei massimi esperti mondiali in fatto di labirinti, l’inglese Jeff Saward, (Saward ha parlato del labirinto di Temple Cowley a pag 127 del suo libro “Labyrinths and Mazes”, purtroppo mai tradotto in italiano ed ora introvabile anche nelle edizioni inglese ed americana) il quale ha confermato senza ombra di dubbio che tutto ciò è un falso clamoroso.

Tutto ciò era stato già da me pubblicato ma ora, visto che, sempre nell’ambito delle ricerche sull’affresco alatrense, si è tornati a parlare di “Labirinti Templari”, si è deciso (ritenendo di fare un’opera di alto profilo culturale e divulgativo) di pubblicare non solo la e-mail con al quale Jeff Saward ha categoricamente smentito che il labirinto “Tarry Town” abbia a che fare con il Tempio (si tenga presente nel villaggio di Temple Cowley è davvero esistita una precettoria templare ma il labirinto in argomento venne realizzato, quasi certamente, non prima del XVII secolo, quindi ben dopo la fine dell’Ordine) ed uno dei testi inglesi (con la traduzione in italiano) in cui c’è la fantomatica attribuzione, ma pure, grazie all’autorizzazione dello stesso Saward, di un articolo scritto nel 1987 dal ricercatore di Oxford Damon Williams ed uscito nel 1989 sul numero 22 della rivista “Caerdroia” (fondata e diretta da Saward, sorta di “bibbia” mondiale per gli studiosi ed appassionati di labirinti), in cui viene narrata la “vera storia” del labirinto in questione.

new_1 copertina di MAZES AND LABYRINTHS IN GREAT BRITAIN di John Martineau

Il testo in cui si attribuisce il labirinto di “Tarry Town” ai Templari, che qui di seguito è possibile leggere, è tratto dal libro “Mazes and Labyrinths in Great Britain” di John Martineau (prima edizione 1996, seconda edizione aggiornata e revisionata 2005).

TARRY TOWN
from “Mazes and Labyrinths in Great Britain” by John Martineau

Tarry Town sone Templar turns.

Two miles outside Oxford lies the village of Temple Cowley and here was once found the most simple labyrinth in the country. The Order of the Knights Templar were once the landowners and members of this erudite and secretive body used walk the path as part of their initiations. The labyrinth was sadly destroyed in 1852.

This is only exemple of a four-circuit labyrinth known to have existed anywhere in the British Isles, it measured sixteen and a half feet across.

As in all good labyrinths the walker initially heads straight for the centre but is diverted on a much longer journey in the process. A useful rhyme elaborating on this theme was reputledy recited by those walking this design:

So my boy, you wish to merry,
Twere better far for you to tarry,
Each one’s load’s enough to carry,
And it’s doubled when you marry.

new_TARRY TOWN

Traduzione in italiano:

TARRY TOWN
Tarry Town sone Templar turns.

Due miglia fuori Oxford si trova il villaggio di Temple Cowley e qui è stato una volta trovato il labirinto più semplice del paese.
L’Ordine dei Cavalieri Templari era una volta proprietario terriero ed i membri di questo corpo erudito e segreto erano soliti camminare nel percorso (del labirinto) come parte del loro iniziazioni. Il labirinto è stato purtroppo distrutto nel 1852.

Questo è solo un esempio dei labirinti a quattro circuiti che si sa essere esistiti da alcuna parte nelle Isole Britanniche, misurava sedici piedi e mezzo di diametro.

Come in tutti i buoni labirinti, il deambulatore si dirige inizialmente dritto per il centro, ma viene deviato in un viaggio molto più lungo nel processo. Una filastrocca utile elaborare su questo tema è stato ripetutamente recitata da coloro che percorrevano questo disegno:

So my boy, you wish to merry,
Twere better far for you to tarry,
Each one’s load’s enough to carry,
And it’s doubled when you marry.

Jeff Saward

(Nella foto, lo studioso inglese Jeff Saward – www.labyrinthos.net)

Ed ecco il testo della e-mail del 29 febbraio 2012 con la quale Saward mi ha confermato che non c’è alcuna prova che il labirinto di “Tarry Town” abbia avuto a che fare con i Templari.

“The turf labyrinths at Temple Cowley, and there were 3 different copies (but probably all the same general design), were situated on open public land at Bullingdon Green, near Temple Cowley. All are now long since destroyed.
There is no evidence that these turf labyrinths were associated with the Templars (that’s just a piece of fancy written by Martineau!), indeed they were surely made long after the Templars, as the labyrinths were also accompanied by a numbers of turf-cut “Morris” games – and these are known to have become popular during the 16th century onwards”

Traduzione in Italiano.

I labirinti in erba della Temple Cowley, erano tre copie diverse (ma probabilmente tutti con lo stesso disegno generale), si trovavano sul suolo pubblico aperto a Bullingdon Green, nei pressi di Temple Cowley. Tutti sono ormai da tempo distrutti.
Non ci sono prove che questi labirinti in erba fossero collegati con i Templari (che è solo un pezzo di fantasia scritto da Martineau!), anzi sono stati sicuramente fatti molto tempo dopo i Templari, i labirinti erano stati associati anche ad un certo numero di giochi “Morris ” intagliati nel tappeto erboso – e questi sono noti per essere diventati popolari dal corso dei XVI secolo in poi”

Herbert Hurst sketch of the Cowley turf labyrinth da www.labyrinthos.net

Ed, infine, ecco l’articolo di Damon Williams pubblicato sul numero 22 di “Caerdroia” nel 1989 (vedi anche www.labyrinthos.net).

About three miles to the east of Oxford lies Shotover Hill, formerly part of a large forest whose western edges stretched down towards the Cowley area where it met an area of common land known as Bullingdon Green.
It was on the fringes of this common that until the middle of the last century could be seen two “Troytown” mazes cut in its turf. The origins of these are unknown now, but the last twenty years of their existence have been recorded by a local historian who lived at Cowley in the mid-nineteenth century.

His name was Herbert Hurst, born in 1833 in what was then the small village of Temple Cowley. He mentions the existence of two mazes in his book “Rambles and Rides around Oxfordshire” published In 1885, but most of the known facts about them come from a 1909 lantern slide lecture he gave to the “Dorset Antiquarian Society”.

According to this, the older of the two mazes had been cut into the corner of Bullingdon Green nearest Temple Cowley on land which had once been occupied by the Knights Templar, who had a preceptory here from the year 1139.
Though now known simply as “Temple Road,” the site of the Templar’s buildings was once known as “Cobblers’ Knoll.”
This might have a bearing on the origins or purpose of the maze, as it is well known that in both this country and Europe there have been mazes which have had some connection with guilds of shoemakers, who looked after their upkeep and who performed ceremonies at them on certain times of the year.
The “Windelbahn of Stolp” in Poland and the “Shepherds’ Race” maze at Shrewsbury being two of the more well known examples.

According to Hurst’s drawing of the Cowley maze, it was quite small having a diameter of 16.5 feet (5.03 m.), and had just four paths of 18 inches (45 cm.) width.
It must be remembered though that he was recording this information fifty years after the mazes had been destroyed, so his memory and those of the elderly people who remembered them may not have been totally accurate.
As a child in the 1830’s, Hurst paid many visits to the Temple Cowley maze and its twin nearby, in the company of his nursemaid who he remembers recited a little rhyme as she carried young Herbert through them. It runs:

So my son you wish to marry,
‘Twere better far for you to tarry,
Each one’s load is enough to carry,
And it is doubled when you marry.

The local name of these mazes was “Tarrytown”, which appears simply to be a corruption of the name “Troytown.”
1852 saw the destruction of the Temple Cowley “Tarrytown” when the land it was on was enclosed and ploughed up.
However, an exact copy of it had been made on another part of the common further east, toward Shotover at the top of “Hollow Way”, near a lane leading to “Elder Stubbs.”

Tradition attributed the making of this copy to the local shepherds, who were careful to copy the dimensions of the original exactly.
It was considered to be of great age, but again, we don’t know when exactly it had been cut.
However, it had been known for some time before its destruction that the Temple Cowley maze had been threatened by the advance of a rubble-filled pit, “Isaac’s Pit,” which was continually extended nearer and nearer to it.
Could the shepherds have feared the loss of this venerable resident of the green and decided to make a faithful replica of it nearby, but well out of harm’s way?

This second maze lasted until the building of Cowley barracks, not long after the disappearance of the first one.

As well as these “Tarrytowns,” there could also be found a number of Nine Men’s Morris games cut into the Green.
The shepherds were credited with the making of these and were called “Shepherd’s Chess.”
That the cutting of these shapes on commons and greens was quite usual in the region is made clear by this description by the Rev. Thisleton:
“In that part of Warwickshire where Shakespeare was educated, and the neighbouring parts of Northamptonshire, the shepherds and other boys dig up the turf with their knives to represent a sort of imperfect chess board. It consists of a square only a foot in diameter sometimes three or four yards…”

“The “Cowley nine-men’s-morrises” were usually never more than two feet square and as well as bearing the name “Shepherd’s Chess,” were also known as “Mervals” and “sticks and stones.”

The third of this trio of turf labyrinths is another which had been made by a member of Hurst’s family two years after the original was destroyed.
It was made near “Rock Cottage”, lower down in the village near that part of “Temple Road” which today joins “Salegate Lane.”
This one did not enjoy too long a life, being thwarted by a group of elm trees whose falling leaves soon clogged up the paths.
This, like the second one near the top of “Hollow Way” was an exact copy of the first, which had lain where today “Crescent Road” meets “Junction Road”, between “Crescent Close” and the corner of the Morris Motors sports ground.

One other resident of Bullingdon Green might be worth mentioning here as one of Hurst’s informants, a Mr. Alden, is recorded as remembering what he thinks was another maze on the south slopes of Shotover Hill.
No evidence exists for this supposition and nobody Hurst knew, who remembered the other mazes, or even Hurst himself, had any knowledge of this fourth one.

May I suggest that what Mr. Alden is really referring to is the turf cut figure of a giant, which used to lay on the south western slopes of Shotover and which seems to have resembled the Cerne Abbas figure. Local tradition, recorded in the 1890’s, had this giant throwing stones or arrows over to a rival giant living on the other side of Shotover Hill. He was called “Harry Bear” by the locals of Headington Quarry and lived at a spot on the edge of the green called “Harry Bear’s Bottom.” This would be on the south western slope of Shotover where the ground levelled out to meet Bullingdon Green near “The Slade,” which joined the “Hollow Way” at its lower end, not more than a quarter of a mile from the second maze. Writing in 1822, Thomas Gillett in a poem, refers to this giant who he calls “Bullingdon.”

Whether or not Mr. Alden was referring to this figure, we can at least assume that Bullingdon Green had at one time a gigantic turf cut man, similar to such other figures as the Long Man of Wilmington and the Cerne Abbas Giant, as well as three troytowns and a couple of dozen nine-men’s morrises, which makes it a very interesting and important place, I feel, even though none of them remain and the area is now much more famous for “Morrises” of a very different kind.

Damon Williams, Oxford, October 1987

References:
Hurst, Herbert. Rambles and Rides around Oxfordshire, 1885.
Hurst, Herbert. Twenty Two Troytowns. A paper read to the Dorset Antiquarian Society, April 1909.
Thistleton Dyer, Rev. T.F. Folklore of Shakespeare. 1883.
Coppock, G.A. & Hill, B.M. Headington Quarry and Shotover. 1933.
Gillett, Thomas. The Midland Minstrel, consisting chiefly of traditional tales and local legends. 1822.
Manning, P. “Old Sir Harry Bath.” Oxford magazine, March 11, 1903.

Traduzione in Italiano.

IL LABIRINTO DI TARRY TOWN
da “Caedroia” nr. 22 del 1989

Circa tre miglia a est di Oxford si trova Shotover Hill, già parte di una grande foresta occidentale, i cui bordi si estendevano verso la zona di Cowley dove incontrava una zona di terra comune, conosciuta come Bullingdon Green.
E’ stato ai margini di questo comune che fino alla metà del secolo scorso si poteva vedere due labirinti “Troytown” tagliati nel suo manto erboso. Le origini di questi sono attualmente sconosciute, ma negli ultimi venti anni della loro esistenza sono stati registrati da uno storico locale che ha vissuto a Cowley nella metà del XIX secolo.
Il suo nome era Herbert Hurst, nato nel 1833 in quello che allora era il piccolo villaggio di Temple Cowley. Egli cita l’esistenza di due labirinti nel suo libro “Ramblas and rides around Oxfordshire” pubblicato nel 1885, ma la maggior parte dei fatti conosciuti su di essi provengono da una conferenza del 1909 con immagini proiettate data presso la “Società Antiquaria del Dorset”.
Secondo questa, il più vecchio dei due labirinti era stato tagliato in un angolo vicino a Bullingdon Green nei pressi di Temple Cowley, su un terreno che un tempo era stata occupata dai Cavalieri Templari, i quali avevano una precettoria qui dal anno 1139.
Anche se ora noto semplicemente come “Strada del Tempio,” il sito degli edifici dei Templari era un tempo conosciuto come “Knoll Cobblers”.
Questo potrebbe incidere sulle origini o lo scopo del labirinto, come è ben noto che sia in questo paese che in Europa ci sono stati labirinti che hanno avuto qualche connessione con gilde (corporazioni) di calzolai, che dopo hanno curato il loro mantenimento e che hanno eseguito le loro cerimonie in alcuni periodi dell’anno.
Il Windelbahn di Stolp in Polonia e il labirinto “Shepherds’ Race” a Shrewsbury sono due degli esempi più noti.
Secondo il disegno del labirinto di Cowley realizzato da Hurst, era piuttosto piccolo con il diametro di 16,5 piedi (5,03 m.), e aveva solo quattro percorsi da 18 pollici (45 cm.) di larghezza.
Va ricordato però che stava registrando queste informazioni cinquanta anni dopo che i labirinti erano stati distrutti, così la sua memoria e quella delle persone anziane che li ricordavano potrebbe non essere stata del tutto accurata.
Da bambino nel 1830, Hurst visitò più volte il labirinto di Temple Cowley e il suo gemello nelle vicinanze, in compagnia della sua nutrice, che, ricorda, recitava una piccola filastrocca mentre portava il giovane Herbert attraverso di loro. Essa recita:

So my son you wish to marry,
‘Twere better far for you to tarry,
Each one’s load is enough to carry,
And it is doubled when you marry.

Il nome locale di questi labirinti era “Tarrytown”, che sembra essere semplicemente una corruzione del nome “Troytown”.
Il 1852 ha visto la distruzione del “Tarrytown” di Temple Cowley, quando la terra su cui si trovava venne recintata ed arata.
Tuttavia, esisteva una copia esatta che era stata fatta nella parte più orientale del comune, verso Shotover in cima a “Hollow Way”, nei pressi di una stradina che porta alla “Elder Stubbs”
La tradizione attribuisce la realizzazione di questa copia ai pastori locali, che erano stati attenti a copiare le dimensioni proprie dell’originale.
Lo si è ritenuto essere molto vecchio, ma ancora una volta, non sappiamo esattamente quando venne intagliato.
Tuttavia, si era a conoscenza che qualche tempo prima della sua distruzione, il labirinto di Temple Cowley era stato minacciato dall’avanzata di una fossa piena di macerie, “Pozzo di Isacco”, che veniva costantemente ampliata sempre più vicino ad esso.
Potrebbero i pastori aver temuto la perdita di questo venerabile manufatto nel prato ed aver deciso di fare una replica fedele di esso nelle vicinanze, ma anche lontano dall’area di pericolo?

Questo secondo labirinto sopravvisse fino alla costruzione dei baraccamenti (caserma) di Cowley, non molto tempo dopo la scomparsa del primo.

Oltre a questi “Tarrytowns,” ci potrebbe anche essere trovato un certo numero di giochi Nine Men’s Morris (il gioco del “Filetto” o simbolo della “Triplice Cinta” NDR) intagliati nei prati.
I pastori sono stati accreditati per la realizzazione di questi e sono stati chiamati “Schhiere dei pastori”.
Che il taglio di queste forme nei comuni e nei prati era abbastanza usuale nella regione è chiaro da questa descrizione da parte del Rev. Thisleton:

“In quella parte del Warwickshire, dove ha studiato Shakespeare, e le parti confinanti del Northamptonshire, i pastori e altri ragazzi erano soliti scavare il manto erboso con i loro coltelli per rappresentare una sorta di scacchiera imperfetta. Si compone di un quadrato solo un piede di diametro a volte tre o quattro metri … ”
Il “Cowley nine-men’s-morrises” non sono mai stati in genere grandi più di due metri quadrati e così come portano il nome di “Scacchiera del pastore”, erano anche conosciuti come “Mervals” e “Bastoni e pietre”.

Il terzo di questo trio di labirinti su tappeto erboso è un altro che era stato fatto da un membro della famiglia Hurst due anni dopo che l’originale era stato distrutto.
Venne realizzato nei pressi di “Rock Cottage”, più in basso nel villaggio vicino a quella parte della “Strada del Tempio”, che oggi unisce “Salegate Lane”.
Questo non godette di una lunga vita, essendo ostacolato da un gruppo di olmi la cui caduta ben presto intasò i percorsi.
Questo, come il secondo nella parte superiore della “Hollow way” (la “via cava”) era una copia esatta del primo, che era rimasto dove oggi “Road Crescent” incontra “Road Junction”, tra “Close Crescent” e l’angolo del terreno del “Morris Motors” sport.

Un altro residente di Bullingdon Green, può essere interessante menzionare qui come uno degli informatori di Hurst, un Mr. Alden, è registrato come testimone che ricorda un altro labirinto sulle pendici meridionali della Shotover Hill.
Nessuna prova esiste per questa supposizione e Hurst non ne sapeva nulla, chi ricordava gli altri labirinti, compreso lo stesso Hurst, non erano a conoscenza di questo quarto.

Posso suggerire che ciò a cui realmente il signor Alden fa riferimento sia la figura intagliata nel tappeto erboso di un gigante, che venne realizzato sulle pendici sud occidentali del Shotover e che sembra aver assomigliava alla figura di Cerne Abbas.
La tradizione locale, registrata nel 1890, indica la presenza di pietre giganti o frecce verso lanciate verso un gigante rivale dall’altra parte della Shotover Hill.
Fu chiamato “Harry Bear” dai locali della cava di Headington e realizzato in un posto sul bordo del prato chiamato “Harry Bear Bottom.”
Questo sarebbe sul versante sud-occidentale della Shotover dove il terreno livellato incontra Bullingdon Green nei pressi di “The Slade,” che incontra la “Via Cava”, alla sua estremità inferiore, non più di un quarto di miglio dal secondo labirinto. Scrivendo nel 1822, Thomas Gillett in una poesia, si riferisce a questo gigante che lui chiama “Bullingdon”.

Sia o no che Mr. Alden si riferisse a questa figura, si può almeno supporre che Bullingdon Green aveva un tempo un gigantesco uomo intagliato nell’erba, simile ad altre figure come il Long Man di Wilmington e il gigante di Cerne Abbas, così come tre troytowns e un paio di dozzine di nine-men’s morrises, che lo rende, a mio parere, un posto molto interessante e importante, anche se nessuno di essi è sopravvissuto e la zona è ora molto più famoso per “Morris” di un genere molto diverso.

Damon Williams, Oxford, October 1987

References:
Hurst, Herbert. Rambles and Rides around Oxfordshire, 1885.
Hurst, Herbert. Twenty Two Troytowns. A paper read to the Dorset Antiquarian Society, April 1909.
Thistleton Dyer, Rev. T.F. Folklore of Shakespeare. 1883.
Coppock, G.A. & Hill, B.M. Headington Quarry and Shotover. 1933.
Gillett, Thomas. The Midland Minstrel, consisting chiefly of traditional tales and local legends. 1822.
Manning, P. “Old Sir Harry Bath.” Oxford magazine, March 11, 1903.

(Caerdroia – 22 (1989), p.58-60 – link del sito web di Jeff Saward in cui è riprodotto l’articolo originale – http://www.labyrinthos.net/cowley.html)
Si ringrazia Jeff Saward per l’autorizzazione a ripubblicare integralmente l’articolo.

Per ulteriori info:
giancarlo.pavat@gmail.com

Triplice Cinta di Creswell Crags - UK - foto Adriano Forgione

(Triplice Cinta di Creswell Crags in Inghilterra – foto di Adriano Forgione)

Herbert Hurst sketch of the Cowley turf labyrinth da www.labyrinthos.net

(Disegno del labirinto di erba di Temple Cowley eseguito nel 1859 da Herbert Hurst per la sua pubblicazione del 1885).

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6 commenti:

  1. Sui labirinti sono state fatte diverse ipotesi. Un consiglio a tutti gli interessati: provate a leggere quanto scrive a proposito l’alchimista Fulcanelli nei suoi testi, “Le Dimore Filosofali ” e ” Il Mistero delle Cattedrali”. Vi renderete conto a tal proposito del ruolo dei Templari.

  2. Ottimo articolo. Sui Templari sono state scritte anche troppe sciocchezze. E ben venga chi fa un po’ di chiarezza. Pavat è uno studioso serio e preparato. Attendo altri articoli simili. Buon lavoro. Eraclitus

  3. Ho letto sul sito “Visita Alatri” un lungo articolo del professor Francesco Tentarelli intitolato “Note sparse sul Cristo nel labirinto” in cui esprime alcune considerazioni e dipotesi sull’affresco alatrense. Non mi trova assolutamente daccordo, soprattutto laddove data il labirinto addirittura al XV secolo. Inoltre afferma che il labirinto di Chartres ha 11 circonferenze. ma sta scherzando? L’ho visitato personalmente anni fa e le circonferenze sono 12 proprio come ad Alatri. Inoltre come fa a dire che il labirinto di Alatri deriva da quello di Pontremoli se non sappiamo nemmeno dove fosse effettivamente allocato? L’attuale sistemazione, inchiodato ad una parete della chiesa di S. Pietro, è successiva al bombardamento della chiesa durante la guerra. Inoltre mi sembra che gli stessi restauratori e la Soprintendenza abbiano datato l’affresco almeno al secolo precedente e che abbiano dimostrato che labirinto e figura di Cristo sono state realizzate contemporaneamente. Altro che Evangelisti poi scomparsi e labirinto fatto dopo, come asserisce Tentarelli. Cos’è in atto, un altra opera di disinformazione? Federico

  4. Giorgio Quartu

    Buonasera, non so se lo sapete ma nella mia terra, la Sardegna, esiste una tomba neolitica in località Tenuta Mariani, in cui ci sono dei labirinti spiraliformi affrescati. La scoperta dovrebbe essere di interesse mondiale ma la Sopritnendneza ha chiuso il sito e non permette nè visite, nè studi. E’ una vergogna!!!!!!!
    Giorgio Quartu.

  5. Concordo con Riccardo. Complimenti ed auguri per il Nuovo Anno. Claudio

  6. Finalmente un bell’articolo che fa informazione corretta e smantella certe castronerie che circolano sui Templari. Bravi , continuate così, ce n’è bisogno!
    Riccardo, ciociaro doc.

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