50 ANNI FA, IL PRIMO UOMO SULLA LUNA

ILPUNTOSULMISTERO VUOLE RICORDARE LA GRANDE IMPRESA DEL 20 LUGLIO 1969

E IN QUESTO MODO ONORARE COLORO CHE LA RESERO POSSIBILE 

(Sopra; la fotografia della Luna è di Alessandro Middei -luglio 2019)

l 20 luglio 1969 alle 20.17:40 UTC una navicella terrestre, il LM5 (Modulo Lunare, chiamato “Eagle”, “Aquila”) con all’interno gli astronauti statunitensi Neil A. Armstrong (1930-2012) e Edwin E. “Buzz” Aldrin, (1930), si posò sulla superficie Lunare e precisamente nella zona denominata Mare della Tranquillità. Il terzo astronauta, Michael Collins (nato a Roma, al civico 16 di via Tevere, in quanto suo padre era un militare in servizio presso l’Ambasciata Usa in Italia) era, invece, rimasto in orbita a bordo del Modulo di Comando.

Sei ore dopo l’allunaggio, alle ore 02.56 UTC del 21 luglio 1969, Armstrong fu il primo uomo a posare il piede sul nostro satellite naturale, pronunciando la storica frase:

Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanità”.

Al di là del pizzico di retorica, si trattò effettivamente di un evento epico ed epocale. Per la prima volta nella storia (conosciuta) del Genere Umano, qualcuno aveva lasciato il pianeta Terra per raggiungere un altro corpo celeste e scendervi sopra.

(Immagini sopra e sotto:. due fotografie di Filiberto Caponi dell’Eclisse parziale di Luna del 16 luglio scorso)

Il primo sbarco sulla Luna (e pure le missioni successive) suscita ancora oggi non solo emozioni ma pure dibattiti, discussioni e polemiche.  Giusto per sgomberare il campo dai dubbi, gli scriventi sono profondamente convinti che l’Uomo sulla Luna c’è stato, semmai non ci è stato raccontato tutto quello che è stato visto e trovato. Ma non è certamente questo il momento per affrontare questi temi.

Oggi noi vogliamo semplicemente ricordare tre uomini eccezionali e con loro tutti quelli che parteciparono al progetto “Apollo” della NASA  (tra cui il Direttore del lancio, l’Italo-americano Rocco A. Petrone 1926-2006) e che permisero all’Uomo di realizzare uno dei suoi più antichi sogni.

(Sopra; il recente Eclisse parziale di Luna – foto Mario Ziccardi 16 luglio 2019)

L’impresa lunare non ha certamente reso l’Umanità migliore (e non poteva essere altrimenti) ma ci ha insegnato che anche i sogni apparentemente più assurdi e irrealizzabili si possono avverare e che, a volte, anche ciò che viene inventato per fini malvagi (i razzi che portarono l’Uomo sulla Luna derivano dai terrificanti ICBM con testate nucleari che altro volta vennero sviluppate dalle hitleriane V2) puo’ regalare al Mondo intero un Futuro di Speranza. Tutto dipende, come sempre, dalla volontà dell’Uomo.

Ma non è tutto. La storia di quello che è successo “dopo ” il ritorno dei tre astronauti dal nostro satellite, e in particolare la vita del Primo Uomo a calcare il suolo lunare, ci insegna anche qualcos’altro.

Infatti, pochi sanno che Neil Armstrong, lasciata la NASA, nei decenni successivi partecipò a diverse spedizioni scientifiche ed archeologiche in luoghi sperduti del pianeta alla ricerca di oggetti misteriosi e delle tracce di antiche ed evolutissime civiltà scomparse. 

La più famosa è con tutta probabilità la spedizione alla Cueva de los Tayos nella Foresta equadoregna nel 1976. Gli esiti della spedizione furono controversi ed è ancora oggi avvolta in una specie di Mito. Ma il punto è un altro.

Tutto ciò sta a dimostrare che si può essere brillanti scienziati, coraggiosi piloti, astronauti che utilizzano tecnologie avveniristiche ed avanzatissime ma rimanere Uomini dalla mentalità aperta, privi di schematizzazioni omologanti, di preconcetti e luoghi comuni. Forse è questa la lezione più grande lasciataci dagli Uomini che fecero l’impresa di 50 anni fa.

ET VERITAS VOS LIBERABIT.

 

HERE MEN FROM PLANET EARTH

FIRST SET FOOT UPON THE MOON

JULY 1969 A.D.

WE CAME IN PEACE FOR ALL MANKIND

 

(Gaetano Colella,  Alessandro Middei,  Giancarlo Pavat, Tommaso Pellegrini )

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