L’Alchimia di Massimiliano Palombara o la moderna Chimica? Svelati i segreti della “Porta Magica” di Roma; di Roberto Volterri

L’Alchimia di Massimiliano Palombara o la moderna Chimica? Svelati i segreti della “Porta Magica” di Roma.

di Roberto Volterri

A Roma, in un angolo di Piazza Vittorio Emanuele II potreste trovare quella che forse è la più importante – forse l’unica – testimonianza di affascinanti esperienze alchemiche effettuate secoli fa.

Si tratta della ”Porta Magica”, monumento fatto realizzare negli ultimi decenni del Seicento dal Marchese Massimiliano Palombara per la sua villa di campagna situata sul Colle Esquilino, villa in cui non si può escludere che, a volte, si riunisse quello che viene definito ”Cenacolo Alchemico” gravitante intorno all’ex regina Cristina di Svezia. Le “Porte” in realtà erano più di una, ma quella che ora ci interessa si è salvata alla distruzione della villa decretata verso la fine dell’Ottocento dal Comune di Roma proprio per realizzare Piazza Vittorio Emanuele II.

Sic transit gloria Alchimiae…

Massimiliano Palombara ok

Questo dovrebbe essere il vero volto del Marchese Massimiliano Palombara…

 

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La “Porta Alchemica” o “Porta Magica” di Roma alla quale fanno la guardia due statue del dio egizio Bes.

 

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A sinistra, particolare della “Porta Alchemica” di Roma e a destra la fonte ispiratrice, ovvero l’opera “Madathanus. Aureum Seculum Redivivum” (1625) di Adrian von Mynsicht (1603–1638)

 

Di seguito esamineremo purtroppo non in modo approfondito i simboli alchemici e tenteremo una loro decifrazione anche ricorrendo ad una vera scienza nata dall’Alchimia: la Chimica di stretta osservanza.

Ogni simbolo è riportato come si può vedere sulla vera “Porta Magica” abbinato però – per una migliore lettura delle singole epigrafi – ad un disegno che rende più chiaro il concetto espresso sulla pietra.

Un’analisi di più ampio respiro la potrete trovare nel libro sulle “Porte Magiche” che verrà pubblicate a breve…

La vera “Porta” reca, a destra dell’architrave, l’incisione del segno di Saturno e dell’elemento piombo, con l’epigrafe…

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Ovvero…

Quando nella tua casa i neri corvi partoriranno bianche colombe, allora sarai chiamato sapiente”.

Secondo l’Ars Regia, infatti, quando i “fermenti” rappresentati dallo Zolfo e dal Mercurio e dal “sale” vengono fatti putrefare nell’Atanor e lì depositano le loro scorie, allora da essi nasce la parte “volatile”, la “quintessenza”, in definitiva le “bianche colombe”.

Il professor Cesare Lucarini e i veri segreti chimici della Porta Magica

Secondo lo studioso Cesare Lucarini, già docente di chimica all’Università di Roma “La Sapienza” e autore di due interessantissimi libri “La Porta Magica di Roma. Varco del nuovo sapere” e “La Porta Magica di Roma. Le epigrafi svelate”, la criptica frase si riferirebbe al processo di calcinazione di un minerale “nero”, la Galena, ovvero il Solfuro di Piombo, con formula chimica PbS che, nell’operazione alchemica viene trasformato in Ossido di Piombo (PbO) e poi in Carbonato basico di Piombo bianco, con produzione di anidride carbonica gassosa. Alle temperature raggiunte dai forni di quei lontani “chimici” ante litteram i solfuri metallici – spiega ancora il Lucarini – si trasformano con facilità nei loro ossidi, come accade con il cinabro (HgS) e la blenda (ZnS) che durante il processo di calcinazione si trasformano in Ossido di Mercurio (HgO) e in Ossido di Zinco (ZnO).

Per i chimici DOC riportiamo le “formule brute minime” degli esempi ora indicati…

2ZnS + 3 O2 = 2 ZnO + 2 SO2

2 HgS + 3 O2 = 2 HgO + 2 SO2

Gli esempi sopra riportati riguardano però gli Ossidi di Mercurio e Zinco, invece per la Galena la fase di calcinazione è abbastanza complessa.

All’epoca del Palombara, nel XVII secolo, per trasformare il minerale “nero” – “…nigri corvi…” – ovvero la Galena, in Ossido di Piombo nel forno si introduceva arie, Silice SiO2 e Ossido di Calcio CaO.

L’aggiunta di aria era finalizzata a mantenere abbastanza alta la temperatura del forno mentre la Silice e l’Ossido di calcio avevano il compito di “separare” lo Zolfo dal Piombo, facendolo volatilizzare sotto forma di anidride solforosa.

Non seguendo questo procedimento, continua il dottor Lucarini, alla fine l’alchimista avrebbe avuto anche Solfato di Piombo (PbSO4) e Solfuro di Piombo incombusto (PbS), composto stabile anche intorno ai 1000°C…

3PbS + 5 O2 = PbSO4 + 2PbO + 2SO2

Poi, l’alchimista avrebbe operato sul Solfuro di Piombo e, aggiungendo anidride carbonica gassosa (CO2) lo avrebbe trasformato in Carbonato basico di Piombo, ovvero quello che all’epoca avrebbero definito “bianco di piombo”, utilizzato fin da epoca romana come pigmento sia negli affreschi sia nella cosmesi di antiche dame d’altri tempi…

3 PbO + 2 CO2 + H2O = 2 PbCO3 + Pb(OH2)

Ma come ottenere discrete quantità di anidride carbonica?

L’amico professor Lucarini, da ottimo chimico quale è, suggerisce che gli alchimisti avrebbero potuto ricavarla dalla fermentazione batterica di materiale organico, oppure facendo reagire un carbonato con un acido…

Galena - Huallanca, Bologesi, Ancash, Peru.jpg

Minerale di Galena (PbS)

 

Proprio Massimiliano Palombara stigmatizza l’abilità, le conoscenze, dei suoi contemporanei alchimisti, capaci di queste complesse manipolazioni chimiche, con la frase…

… TUNC VOCABERIS SAPIENS

… allora sarai veramente appellato come sapiente!

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Un alchimista davanti al suo Athanor

 

Ci piace immaginare che all’interno del vero laboratorio avrebbero potuto esserci grandi forni per la fusione dei metalli ad alte temperature, mentre nell’analoga metaforica “Porta” avrebbero preso posto immaginari “forni” in cui lo spirito dell’iniziato fondeva tra loro i diversi aspetti della sua personalità, del suo sapere, del suo inesauribile desiderio di andare “oltre” per trasformare il “Piombo” – la sua natura prettamente “umana” – in un metallo nobile, l’Oro, simbolo dell’ascesi spirituale che lo avrebbe innalzato ad altri piani di esistenza.

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L’Athanor, Nei manoscritti alchemici viene generalmente rappresentato con una torre sormontata da un braciere all’interno della quale vi è un vaso di vetro, spesso a forma di goccia, sotto cui arde il fuoco.

 

 

 

 

 

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Atanor raffigurato nei trattati di Alchimia dei secoli XVI e XVII. Parigi, Biblioteca Nazionale

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno dei più grandi e misteriosi alchimisti vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo, Jean Julien Champagne (1877 – 1932). Forse era il mitico alchimista noto come Fulcanelli…

 

 

 

Sul lato sinistro dell’epistilio troviamo invece l’incisione del segno di Marte e dell’elemento Ferro. Marte sarebbe infatti correlato all’elemento Ferro, al fuoco, alla guerra, alla lotta, alla virilità, alla passione, caratteristiche essenziali per raggiungere appieno la Conoscenza.

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Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco fa cielo della terra e del cielo terra preziosa

Autori - Cesare Lucarini

 

 

L’illuminante libro del professor Cesare Lucarini, a destra, inquadra da un punto di vista prettamente scientifico, chimico, le criptiche scritte leggibili sulla “Porta Alchemica” di Roma.

 

 

 

 

Infine, si ristabilisce in terra l’ordine cosmico conciliando gli opposti, contrapponendo sinergicamente Macrocosmo e Microcosmo, cercando di correlare la materia, i metalli, con gli influssi planetari che all’epoca del Palombara (con qualche nostro disappunto, diremmo anche oggi…) si pensava venissero esercitati da alcuni corpi celesti sugli umani destini e sulla materia stessa.

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In questo Volume 1 sulle ‘Porte Alchemiche, Magiche, Mistiche’ inizieremo con l’Urbs aeterna, recandoci a Piazza Vittorio Emanuele II, di fronte alla misteriosa “Porta” e indagheremo anche sull’avventurosa vita, e sugli esoterici interessi del Marchese Massimiliano Palombara, personaggio del quale non sarebbe assolutamente facile poter ricostruire nei minimi dettagli la vita e le complesse vicende che hanno costellato il suo percorso terreno, personaggio il quale ha l’indiscusso merito di avere preservato l’esistenza del monumento, della testimonianza di un sapere forse andato perduto.

Ricerche di carattere storico nell’immenso archivio storico di Palazzo Massimo alle Colonne sono state  effettuate per ricostruire non solo vita ed opere dell’alchimista Massimiliano e dei suoi molti figli – avuti da due diversi matrimoni – ma anche per ricavare inedite informazioni sulle non confortanti vicende che portarono alla eliminazione, da parte del Comune di Roma, della Villa Palombara sul Colle Esquilino e, di conseguenza, alla scomparsa di quasi tutte le testimonianze storiche riguardanti gli strani interessi “esoterici” del Marchese. Unica superstite, come abbiamo evidenziato, è proprio la misteriosa “Porta Alchemica” o “Porta Magica” che da decenni fa scorrere i classici fiumi d’inchiostro da parte di chi si interessa agli aspetti meno accessibili, meno noti e più “misteriosi” della Conoscenza. È in quasi simultanea uscita anche il Volume 2 su altre misteriose Porte Magiche in Italia…

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