Con questo articolo dedicato ad un simbolo rinvenuto in un sito in cui, teoricamente, non ci dovrebbe stare, inizia a collaborare con noi l’amico Orazio Vignola, a cui diamo il benvenuto, augurandoci di poter leggere altri suoi report ed articoli.
Il “Segno del Golgota” su un muro rinascimentale all’Alhambra in Spagna
di Orazio Vignola.
L’Alhambra fondata sulla “collina rossa” o “Colle della Sabika” a Granada in Andalusia (Spagna), rappresenta uno dei complessi architettonici più importanti del Medioevo. Essa è anche il massimo esempio dell’arte islamica in Occidente. Ebbene, tralasciando la descrizione delle meraviglie che ho potuto ammirare quasi estasiato, mi soffermo a nominare un particolare monumento che in esso si trova: il Palazzo di Carlo V.
Secondo i luoghi comuni esso rappresenta il tentativo da parte dei monarchi spagnoli di cancellare il passato mussulmano, ma la storia reale lo presenta come il simbolo che la monarchia spagnola attribuì alla conquista di Granada, e l’intento politico di rafforzare con le grandi costruzioni il senso di centralità rappresentato per secoli dalla città senza distruggere il vecchio.
(Immagine di apertura: Panorama dell’Alhambra – foto O. Vignola, Sopra Ritratto di carlo V a cavallo di Tiziano Vecellio, 1548- Museo del Prado, Madrid)
Il palazzo fu costruito su un quartiere cristiano, e grazie ad esso l’Alhambra entrò a far parte dei Palazzi Reali di Spagna. Il Palazzo fu fatto costruire dall’imperatore Carlo V (quello sul cui impero “Non tramontava mai il Sole“, nipote di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona che avevano conquistato Granada nel 1492, liberando definitivamente al penisola iberica dai Mori) il quale affidò l’incarico ad un suo uomo di fiducia, il marchese di Mondéjar governatore dell’Alhambra. Pedro Machuca, incaricato dei lavori, disponeva di una solida formazione italiana avendo lavorato a Roma con Michelangelo e Raffaello. Per questo conosceva almeno teoricamente le creazioni più elaborate del Rinascimento.
(Immagini sopra e sotto – Palazzo di Carlo V – foto O. Vignola)
Il giorno 7/09/16 durante la mia visita all’interno dell’Alhambra, mentre giravo intorno al Palazzo di Carlo V, sulla facciata sud notavo un simbolo da me riconosciuto come il “Segno del Golgota”.
Cosa alquanto strana perché tale simbolo era usato in particolare dai Templari due secoli prima della costruzione del Palazzo. Ma che cos’è il Golgota? E cosa rappresentava per i Templari? Il Golgota che in aramaico significa letteralmente “luogo del cranio” (che ha lo stesso significato del termine latino “Calvario”), è la collina fuori dalle mura di Gerusalemme su cui secondo i Vangeli fu crocifisso Gesù e secondo l’antica tradizione ebraica è il punto dove è stato seppellito Adamo, il “Primo Uomo”.
(Immagine sopra: Il “Segno del Golgota” individuato da Orazio Vignola nel Palazzo di Carlo V all’Alhambra – foto O. Vignola)
Infatti, nella storia dell’Arte, le “Crocifissioni” venivano raffigurate con un teschio inumato, dipinto sotto la croce. Il significato di tale raffigurazione è che Cristo rappresenta il nuovo Adamo perché risorgendo ha vinto la morte; il teschio invece rappresenta il vecchio Adamo morto per i suoi peccati e lì sepolto in attesa della Resurrezione. Il “Calvario” è inteso anche come percorso doloroso che accompagna l’uomo soprattutto nelle ultime ore di vita. Quindi la sofferenza del cristiano viene paragonata a quella patita da Gesù sulla croce. I Templari quindi imprimendo il “Segno del Golgota” sulle pareti dei luoghi (tra cui la Bastide di Domme) in cui erano tenuti prigionieri volevano manifestare al mondo il loro doloroso patire a causa della persecuzione da parte di Filippo Il Bello Re di Francia nel 1307.
(Immagine sopra: Alcuni dei graffiti, tra cui il “Segno del Golgota”, presenti nella Bastide di Domme in Francia, dove vennero rinchiusi alcuni Cavalieri Templari)
Egli infatti il 13 ottobre di quell’anno fece arrestare tutti i templari presenti nel territorio francese accusandoli di apostasia, oltraggio alle effigi del Cristo, sodomia, idolatria e stregoneria. L’ultimo Gran Maestro, Jacques De Molay, fu arso vivo insieme a Goffredo Di Charney, uno dei precettori dell’ordine, il 18 marzo 1314.
La domanda quindi è: Chi ha impresso il “Segno del Golgota” sul Palazzo di Carlo V e perché?
(Orazio Vignola)