La “Contea del Mistero”: A spasso per Patrica (FR) alla ricerca di enigmatiche simbologie. – 2^ parte.

19 Patrica - aquila scaccata

20 Stemma Papa InnocenzoIII

(Sopra: l’Aquila scaccata” visibile a  Patrica e lo stemma di Papa Innocenzo III

LA CONTEA DEL MISTERO: A SPASSO PER PATRICA ALLA RICERCA DI ENIGMATICHE SIMBOLOGIE

(2^ parte).

di Giancarlo Pavat

Lasciamo per il momento alle spalle l’enigma del bassorilievo con l'”Aquila scaccata” (che secondo alcuni sarebbe lo stemma araldico di papa Innocenzo III) e proseguiamo con il nostro “tour” patricano, percorrendo  corso Repubblica e tenendo d’occhio i numerosi portali, le cui chiavi di volta sfoggiano alcuni simboli come roselline a sei petali, decorazioni floreali, Trigrammi Cristici.)

21 Corso della Repubblica

(Foto sopra: Corso Repubblica a Patrica. Foto sotto: chiave di volta con IHS in Corso Repubblica)

23 Chiave di volta con IHS in corso Repubblica

24 Chiave di volta con rosellina a 6 petali in corso Repubblica

(Foto in alto: Roselline a 6 petali su chiave di volta in Corso Repubblica)

Passati sotto una volta si attraversa uno slargo di corso Repubblica da cui si dipana via Patricio, che con ripida discesa del centro storico, conduce alla Chiesa di San Francesco Saverio (foto in basso).

25 via Patricio sullo sfondo chiesa S Francesco Saverio

La chiesa risale al XIX secolo e l’interno si presenta a “croce latina” con due cappelle ed una cupola sulla crociera. Interessante la banderuola metallica che svetta sopra la punta del tetto a capanna che racchiude il timpano della facciata.

26 Simbolo IHS su portale canonica chiesa S Francesco Saverio

A lato della chiesa, l’ingresso del 1865 della canonica reca il Trigramma di Cristo con i Chiodi, simbolo dei Gesuiti (foto sopra) e quello Mariano (Foto in basso).

27 Simbolo marinao su portale canonica chiesa S Francesco Saverio

Si risale via Patricio ammirando alcuni bassorilievi (in gran parte ottocenteschi e settecenteschi che decorano le chiavi di volta degli ingressi di diverse abitazioni (Foto in basso).

28 Chiave di volta in via Patricio

Ritornati in corso Repubblica si sbuca in Piazza Vittorio Emanuele II. Vero e proprio centro civile e politico della vita patricana con la Fontana con le teste di leoni del XIX secolo e l’antica Loggia sottostante il Palazzo del Comune. La Loggia, chiamata in dialetto “la Loja” risale al XV secolo.

29 Fontana in piazza Vittorio Emanuele II a Patrica

(Foto sopra: piazza Vittorio Emanuele II con la Fontana con le teste di leoni davanti al Palazzo del Comune)

Da piazza Vittorio Emanuele II, si risale la ripida gradinata di vicolo di piazza (lungo questo percorso, assieme a Mario Tiberia ho individuato una Cuore scolpito nella parte inferiore e poco visibile di una chiave di volta.

30 Portone in ferro con Fiori della Vita e bassorilievo con aquila

Ed inoltre, sempre lungo questo tragitto si possono notare “Fiori della Vita” in ferro battuto su artistiche cancellate, o stemmi recanti aquile (foto sopra) e altre raffigurazioni allegoriche) e si arriva alla grande Chiesa di San Pietro.

Gigantesca e sproporzionata per la popolazione patricana, può infatti ospitare oltre 2000 fedeli e, come confermatoci dal vice sindaco Angelo Gatti, risulta essere la più vasta dell’antica diocesi di Ferentino.

All’interno si apre un’unica navata con colonne laterali portanti e un modesto transetto. L’alto tiburio, detto “cupolino” venne progettato e realizzato da mastro Gregorio Grossi di Patrica. La facciata è caratterizzata da due piani separati da una sorta di cornicione aggettante e da un notevole frontone. Al centro della facciata campeggia uno stemma papale con Tiara e Chiavi (foto in basso), scolpito in calcare.

Stemma papale sulla facciata della chiesa di S Pietro a Patrica

La Chiesa di San Pietro esisteva già nel XIII secolo, ma l’aspetto attuale risale al XIX secolo. Forse alla chiesa medievale risale la colonna con capitello decorato con croci di Sant’Andrea (foto in basso) che si nota inglobata nella muratura del fianco sinistro (per chi guarda la facciata) della chiesa.

32 frammento di colonna murato nel fianco della chiesa S Pietro

Tornati in piazza Vittorio Emanuele II, se si segue Corso della Repubblica si incontreranno diversi portali con interessanti decorazioni. Ad esempio quello con una chiave di volta che reca scolpito un “Fiore della Vita” con la data 1801.

Come ho spiegato nell’articolo di Mario Tiberia, relativo all’escursione patricana del 19 marzo scorso, fatta assieme al vice sindaco Angelo Gatti, questo particolare esemplare di “Fiore della Vita” è decisamente interessante. Infatti, pur essendo indiscutibilmente ottocentesco, come si evince dalla data A DM (cioè “Anno Domini”) 1801 visibile sulla chiave di volta sottostante, ricalca la versione “classica” di questo simbolo, che veniva realizzata soprattutto nel Medio Evo. Ovvero quella perfettamente geometrica, disegnata con un compasso, formata da sei circonferenze che intersecandosi tra loro “creano” i sei petali, a loro volta inscritti in un settimo cerchio.

33 Fiore della Vita in corso Repubblcia

(Foto sopra e sotto: Chiave di volta con “Fiore della Vita” e la data 1801 su portale in corso Repubblica)

34 Fiore della Vita su chiave di volta

E’ chiaro che chi ha voluto quel simbolo sopra l’ingresso del proprio palazzo era perfettamente a conoscenza delle sue valenze simboliche apotropaiche ed esoteriche. Che evidentemente, a Patrica si erano tramandate dal Medio Evo attraverso i secoli. Qualcosa di simile è stato individuato dal cosiddetto “Dream Team del Mistero” anche a Ceccano, durante il sopralluogo del 6 febbraio 2016 assieme al vicesindaco Massimo Ruspandini, all’ingegnere Roberto Adinolfi  e ad altri ricercatori locali. Anche in un altro paese dell’antica Contea dei de’ Ceccano, ovvero Giuliano di Roma (FR) si può notare un “Fiore della Vita” ottocentesco ma riecheggiante stilemi medievali.

34 Il Fiore della Vita sopra la chiave di volta a Ceccano

(Foto sopra: la chiave di volta con “Fiore della Vita” e la data 1818 o 1878 visibile a Ceccano. Foto in basso: un altra chiave di volta con “Fiore della Vita” e data 1895; si trova a Giuliano di Roma – FR)

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Al termine di Corso della Repubblica ci si trova l’imponente Chiesa di San Giovanni Battista.

La facciata è divisa in due piani con un timpano (sul quale si nota un bassorilievo raffigurante l’Agnus Dei); ha la forma concava con lesene ai lati. Anche questa chiesa ha l’interno con una sola navata e sei cappelle laterali. E’ probabile che il grande abside fosse un tempo una torre delle cinta di mura.

36 Chiesa S Giovanni Battista a Patrica

(Foto sopra: facciata della chiesa di S. Giovanni battista. Foto sotto: particolare della facciata con l’Agnus Dei nel timpano)

37 Agnus Dei su timpano chiesa S Giovanni Battista

Di fronte alla Chiesa di San Giovanni Battista si trova Palazzo Moretti, del poco noto ma geniale scienziato patricano. L’edificio (interessante la balconata in ferro battuto) è oggi in fase di restauro dopo essere stato acquisito dal Comune.

38 palazzo Moretti a Patrica

(Foto sopra: un altra Aquila a Patrica: il balcone di Palazzo Moretti)

Risalendo la lunga e ripida via Giovanni XXIII si arriva a Palazzo Spezza, risalente al 1790. Ispirato alle residenze di campagna inglesi è circondato da un giardino arricchito con statue, fontane, mascheroni in pietra. In cima alla rupe compresa nella proprietà di Palazzo Spezza, si intravedono in mezzo alla vegetazione i resti delle fortificazioni medievali; mura di cinta e ruderi di torri. È’ ciò che rimane della cittadella distrutta nel XVI secolo.

39 Ingresso palazzo Spezza

Per ulteriori approfondimenti su questo splendido Palazzo Spezza (foto sopra) e sulla storia della nobile Famiglia è possibile consultare il web site http://palazzo-spezza.blogspot.it/;

Il 10 agosto del 2011, grazie alla squisita gentilezza della Contessa Annamaria Spezza ed alla cortesia dell’allora sindaco Denise Caprara, ebbi l’onore di poter presentare (con grande successo di pubblico) nello splendido Ninfeo di Palazzo Spezza il mio libro “Nel Segno di Valcento” (edizioni belvedere 2010). Tra l’altro, nell’occasione si tenne una rievocazione storica con combattimenti dei Cavalieri Templari di San Paterniano.

40 Presentazione Nel segno di Valcento a palazzo Spezza ago 2011

(Foto sopra: 10 agosto 2011: presentazione del libro “Nel Segno di Valcento” nel Ninfeo di Palazzo Spezza; da sx la contessa Spezza, l’allora sidnaco Denisa Caprara e Giancarlo Pavat. Foto sotto: i Templari di S. Paterniano schierati davanti alla “Loja”) .

41 Rievocazione Templari S Paterniano a Patrica - ago 2011

Il Ninfeo è parte integrante del delizioso giardino pensile all’italiana, assieme al cosiddetto “Corridoio prospettico”. Il giardino è databile al XVI secolo ma l’aspetto con cui lo possiamo ammirare oggi risale ad una risistemazione del XVII secolo.

Elementi caratteristici del Giardino di Palazzo Spezza, oltre a numerose e centenarie specie arboree, sono le sculture e di mascheroni in peperino.

42 Uno dei mascheroni di Palazzo Spezza

(Foto sopra: uno dei mascheroni di pietra di Palazzo Spezza)

43 Pavat nel giardino di palazzo Spezza - marzo 2016

(Foto sopra: Giancarlo Pavat nei giardini di Palazzo Spezza, marzo 2016- foto Mario Tiberia)

La fontana del leoncino ed altri elementi architettonici in peperino (parti dell’antica balaustra della Palazzina e visibili nel Giardino) risalgono al XVIII Secolo.

Desidero ricordare che nel 2008 (dopo l’uscito del mio primo libro “Valcento. Gli Ordini monastico-cavallereschi nel Lazio meridionale (edizioni belvedere 2007) mi venne segnalato un esemplare del simbolo della Triplice Cinta inciso su un blocco lapideo in una delle viuzze che attraverso il centro storico patricano salgono a Palazzo Spezza.

Giunto sul posto assieme alla persona che me l’aveva segnalata non potei constatare con soddisfazione che si trattava proprio del “signum” che altri non è che la rappresentazione grafica della tavola del gioco del “Filetto”. Formata da tre quadrati concentrici, con quattro segmenti che collegano i punti mediani dei lati. In alcune versioni esistono ulteriori segmenti che uniscono tra loro gli angoli ed il centro del quadrato. Come ho spiegato molte volte, giova ricordare che quello ludico è soltanto l’ultimo, in ordine di tempo, utilizzo di questo disegno. In realtà trattasi di un simbolo antichissimo, noto, appunto, con il nome di Triplice Cinta.

 

L’esemplare patricano era inciso su un lato di un blocco calcare e posizionato verticalmente. Era evidente che il concio lapideo era materiale di reimpiego, quasi abbandonato lungo la viuzza. Impossibile nemmeno immaginare posizione originaria (quindi se era verticale o orizzontale) e provenienza (per non parlare a quale epoca potesse risalire). Purtroppo, una successiva ricognizione, poco prima della presentazione dell’agosto del 2011, mi portò a scoprire che il blocco con l’esemplare di Triplice Cinta era scomparso. Destino non nuovo per alcuni esemplari di Triplici Cinte. Come quelli di Valle Incarico sulle montagne tra Falvaterra e S. Giovanni Incarico e quella della chiesa diruta di S. Giovanni in Silvamatrice nella valle dell’Amaseno.

Difficile pensare che l’esemplare patricano di Triplice Cinta sia scomparso casualmente. Per l’ennesima volta. Individui che definire delinquenti è riduttivo, impossessandosi di un reperto privo di alcun valore venale, hanno privato una comunità di una testimonianza del proprio passato e di un mondo ed una antichissima sapienzialità simbologica.

Riscendendo lungo via Giovanni XXIII e poi via Gastone Simoni, si incontra un artistico e stupefacente portale ricco di simbologie (conchiglie di San Giacomo, roselline a sei petali, cuspidi e croci di Sant’Andrea), attualmente al vaglio di diversi studiosi.

44 Croce S Andrea45 cuspidi

44 Conchiglia di S Giacomo

45 Rosellina

48 conchiglia49 Chiave di volta con conchiglia e al centro animale rampante50

51

(Foto sopra: le simbologie che decorano uno dei portali del centro storico di Patrica)

Infine, siccome alla Cultura ed al Mistero bisogna coniugare anche il gusto per i prodotti genuini e casarecci, si consiglia una capatina nelle diverse botteghe e forni di pane e dolci che, seguendo il profumo che espandono, si troveranno facilmente lungo il nostro itinerario.

(Giancarlo Pavat).

70 Municipio

 

 

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Un commento:

  1. Francesco Alessandro Magni

    L’aquila sul balcone in ferro battuto del Palazzo Moretti così come l’aquila disegnata sul portone del palazzo di qualche foto precedente rappresenta lo stemma della nobile famiglia Magni originaria proprietaria di entrambi i palazzi. Palazzo Moretti deve correttamente essere indicato come Palazzo Magni-Moretti.

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