La sonda europea HERA fotografa da vicino la misteriosa piccola luna marziana; di G. Pavat e R. Volterri

Immagine di apertura; una delle straordinarie fotografie scattate dalla sonda europea HERA. Il grande pianeta azzurro (ma non era rosso?) è Marte, su cui si staglia quella piccola macchia nera, ovvero la luna Deimos (Foto dell’ESA, Agenzia Spaziale Europea che si ringrazia per la cortese disponibilità).

 

 

LA SONDA EUROPEA HERA FOTOGRAFA DA VICINO DEIMOS, LA MISTERIOSA PICCOLA LUNA MARZIANA 

 

di Giancarlo Pavat e Roberto Volterri 

 

In un’epoca come la nostra in cui sembra che l’interesse e l’entusiasmo per l’esplorazione dello Spazio siano decisamente scemati, per non dire scomparsi, almeno tra il grande pubblico, ormai “digitaldipendente” dalle fake news, ovvero “bufale” in italico idioma, che circolano nella rete, la notizia che la sonda Hera dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sia riuscita a fotografare da distanza ravvicinata una delle due piccole lune di Marte, Deimos, è passata quasi in sordina.

Eppure dovrebbe accendere, quantomeno, la curiosità di tutti coloro che, come gli scriventi, sono sempre stati affascinati dai Misteri del Cosmo.

Per quali motivi?

Beh…per prima cosa perché le due piccole, “strane”, lune marziane sono sempre state poco studiate e decisamente misteriose.

2. Immagine sopra: Le due piccole “lune” del pianeta Marte, osservate al telescopio solo nel 1877 ma descritte da Jonathan Swift poco meno di un secolo e mezzo prima, nel 1736, nel suo “I viaggi di Gulliver”

Deimos, che ha un diametro di poco più di 12 chilometri e non si sa nulla sulla sua origine.

Hera è riuscita a fotografare la piccola luna dalla distanza di appena 1.000 chilometri.

La Sonda ha osservato la faccia  nascosta di Deimos che, come la nostra Luna, rivolge sempre la stessa faccia al suo pianeta. 

La piccola luna ha un diametro di poco più di 12 chilometri, è ricoperta da uno spesso strato di polvere rossastra e la sua origine non è ancora chiara” hanno spiegato dall’ESA, che ha rilasciato diverse straordinarie immagini di Marte e di Deimos, tra cui quella che potete vedere in apertura di questo articolo “Potrebbe essere il risultato di un gigantesco impatto avvenuto con Marte oppure un asteroide catturato dalla sua gravità “.

Quindi, in attesa che vengano divulgate le informazioni raccolte dalle telecamere; una in grado di acquisire “immagini in bianco e nero nella luce visibile, da uno spettrografo in grado di captare una gamma di colori che va oltre i limiti dell’occhio umano e che permette di analizzare la composizione minerale, e da  un’altra telecamera a infrarossi fornita dall’Agenzia spaziale giapponese (Jaxa), che capta le temperature superficiali rivelando alcune delle proprietà fisiche del soggetto“, la stragrande maggioranza dei misteri che avvolgono questo “strano sasso” e il suo compagno orbitale “Phobos” (c’è chi da tempo afferma che in realtà si tratta di due basi artificiali aliene orbitanti!), resta inviolata.

Come rimane intatto l’altro grande enigma delle Lune di Marte di cui si è già occupato, su questo sito, uno degli scriventi, il professor Roberto Volterri.

Ovvero che queste due singolari lune scoperte appena nel XIX secolo, sono già descritte con dovizia di particolari in una celebre  opera utopica e satirica scritta un secolo e mezzo prima!

Si tratta del romanzo I viaggi Gulliver e l’autore, che non era certamente un astronomo, ma un irlandese che rispondeva al nome di Jonathan Swift,  nato a Dublino nel 1667 e scomparso nel 1745.

3. Immagine sopra: li scrittore irlandese Jonathan Swift (1667- 1745)

Non aveva mai avuta la possibilità di osservare Marte e “dintorni” con nessun telescopio, non si occupava di scienza ma amava scrivere sulle facezie e debolezze dell’animo umano unendo la sua sfrenata fantasia ad una sua innata vena satirica con cui descriveva, sotto metafora, la gente della Francia e dell’Inghilterra del suo tempo.

Eppure egli aveva letterariamente ‘scoperto’ e descritti nel 1726 i due satelliti di Marte, Phobos e Deimos, molto, ma molto prima, della scoperta ufficiale, avvenuta nel 1877, da parte di Asaph Hall, astronomo dell’Osservatorio Navale di Washington (USA).

Hanno anche scoperto due stelle interne o satelliti che girano intorno a Marte, dei quali il più vicino al pianeta dista dal centro dello stesso esattamente tre volte il suo diametro, e il più lontano si trova a una distanza di cinque volte il medesimo diametro. La rivoluzione del primo si compie in dieci ore, e quella del secondo in ventuno ore e mezzo, in modo che i quadrati dei loro tempi periodici stanno approssimativamente nella proporzione dei cubi della loro distanza dal centro di Marte …

Quesra la descrizione della scoperta delle due lune di Marte che Swift fa nella terza parte del suo libro I viaggi di Gulliver, dedicata anche all’inesistente terra di Laputa.

4. Immagine sopra: La prima edizione de “I viaggi di Gulliver” del 1736

 

Jonathan Swift attribuisce infatti agli astronomi di questo mondo appartenente soltanto alla finzione letteraria, la scoperta di due lune di Marte, non ancora patrimonio delle conoscenze astronomiche dell’epoca.

Laputa sarebbe una sorta di isola rocciosa, volante, con una base di una sostanza simile al diamante, azionata ricorrendo ad un gigantesco magnete poiché gli abitanti di questo strano piccolo mondo sarebbero gente colta, esperta di studi astronomici e dedita alla tecnologia e alla matematica. Insomma dei veri e propri scienziati…

Come si accennava all’inizio, fu nel 1877 che l’astronomo Asaph Hall scopri’ che Marte aveva sul serio due piccole “lune” orbitanti intorno al pianeta in tempi e modi inspiegabilmente molto simili (ma non identici) a quelli descritti dallo scrittore irlandese.

E alle due “lune” Henry Madan diede poi il nome di Deimos e Phobos, (ovvero Paura e Terrore in greco)  traendo ispirazione dalla mitologia classica e dai nomi dei figli di Ares  e Afrodite (rispettivamente Marte e Venere per i Romani)  che accompagnano il padre “dio della guerra” in battaglia, descritti nel seguente modo nel XV   libro (vv. 119-120) dell’Iliade di Omero.

Egli parlò, è ordinò al Terrore e alla Paura di preparare i suoi destrieri. E lui stesso indossò l’armatura scintillante.”

 

 

Vediamo ora le coincidenze (ma sono davvero coincidenze?) e le differenze tra realtà astronomica e romanzo.  Il periodo di rivoluzione di Phobos è di 7 ore e 65 minuti – un tempo inferiore al periodo di rotazione del pianeta stesso, caso unico nel sistema solare – contro le 10 ore previste da Swift, mentre quello di Deimos  è di  30 ore e 18 minuti invece delle 21 ore e mezza previste dallo scrittore. Licenze poetiche…

È vero invece, come detto all’inizio, che tutte e due le “lune” marziane sono in rotazione sincrona  con il Pianeta Rosso e pertanto rivolgono sempre la stessa faccia verso la superficie del pianeta. Proprio come la nostra Luna.

Ma come faceva Jonathan Swift a sapere delle due lune e delle informazioni sul loro comportamento nell’orbita marziana? 

Si baso’ soltanto sulle conoscenze astronomiche dell’epoca oppure una sorta di curiosa “anticipazione letteraria” alla Jules Verne, una sorta di “science fiction” ante litteram… oppure…

…vide  “qualcosa” e attinse da qualche sua personale esperienza le sue informazioni  sull’esistenza e sulle caratteristiche dei due satelliti marziani …ancora da scoprire? 

Per farsi una idea su cosa potrebbe aver visto lo scrittore irlandese …. andate a rileggere l’articolo “Phobos e Deimos, Jonathan Swift…. Il “mistero” delle due “lune di Marte” di Roberto Volterri.

 

(Giancarlo Pavat e  Roberto Volterri).

5. Immagine sopra; Il Pianeta Rosso in tutto il suo inqietante splendore.
-Se non altrimenti specificato, le immagini sono state fornite dal professor Roberto Volterri. 
6. Immagine in basso; Roberto Volterri e Giancarlo Pavat. 

 

SICCOME LEGGERE FA SEMPRE BENE…

 

Giancarlo Pavat e Roberto Volterri ci guidano, infatti, all’esplorazione di un mondo a cui, quasi nessuno di noi, si era mai affacciato. Neppure per caso.
Infatti scopriremo a poco a poco le storie, i segreti, i misteri, le dicerie e leggende e tutte le “anomalie”di spade e altre armi bianche d’offersa o di difesa, lasciate “in sospeso” dalla Storia e dall’Archeologia.
Con il libro A FIL DI SPADA. SEGRETI MISTERI E LEGGENDE DELLE ARMI BIANCHE conosceremo la SCIABOLA DEL “SABRAGE” per brindare degnamente (da veri “Zorro” o ussari) a Capodanno e non solo….
E pure la mitica clava dell’altrettanto mitico GIGANTE DI ERICE in Sicilia….
E la LANCIA DI GIULIO CESARE sul Baltico…..
Ci trasformeremo in veri detective sulle tracce delle SPADE ROMANE, VICHINGHE e TEMPLARI rinvenute in America. Senza dimenticare Mjiollnir, il Martello di Thor….in Canada
Brividi di terrore scorreranno lungo le nostre schiene alla ricerca della SPADA SANGUINANTE DI ATTILA, che poi potrebbe essere appartenuta anche al Conte Dracula di Bram Stoker e che, forse, è nascosta in qualche castello della Transilvania. E già che ci siamo si parlerà pure dei pugnali (di frassino, mi raccomando) usati per eliminare i vampiri.
E ancora….
In quale museo è conservara la “vera”GIOIOSA ovvero la SPADA FATATA di Carlo Magno?
E che dire dell’esoterica SPADA CERIMONIALE DI FEDERICO II, lo Stupor Mundi….celata in qualche maniero della Puglia?!
Non meno dotata di occulti poteri e’ la MAGICA SPADA DELL’EROE BOEMO BRUNCVIK nell’altrettanto magica Praga di Kafka, del Golem e dell’imperatore Rodolfo….
E un’altra SPADA MAGICA è quella che SANTA CATERINA donò a GIOVANNA D’ARCO.
Tra la maestosità delle Dolomiti ci interrogheremo su quale fosse la reale natura della SPADA FIAMMEGGIANTE con cui la MADONNA DI SAN VITO DI CADORE stermino’ i lanzichenecchi invasori del Veneto.
Suggestioni letterarie a parte, lo sapevate che la DURLINDANA, la leggendaria spada del Paladino Orlando è venerata in un Santuario in Aspromonte in Calabria…..e che a Roma esiste addirittura una via intitolata proprio a quella spada?
E tutti ciò alla faccia dei francesi che pensano di averla loro, conficcata nella rupe di Rocamadour….Ma, ovviamente, si tratta di una banale copia.
Mentre la spada di un altro paladino, Oggieri il danese o HOLGER DANSKE, è nascosta nei sotterranei del Castello di Amleto in Danimarca.
Una SPADA MALEDETTA è quella forgiata per KALEVIPOEG, l’eroe della lotta per la libertà dell’Estonia.
Ma “armi”, sebbene “improprie”, sono pure le ghiande di ferro (meteoriti?) piovute dal cielo che misero in fuga le truppe napoletane che assediavano Filettino sui monti della Ciociaria….e una di queste possiamo ancora oggi vederla sull’altare di una chiesa del piccolo borgo ciociaro.
Altre “strane pietre”, conservate questa volta in una basilica romana sono quelle che il Demonio in persona tentò di lanciare contro San Domenico.
E sempre dal cielo piovve una mistica ALABARDA diventata il simbolo di Trieste e di cui nel libro è raccontata la vera storia.
Anche l’archeologia ci ha donato spade che “non dovrebbero esistere”. Come la SPADA ULFBERHT dei VICHINGHI forgiata con una tecnologia avveniristica (?).
O la VERA SPADA NELLA ROCCIA che si trova in un eremo in Toscana vicino alle suggestive rovine di una abbazia voluta e finanziata da un membro di una potentissima ma dimenticata stirpe ciociara.
Tra l’altro quella di SAN GALGANO non è l’unica ” Spada nella roccia” presente in Italia!!!!!!
Invece l’altra mitica Spada di King Arthur (che in realtà si chiamava REX ARTURUS ed era italiano!), l’EXCALIBUR, sarebbe stata ripescata in un fiume in Inghilterra.
Non solo armi di offesa ma pure di difesa. ….Come lo SCUDO CON IL PENTACOLO di Sir Gawain, uno dei Cavalieri della Tavola Rotonda, colui che ritroverà il Santo Gaal.
E un altro scudo esposto in una chiesa dei Castelli Romani costituisce il trofeo della Vittoria di Lepanto contro i Turchi.
Sempre per salvare popolazione dai Turchi, a Serranova in Puglia una SPADA PRESE VITA tagliando le teste agli invasori. E si trova ancora sull’altare della chiesa in cui fu deposta a missione compiuta!
Un’altro scudo invece è il curioso e ingegnoso “SCUDO LANTERNA”… dall’Italia al placido Don in Russia.
E sempre da Lepanto ecco gli SPADONI VENEZIANI. Mentre a Cividale del Friuli con uno SPADONE dei Patriarchi Aquileiesi si celebra addirittura una MESSA.
E dov’è finita la SPADA DELL’ISLAM impugnata Duce in Libia?
Poi, per gli amanti dei paesi esotici, ecco che il duo Pavat-Volterri presenta le SPADE CON I DENTI DI SQUALO dei Popoli dell’Oceania, i temibili Kriss malesi impugnati anche dal Sandokan televisivo, e altre piacevolezze indiane e africane.
Infine, L’ARMA PIÙ ESOTERICA che possa esistere sulla Terra. I cui presunti poteri hanno affascinato sovrani, imperatori, condottieri, dittatori. La LANCIA DI LONGINO.
Ma qual’è quella autentica, visto che in giro per il mondo ci sono diversi esemplari ?
Forse la SACRA LANCIA nascosta in Vaticano? Oppure quella (forse) celata nel mausoleo del principe crociato Boemondo a Canosa di Puglia?
O quella esposta in un Museo s’arte sacra in Armenia?
Oppure la più sconvolgente di tutte…. la HEILIGE LANCE DI VIENNA, trafugata da Hitler, recuperata dagli Americani in un bunker segretissimo a Norimberga e poi restituita ( una copia?) all’Austria?
E se non fosse nessuna di queste? Allora, novelli indagatori dei misteri, seguiamo le tracce indicateci dagli autori di A FIL DI SPADA e chiediamoci qual’è il vero significato di certi graffiti riproducenti l’evangelica LANCIA DI LONGINO scoperti nel mastio del Castello Comitale dei DE CECCANO?
Gli ignoti artrfici volevano forse indicare che la SACRA LANCIA CON CUI FU TRAFITTO IL COSTATO DI CRISTO SUL GOLGOTA sarebbe celata in qualche segreto penetrale dello stesso maniero?
Questi è tanti altri misteri, segreti curiosità e leggende che vi affascineranno, stupiranno e forse vi faranno anche un po’ inquietare, nel libro A FIL DI SPADA. SEGRETI MISTERI E LEGGENDE DELLE ARMI di Giancarlo Pavat e Roberto Volterri
Buona lettura a tutti.

 

A FIL DI SPADA. SEGRETI MISTERI E LEGGENDE DELLE ARMI BIANCHE.
di Giancarlo Pavat e Roberto Volterri.
Copertina Alessandro Middei.
Reperimento immagini Bruno Ferrante.
Editing Daniele Di Stefano.
451 pagine
550 immagini in bianco e nero.
Solo 19,90 euro.

 

…E PER CONTINUARE AD ESPLORARE IL MONDO DEI MISTERI…

 

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