Dal Passato (e dai magazzini museali) riemerge la “Spada romana di Fregellae”

 

DAL PASSATO (E DAI MAGAZZINI MUSEALI) RIEMERGE LA “SPADA ROMANA DI FREGELLAE”

La Spada romana ritrovata dei magazzini museali dalla dottoressa Teresa Ceccacci, direttrice del Museo Archeologico “Amedeo Maiuri” di Fregellae a Ceorano (FR)

 

Recentemente sono balzate agli onori delle cronache Spade di moderna realizzazione letteralmente piantate su rocce di gioghi montani o allestite all’interno di sale di palazzi più o meno antichi e strombazzate ai quattro venti come se fossero rarità che tutto il mondo ci invidia o capolavori artistici.

Anzi, in molti casi si sono inventate di sana pianta storie e leggende per cercare di attribuirne una patente di autenticità storica che ovviamente non possiedono. Viene in mente la falsa “Spada dei Templari del Terminillo”, relativamente alla quale non serve essere medievisti per capire che si tratta di una bufala. Oppure una copia della autentica “Spada nella roccia di San Galgano” posta senza alcun criterio di logicità storica o di nesso legato a una qualsivoglia tradizione, all’interno di un maniero ciociaro.

Quindi, anche se non si è appassionati della tematica inerente spade o altre armi antiche, non si può che essere contenti della notizia che arriva da Ceprano (FR), e più precisamente dal Museo Archeologico “Amedeo Maiuri” di Fregellae.

È stata infatti data notizia agli organi di informazione che la direttrice dell’importante istituzione culturale e scientifica, l’archeologa e scrittrice Teresa Ceccacci, ha ritrovato “fra i reperti archeologici depositati presso i magazzini comunali un’antica spada romana” spiega la giornalista Simonetta Scirè sul quotidiano “CiociariaOggi” “Si tratta di un ritrovamento effettuato durante le campagne di scavo risalenti agli anni ’90 condotte dal prof. Coarelli e dalla sua equipe dell’Università di Perugia nel sito di Fregellae”. Una Spada autentica, giova sottolinearlo, che ci arriva direttamente dal Passato, da quel II secolo in cui la città di diritto romano di Fregellae venne distrutta perché si era ribellata a Roma.

 

Immagine sopra: la dottoressa Teresa Ceccacci con lo splendido mosaico pavimentale romano raffigurante il simbolo del Fiore della Vita, esposto all’interno del Museo Archeologico cepranese.

Come spesso accade, a causa dei limitati spazi espositivi museali, moltissimi reperti sono ancora oggi relegati dei depositi e non fruibili al pubblico. Tra questi c’era appunto la “Spada di Fregellae”.

 

Immagine sopra: uno scorcio del Museo Archeologico cepranese.

La direttrice Teresa Ceccacci “che sapeva della presenza dell’arma, ha deciso di verificare l’attendibilità della notizia andandola a cercare” nei magazzini, “frugando fra il prezioso materiale”

Possiamo immaginare la gioia e l’entusiasmo della Direttrice quando l’ha rinvenuta. Anche perché, ed è stata proprio lei a rimarcarlo, è un manufatto davvero straordinario, in quanto “si tratta del primo reperto militare, unico nel suo genere, fra tutti i ritrovamenti effettuati nel sito di Fregellae”.

Pertanto, dobbiamo alla caparbietà, allo zelo professionale e, soprattutto, alla grande passione per la Storia e l’Archeologia e alla decisa volontà di battersi per la valorizzazione e tutela del Patrimonio Culturale del Territorio, della dottoressa Ceccacci, se ora (e dopo più di trent’anni!) questo reperto davvero unico nel suo genere, potrà essere ammirato ed apprezzato da un pubblico più vasto.  

 

La dottoressa Teresa Ceccacci, direttrice del Museo Archeologico “Amedeo Maiuri” di Fregellae, con un altro importante reperto ivi esposto; il cranio dell'”Uomo di Ceprano”, noto con il soprannome di “Argil”.

Attualmente l’artefatto, che dovrà essere datato e studiato, si presenta privo di elsa e bisogno di interventi di restauro. E a questo proposito la Direttrice Teresa Ceccacci ha dichiarato:

La spada ritrovata tra i preziosi reperti custoditi nel magazzino del Comune rappresenta un oggetto antico unico nel suo genere. Deve essere ripulito e restaurato, pertanto lancio un appello agli sponsor che vogliono collaborare per coprire le spese necessarie per riportare la spada allo stato originale, in modo che si possa esporre, creando magari nel museo una apposita sezione”.

In conclusione, in attesa di poter ammirare anche noi questa “Spada di Fregellae” non possiamo che dirci concordi con quanto affermato dall’archeologa e scrittrice;

Ogni oggetto antico che testimonia la Storia, fa rivivere il Passato e contribuisce a ricostruire le profonde radici su cui si basa il Presente”.

(Giancarlo Pavat)

Tutte le immagini sono state fornite dalla dottoressa Ceccacci, che si ringrazia per la gentilezza.

 

 

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