Virus e batteri: terrore di un’epidemia o delitto all’Antrace nel XVIII secolo? di Roberto Volterri

 

 Immagine 1 – Sembrano innocui bastoncelli ma è una micrografia del Bacillus anthracis, l’agente patogeno del ‘carbonchio’ o ‘antrace’.

È probabile che – per alterare i normali avvicendamenti dinastici a vantaggio di scriteriati pretendenti al trono di Francia – il Duca di Noailles abbia fatto dono alla Duchessa di Borgogna di una tabacchiera in cui erano mescolati, al profumato tabacco di Spagna, mortali batteri patogeni come ora vedremo?

Virus e batteri: terrore di un’epidemia o delitto all’Antrace nel XVIII secolo?

di Roberto VOLTERRI

 

Qualche località degli Stati Uniti d’America. Dopo il tragico 11 Settembre 2001.
Alcuni cittadini americani – un fotografo di un’agenzia di stampa, ma anche innocenti lavoratori che nulla avevano a che fare con i mezzi di informazione – aprono, come tutti i giorni la posta appena arrivata.
Nulla di strano: un gesto compiuto centinaia, migliaia di volte.
Ma quella volta ‘qualcosa’ è successo nel mondo, ‘qualcosa’ che ha stravolto i già difficilissimi equilibri planetari, ‘qualcosa’ che ha rischiato seriamente di innescare un terzo, apocalittico conflitto mondiale. E forse ci è riuscito…

Ora, il semplice gesto di aprire una busta di carta potrebbe condurre alla morte i destinatari delle missive: all’interno non c’è solo la solita corrispondenza, ci sono anche migliaia di terribili spore del Bacillus anthracis, bastoncelli aerobi, sporigeni, agenti patogeni della malattia infettiva conosciuta come ‘carbonchio’ – nel caso colpisca animali – o ‘antrace’ quando colpisce gli esseri umani.

E nasce il terrore di una possibile epidemia innescata ad arte…

                       

Immagine 2 – Un’inquietante immagine della Grande Guerra, in cui due soldati e anche un povero mulo indossano maschere antigas per evitare i devastanti effetti della guerra chimica. Poi vennero anche le armi batteriologiche…

 

Versailles. Venerdì 5 Febbraio 1712. Nella tarda mattinata il Duca di Noailles si presenta a Maria Adelaide di Savoia, Duchessa di Borgogna, nuora del Gran Delfino di Francia morto di vaiolo da poco meno di un anno, per farle – inaspettatamente! – omaggio di una splendida tabacchiera in smalto e oro.

Ebbene sì: Maria Adelaide ha la ormai desueta abitudine di ‘fiutare il tabacco’, anche se a corte molti biasimano questo ‘vizio’, compreso il Re Sole, Luigi XIV.

Il dono è immensamente apprezzato dalla Duchessa, tanto più che la tabacchiera non è vuota, ma – appena aperta… lontana da occhi indiscreti – sparge per l’aria l’inconfondibile aroma del dolce ‘tabacco biondo’ di Spagna. Ma, forse, anche di ‘altro’…

 Immagine 3 – Maria Adelaide di Savoia (16851712) moglie di Luigi, duca di Borgogna e nuora del Gran Delfino di Francia.

 

Al tramonto la dama di compagnia della Duchessa Adelaide nota che la sua signora è scossa da irrefrenabili brividi di freddo.

Ben presto ella viene assalita da forti febbri ed è costretta a coricarsi, incapace di reggersi in piedi. Passa così il Venerdì e, senza alcun miglioramento, anche il Sabato.

Domenica sera la Duchessa Maria Adelaide comicia ad accusare uno strano disturbo, un lancinante dolore alla tempia destra.

 

Immagine 4 – Luigi di Francia, detto anche il Gran Delfino (16611711), era il primogenito e quindi l’erede del re Luigi XIV di Francia, il “Re Sole” e della regina Maria Teresa.

 

I medici ‘specialisti’ convocati subito al suo capezzale tentano di arginare il dolore con salassi, oppio e… ripetute inalazioni di tabacco. Forse lo stesso contenuto nella tabacchiera appena ricevuta in regalo…

La situazione non migliora neppure nei due giorni seguenti, anzi la febbre sale ancora.

Il Delfino – il figlio di Luigi, il Gran Delfino di Francia, il ‘Monsignore’ – osserva preoccupato l’andirivieni di medici: sono tempi in cui ‘magiche pozioni, ‘filtri’ e veleni possono ribaltare le sorti di una nobile famiglia, addirittura di uno Stato!

È nella tragica notte tra il lunedì 8 e il martedì 9 Febbraio 1712 che il Delfino vede comparire – con orrore – alcune macchie nerastre sul viso, sul collo, sulle braccia della consorte, della Duchessa Maria Adelaide: solo allora si ricorda che molti anni prima, nel 1677, nel Confessionale dei Gesuiti, a Parigi, era stato rinvenuto un anonimo biglietto in cui era descritto il progetto di avvelenare il Re e tutta la sua progenie!

Solo allora gli tornano alla mente le oscure minacce del guercio cancelliere Pontchantrain e l’odio che questi nutre per la Duchessa!

La tabacchiera! Come un lampo, l’idea che lo splendido regalo fatto a Maria Adelaide possa aver contenuto qualche veleno attraversa la mente di Luigi, l’aspirante al trono.

 

Immagine 5 – Una splendida tabacchiera in avorio, smalto e oro della fine del XVIII secolo.

Fu attraverso un ‘dono’ del genere che la Duchessa di Borgogna – consorte del legittimo pretendente al trono di Francia – inalò i letali agenti patogeni del vaiolo o dell’antrace?

 

Portatemi la tabacchiera!, ordina il Delfino ai suoi servitori. Ma del grazioso contenitore in ceramica, smalto e oro non c’è più traccia.

Sparita! Come dissolto nel nulla è il ‘tabacco’ in essa contenuto!

Atroci sospetti prendono corpo anche nella mente dei vari Maréchal, Boudin, Fagon, gli illustri ‘specialisti’ che annaspano alla ricerca di una ‘scientifica’ spiegazione. Scarlattina? Morbillo? No, ne mancano tutti i sintomi!

Giovedì 11 Febbraio le macchie cutanee – nere come… il carbone – si sono estese a tutto il corpo della Duchessa, la quale appare ormai l’ombra di sè stessa, il volto emaciato, gli occhi infossati, le braccia percorse da brividi di febbre…

Giovedì 11 Febbraio anche il ‘Delfino di Francia’ comincia ad accusare ‘qualche disturbo’. 

Sarà la stanchezza? Sarà lo stress? Non si da gran peso all’accaduto…

Luigi XIV, il Re Sole – sinceramente addolorato per le gravissime condizioni di salute della Duchessa – manda a chiamare altri quattro ‘specialisti’ parigini.

Tutto appare inutile: all’alba di Venerdì 12 Febbraio 1712 Maria Adelaide di Borgona cessa di soffrire.

Ha soltanto 27 anni…

 

 

Immagine 6 – Una delle camere da letto degli appartamenti reali della Reggia di Versailles, nella quale la Delfina Maria Adelaide di Borgogna agonizzò dopo aver fiutato del tabacco contenuto in una pregevole scatola donatale dal Duca di Noailles.

Fu in questi opulenti e raffinati ambienti che maturò quello che definiremmo il ‘delitto della tabacchiera’, un episodio di ‘guerra batteriologica’ ante litteram?

 

Dietro consiglio di chi gli sta più vicino, il Delfino si convince a trasferirsi nella residenza di Marly, mentre a Versailles fervono le operazioni per dare l’ultimo saluto a sua moglie. Ed è proprio mentre il Delfino accoglie principi, principesse e alti dignitari che uno di questi si accorge che piccole, ma estremamente inquietanti, macchie nerastre si stanno formando sul suo volto!

Sabato 13 Febbraio il Re Sole – trasferitosi momentaneamente a Marly – abbraccia il nipote, cercando di confortarlo per il recentisssimo lutto, ma subito lo allontana da sè: le stesse macchie – con un colore simile al carbone! – che hanno devastato il corpo della Duchessa ora sono lì, a ricoprire pian piano anche il corpo del Delfino.

I soliti ‘specialisti’ si affannano anche questa volta ad inventare spiegazioni ‘banali’, quali il solito morbillo, la solita varicella… nessuno osa pronunciare il nome ‘vaiolo’, nè tantomeno ‘carbonchio’ all’epoca pressocchè sconosciuto alla medicina ufficiale, considerato solo come malattia di ovini, bovini e, al massimo, di qualche malcapitato mandriano…

Nessuno conosce ancora l’eziopatogènesi della malattia che ancora per molti decenni decimerà innumerevoli mandrie di animali e che ridurrà al lastrico famiglie di allevatori.

 

Immagine 7 – Tipiche eruzioni cutanee caratteristiche di infezione da “Antrace” o Carbonchio.

 Un grande passo avanti avviene nel 1876, quando uno sconosciuto ma testardo medico tedesco, il grande Robert Koch, a soli trentaquattro anni dimostra al mondo intero la reale esistenza dei microbi, soprattutto dei microbi del ‘carbonchio’ che aveva fatto strage di pecore e mucche nelle amene vallate della Germania.

Immagine 8 – Robert Koch (1843 – 1910), il geniale medico tedesco che isolò e coltivò in vitro, per la prima volta il Bacillus anthracis, cioè il bacillo ‘carbonchio’. Successivamente anche il grande Louis Pasteur (1822 – 1895) si dedicò allo studio di questa tremenda malattia, suggerendo semplici ed efficaci misure di prevenzione.

Il ‘Carbonchio’ aveva condotto ad una morte atroce, con il corpo, coperto di pustole nerastre – color del ‘carbone’, da qui il suo nome – anche poveri, ignari addetti alla cura dei capi di bestiame.

Neppure il vaiolo era, all’epoca, malattia del tutta nota nelle sua eziologia. Nè erano –almeno in Europa – noti e diffusi i metodi per ostacolarla.

Sì, in Europa, perchè nella lontana ma ‘saggia’ Cina la variolizzazione – cioè l’inoculazione del vaiolo in soggetti sani partendo da materiale infettivo prelevato da soggetti affetti dal morbo, allo scopo di prevenire l’insorgere della malattia – era praticata da millenni e si era diffusa lentamente in tutto l’Oriente, venendo praticata anche nelle nazioni dell’Impero Ottomano affacciate sulle sponde del Mediterraneo.

Solo agli inizi del ‘700 – quando avvennero le tragiche e misteriose vicende di cui ci stiamo occupando – i medici veneziani Emanuele Timon e Jacopo Pilarino introdussero la pratica della variolizzazione anche in Occidente.

La tecnica consisteva nel deporre una goccia di essudato, prelevato da un animale malato, sulla cute scarificata del braccio del paziente, oppure… di “…insufflare nelle narici croste pustolose polverizzate…”.

Come sarebbe potuto accadere mescolando – in quantità non ‘omeopatiche’! – queste nauseabonde polveri ad un ben profumato tabacco di Spagna ed offrirlo – in quel freddo mattino del 1712 – alla Duchessa Maria Adelaide, in un’elegante, raffinata… tabacchiera!

Era ancora lontano il 1788, anno in cui il medico Edward Jenner introdusse – con metodo scientifico e molto meno pericoloso – la ‘vaccinazione antivaiolosa’ durante un’epidemia diffusasi nel Gloucestershire!

Immagine 9 – Edward Jenner, (1749 –1823) coraggioso ideatore della  ‘vaccinazione antivaiolosa’

 Ma torniamo al capezzale del Delfino, dell’aspirante al trono di Francia…

Durante la notte di Mercoledì 17 Febbraio 1712, Luigi si sente divorare da un ‘fuoco tremendo’ che non gli lascia un attimo di tregua. Alle otto e trenta di Giovedì 18 – solo sette giorni dopo il decesso della consorte – anche il Delfino segue – sulla ‘barca di Caronte, chissà? – l’amata consorte. Ha soltanto trent’anni…

Si trattò di due ‘delitti al vaiolo’ precedenti di circa tre secoli gli atti terroristici che anche ai giorni nostri – dopo il tragico 11 Settembre 2001 – ogni tanto minacciano di paralizzare gli Stati Uniti… e non solo?

La maledetta tabacchiera conteneva ‘croste pustolose polverizzate’, cioè milioni di virioni con la caratteristica forma a gomitolo, appartenenti al genere Parapoxvirus, agente eziologico dello Pseudovaiolo bovino – causa della cosiddetta ‘malattia del mungitore’ – prelevati dalle croste cutanee di qualche malcapitato già colpito dal morbo? Oppure qualcosa derivato dall’altrettanto micidiale  Bacillus anthracis?

 

Immagine 10 – Il parapoxvirus è un genere virus, nella famiglia Poxviridae. Causa il cosiddetto “vaiolo da stalla”.

Bisogna ricordare infatti che l’idea di ‘guerra batteriologica’ non è affatto recente, dato che già nel lontano 1743 alcuni coloni americani distribuirono ad una tribù di ‘indiani’ numerose coperte contaminate dal virus del vaiolo. Non per errore, ma unicamente per sterminarli!

Oppure, quelli di Versailles furono due ‘delitti all’antrace’, molto ante litteram?

Oggi sappiamo che in gran parte dei casi le spore del ‘carbonchio’ colpiscono la cute poichè il contagio avviene toccando animali infetti o terreni contaminati.

Ma esse colpiscono anche le vie respiratorie se, inavvertitamente, vengono inalate ad esempio aprendo un’innocua busta pervenuta a semplici cittadini americani rei soltanto… di esserlo, oppure ad un illustre… nipote del Re Sole, con la colpa di aspirare legittimamente al trono!

Qualcosa di simile potrebbe essere accaduto circa tre secoli or sono nella Francia del Re Sole?

La splendida tabacchiera – poi misteriosamente sparita… per non lasciar tracce – ebbe il ruolo delle buste postali che non molto tempo fa già hanno mietuto più di una vittima e che hanno creato il panico tra gli ‘operatori del settore’ e tra ignari destinatari di ‘innocenti’ missive?

Ebbene i motivi per offrire alla Duchessa e – di conseguenza – al Delfino di Francia, un così grazioso ‘omaggio’, c’erano. Ce n’erano molti…

Louis de Roauvroy, duca di Saint-Simon (1675 – 1755), che visse all’epoca dei fatti fin qui narrati, nelle sue ‘Mémoires du duc de Saint Simon sur le règne de Louis XIV et la Règence’ descrisse il Duca di Noailles – colui che, senza alcun motivo apparente, aveva donato a Maria Adelaide la ‘tabacchiera della morte’ – come un individuo che conduceva  “… una vita sempre occupata in progetti e mezzi per arrivare ai propri fini…”.

Fini evidentemente non sempre e non del tutto legittimi!

Tra l’altro il Duca di Noailles era molto amico del Duca di Maine – figlio illegittimo di Luigi XIV, il Re Sole – il quale covava certamente segreti desideri e progetti per la successione.

Progetti che potevano trovare concreta realizzazione solo ‘eliminando’ il Duca di Borgogna, colui che sarebbe divenuto Re, e – perchè no? – anche la di lui consorte.

Possiamo ipotizzare – anche alla luce dei tremendi avvenimenti che hanno funestato l’ultimo scorcio del 2001 – che il Duca di Noailles abbia cercato di assecondare le segrete speranze del Duca di Maine, portando alla Corte di Versailles, alla Duchessa Maria Adelaide di Borgogna, alla sua famiglia, un sinistro dono – la tabacchiera – utilizzandolo come apparentemente ‘innocente’  veicolo di morte?

Le cronache non ci hanno tramandato le reali cause dei due ‘illustri’ decessi.

Non ci dicono, con esattezza, in quale modo, sulla pelle degli ‘augusti’ Duchi, si siano formati i caratteristici ‘pomfi’ – rilievi cutanei caratteristici di alcune dermatiti – seguiti, dopo alcuni giorni, da ‘papule edematose’ e, successivamente, da vere e proprie ‘pustole’ degeneranti in ‘escare’, le lesioni necrotiche, nerastre caratteristiche dell’infezione da Bacillus anthracis. Non ci dicono, con esattezza, se i disturbi accusati erano tipici anche della forma ‘polmonare’.

Nè ci dicono se i sintomi erano veramente quelli del vaiolo che condusse alla morte dignitari egizi del II millennio a.C., centinaia di contadini nell’Europa del VI secolo d.C., milioni di ’indios’ messicani dopo il fatidico 1492.

 

Immagine 11 – Il Granduca Ferdinando II ritratto dal pittore Joost Susterman (1598 – 1681) dopo nove giorni da quando aveva contratto il vaiolo.

È evidente la devastazione della pelle del viso a seguito delle pustole nerastre che costituiscono la più immediata ed evidente manifestazione della malattia, quasi sempre ad effetto letale. Nel riquadro in basso a destra una micrografia del virus del vaiolo bovino.

La Duchessa di Borgogna – e, di conseguenza, il marito, il Delfino di Francia – fu uccisa a causa dell’involontaria inoculazione di ‘ croste pustolose polverizzate’ mescolate al profumato tabacco di Spagna donatole insieme alla pregevole tabacchiera?

Forse i due repentini decessi furono dovute a vaiolo, forse furono dovuti ad antrace, forse furono frutto di cause ‘naturali’ – con una concatenazione di eventi e una sintomatologia molto, troppo, ‘sospette’ però ! – ma non possono non farci notare molte analogie tra quanto è avvenuto, dopo l’11 Settembre 2001, in USA nell’aprire ‘innocue’ buste inviate da ignoti terroristi e ciò che accadde, nel 1712, negli splendidi saloni della Reggia di Versailles quando avvenne quello che, forse, potremmo definire il ‘delitto della tabacchiera’.

(Roberto Volterri)

  • le immagini sono state fornite dal professor Roberto Volterri.

 

 

L’OMBRA DELLA CLESSIDRA. Tra le ombre della storia, tra infiniti misteri, tra gli angoli più oscuri delle vicende umane.

Historia magistra vitae est”?

Qualche volta sì, qualche volta… essa dimentica di esserlo o ce ne dimentichiamo noi! Quel che appare indubitabile è la presenza – tra le sue “ombre” create dalla “Clessidra”, dall’inarrestabile fluire del Tempo – di eventi la cui spiegazione non appare subito evidente perché la documentazione disponibile non è certamente esaustiva, perché “la Storia la scrivono i vincitori”, perché gli eventi stessi sono collocati così lontani nel tempo che una buona parte di essi appare evanescente, indecifrabile, nascosta dalle nebbie… L’autore ha volutamente articolato questo libro sugli avvenimenti che non trovano sempre esaustive spiegazioni, alternandoli apparentemente… “a caso”. Così, insieme a qualche riflessione di matrice “religiosa” sull’Anticristo, motivata dal rinvenimento di uno strano tavolaccio ligneo ora conservato a Canossa e a alla strana, “sulfurea”, chiesa parigina di St. Merry, troverete un capitolo sulle esoteriche ricerche di personaggi quali Isaac Newton e Robert Fludd seguito da capitoli sui Lapidari astrologici, sul Graal e sugli eterni “misteri” di Rennes-le-Chateau e molto altro ancora…

 

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