LO STRANO CASO DELL’ESADATTILIA NELL’ARTE E LA COSIDDETTA “GROTTA DEI TEMPLARI” A BASSIANO (LT) di Giancarlo Pavat

 

Immagine di apertura: veduta di Bassiano (LT) – foto G. Pavat 2018

 

LO STRANO CASO DELL’ESADATTILIA NELL’ARTE E LA COSIDDETTA “GROTTA DEI TEMPLARI” A BASSIANO (LT)

di Giancarlo Pavat

In altri lavori (ad esempio nell’articolo dal titolo “I misteri del Santuario del Crocifisso a Bassiano (LT) – II parte – “l’Esadattilia cristica” pubblicato su questo sito l’11 maggio 2018) si è visto come sia stato ipotizzato da diversi autori (Franco Manfredi, Valeria Clelia Tranquilli e altri) che il fenomeno dell’Esadattilia nell’Arte (cioè la presenza di personaggi delle Sacre Scritture o di Cristo stesso con 6 dita alle mani o ai piedi) possa celare un messaggio teologico ed evangelico dirompente per la Chiesa di Roma. Ovvero dissimulerebbe la dottrina (o pensiero) del cosiddetto CRISTIANESIMO SENZA CHIESA!

La TERZA ETÀ DELLO SPIRITO, auspicata e profetizzata da Gioacchino da Fiore (Celico 1130 circa – Pietrafitta 30 marzo 1202). “il calavrese abate Giovacchino / di spirito profetico dotato”, lo chiama Dante nella Divina Commedia (Paradiso, XII, 139-141). Ovvero una Età in cui l’Umanità sarebbe vissuta liberamente, in uno stato di semplicità e purezza e alla Chiesa di Roma, gerarchica, dogmatica, materiale, corrotta, si sarebbe sostituita una nuova “Chiesa” senza più gerarchie e classe sacerdotale, senza beni mondani (come palazzi, chiese, abbazie ecc) ma totalmente spirituale.

Se davvero la chiave per sciogliere l’enigma dell’Esadattilia nell’Arte fosse davvero questa, ciò significherebbe che, attraverso i secoli, diversi artefici o i loro committenti, hanno voluto diffondere (ovviamente in maniera esoterica) questo messaggio. E questo implica la presenza di una Sapienzialità, di una tradizione esoterica e anche di un Cenacolo di spiriti eletti che si tramandarono questa “dottrina” o “pensiero”.

Chi erano (o sono) costoro? Non lo sappiamo. Come non sappiamo nemmeno se sia davvero esistita questa confraternita, (o setta, anche se questo termine non ci piace).

Forse l’idea di un “Cristianesimo senza Chiesa” è, più semplicemente, riemersa qua e là, come un fiume carsico, nel corso della Storia occidentale.  Facendo capolino nelle opere e nel pensiero di illustri personaggi.

Veri giganti del proprio Tempo. Come Gioacchino da Fiore, Francesco d’Assisi, Pietro del Morrone, Dante Alighieri ecc.

Nomi che squarciano il buio della Storia. Ma che, pur ammettendo che ognuno di loro abbia avuto un concetto di Cristianesimo ben diverso da quello apostolico romano, non possiamo (allo stato attuale delle conoscenze) porre in relazione con l’Esadattilia.

Inoltre, sebbene i nomi di coloro che la utilizzarono nell’arte (forse) per veicolare quella determinata concezione di Fede, ci restano sconosciuti, sappiamo benissimo CHI NON LA UTILIZZO’ nella maniera più assoluta.

E tra questi ci sono anche i celebri Cavalieri Templari. 

Mi dispiace per i tantissimi appassionati di misteri templari, ma i “Cavalieri del Valcento” non hanno nulla a che fare con l’Esadattilia nell’Arte.

Non esiste in tutto il mondo un bassorilievo, una decorazione lapidea, un affresco, attribuibili con sicurezza all’Ordine del Tempio, in cui compaia l’Esadattilia.

Ecco perché, sentire parlare dell’Esadattilia come di un “simbolismo utilizzati anche dai Templari”, non può che far sorridere. Si tratta di pura fantasia, per usare un eufemismo.

La frase virgolettata è state pronunciata recentemente (in riferimento a una tela del XVII secolo in cui compare l’Esadattilia, esposta nella chiesa di San Sebastiano a Ceccano, e scoperta dall’artista Marisa D’Annibale ), cercando stampelle per sorreggersi nel caso di Esadattilia del piede destro di un “Cristo benedicente in trono con quattro Santi; a sinistra “San Leonardo” e “San Giacomo Maggiore” e, a destra, “San Francesco” e un pontefice anche se qualcuno vi ha riconosciuto “San Nicola”, affrescato nell’ipogeo sacro, chiamato “Grotta di Selva Oscura “. Cavità che si apre presso il Santuario del Crocifisso, a poca distanza dal paesino di Bassiano (LT) in mezzo ai Monti Lepini e che i cartelli turistici chiamano “Grotta dei Templari”.

E allora, dirà qualcuno, visto che i Templari c’entrano (sempre, come diceva Umberto Eco)?!

Grotta di Selva Oscura. Affresco con Cristo benedicente in trono con quattro Santi; a sinistra “San Leonardo” e “San Giacomo Maggiore” e, a destra, “San Francesco” e un pontefice anche se qualcuno vi ha riconosciuto “San Nicola” – foto Fabio Consolandi 2013. Sotto: particolare del piede destro di Cristo.

Il problema sta proprio lì.

Utilizzare l’affresco della Grotta di Selva Oscura come prova (o indizio) che l’Esadattilia sia stata adoperata anche dai Templari (o, addirittura, che fosse una “simbologia templare” usata “per rappresentare dei concetti mistico filosofici del Cristianesimo delle origini”. E non è questa la sede per riprendere l’annosa questione del fatto che una “Simbologia templare” propriamente detta, NON è mai esistita!) è una vergognosa forzatura per non dire che trattasi di una plateale e deliberata bufala (menzogna sarebbe più appropriato).

 

Già nel 2010, in tempi non sospetti, in NEL SEGNO DI VALCENTO (Edizioni Belvedere), e precisamente a pag. 74, scrissi che non vi è alcun elemento che possa fare ritenere che Templari fuggiaschi e perseguitati si siano rifugiati nell’ipogeo presso cui, successivamente, è sorto il Santuario del Crocifisso.

Non ci sono riscontri documentali, storici, iconografici e simbolici.

Abbiamo solo una tarda (per non dire recente) tradizione locale secondo cui nell’antro si sarebbero nascosti alcuni Templari fuggiti dell’Abbazia di Valvisciolo e dalle vicine Ninfa e Sermoneta, perché perseguitati dalla Chiesa di Roma.

Ripeto, è una tradizione locale relativa a una bella storia ma niente di più.  Tra l’altro questa stessa tradizione non attribuisce affatto gli affreschi ai Cavalieri datisi alla macchia. Sono stati altri autori, appassionati di misteri templari o presunti tali, a fare 1 + 1 e ad attribuirli ai sopravvissuti dell’Ordine, pur in assenza (repetita iuvant) di qualsiasi, pur minima, pezza d’appoggio.

Persino la datazione degli affreschi va contro una simile attribuzione di paternità.

Gli affreschi ipogei sono compresi in un arco temporale che va dal XIV al XVIII secolo. Quello con l’Esadattilia cristica è databile per stile, al tardo XIV secolo. Quindi ben dopo la fine dell’Ordine del Tempio e la presunta fuga e rifugio tra i Monti Lepini.

 

Un frame del programma televisivo “Simbolyca”, dedicato ai misteri di Bassiano. Pavat illustra gli affreschi della Grotta di Selva Oscura al pubblico dell’itinerario del Mistero organizzato da Alex Vigliani e i ragazzi di “ViVi Ciociaria” – Itinarrando”.

Ricapitolando e facendo finta di trovarci impegnati in un dibattimento in un tribunale; non vi è alcuna prova che i Templari abbiano mai fatto decorare i luoghi in cui erano insediati con opere d’arte contenenti casi di Esadattilia.

Se viene portata come prova (o indizio) l’Esadattilia cristica presente nell’ipogeo bassianese, questa non può essere accettata. In quanto, parimenti, non vi è alcuna prova, non solo che i Templari siano gli autori dell’affresco in argomento, ma nemmeno che ci siano mai stati in quella Grotta!!!!!

E allora chi avrebbe realizzato, verso la fine del XIV secolo, l’affresco con l’Esadattilia cristica? Con tutta probabilità coloro i quali, la cui presenza nell’ipogeo è certa. Ovvero (escludendo gli eremiti degli ultimi due o tre secoli) i Fraticelli Spirituali perseguitati dal Papato, in particolare da Bonifacio VIII

E se davvero l’Esadattilia nell’Arte cela la dottrina del CRISTIANESIMO SENZA CHIESA, questa si attaglia perfettamente al pensiero degli Spirituali che auspicavano, appunto, un ritorno al Cristianesimo povero delle origini e la scomparsa della Chiesa mondana di Roma. E per questo motivo vennero sterminati.

L’Arte è ricchissima di enigmi e misteri.  Non è necessario tirare sempre in ballo il Templari.

(Giancarlo Pavat)

Il regista Donato Lupo della “Endeca produzioni” impegnato nelle riprese all’interno della Grotta di Selva Oscura a Bassiano (LT) nel 2018

 

 

 

 

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