Domenica 5 dicembre; nemmeno il tempo sfavorevole ferma gli ITINARRANTI sul Monte Cacume.

 

Immagine di apertura: panorama di Patrica (FR) nella mattinata  di domenica 5 dicembre. Con questa foto Vigliani convinceva Giancarlo Pavat che sulla Montagna di Dante il tempo era clemente!

A vederla dal punto di vista del nostro Giancarlo Pavat, la giornata sembrava sconsigliare vivamente di intraprendere qualsiasi escursione in montagna. D’altronde quella mattina, alle ore 06.30/07.00 a Villa Santo Stefano (dove risiede assieme a sua moglie Sonia Palombo) stava piovendo e pure piuttosto bene. Tanto che il Monte Cacume (meta dell’escursione organizzata dagli amici di ITINARRANDO per domenica 5 dicembre) non era assolutamente visibile dall’alta Valle dell’Amaseno in quanto completamente coperto dalle nubi. È stata la determinazione (e fiducia nelle previsioni meteorologiche che dicevano che sul Cacume non ci sarebbero state precipitazioni, almeno nella mattinata) della guida AIGAE Alex Vigliani (Presidente di ITINARRANDO) a far sì che la splendida escursione avesse luogo e che Giancarlo Pavat si arrampicasse (per l’ennesima volta) sulla “Montagna di Dante” raggiungendo i partecipanti ed illustrando alcune delle statue che compongono il SENTIERO DI DANTE.

2. Immagine in alto: Alex Vigliani davanti alla prima installazione artistica realizzata dall’artista Cesare Pigliacelli sul Monte Cacume. Dante e Virgilio indicano la via…..

3-4. Immagini in basso: la salita sul Cacume da parte dei partecipanti all’evento organizzato da ITINARRANDO e Alex Vigliani mentre illustra alcune particolarità del percorso.

 

5. Immagine in basso: Giancarlo Pavat spiega il percorso del SENTIERO DI DANTE.  

6-7. Immagini in alto e in basso: prosegue la salita verso la vetta del Cacume e Giancarlo Pavat davanti alla statua del “Barbarossa”.

 

“Punta della catena dei Monti Lepini, il Monte Cacume (o Caccume) con i suoi 1.095 metri di altezza, si innalza nel territorio comunale di Patrica (FR). Frequentato dall’Uomo sin dalla Notte dei Tempi, nel X secolo d.C. il monte vide sorgere presso la propria cima un romitorio ad opera di San Domenico da Sora (o da Cocullo). Ancora oggi vi si notano resti di torri e di una cinta muraria, probabilmente l’antico “Castrum Cacuminis”, diruto sin dal XV secolo. Nel 1903, sulla cima venne issata una croce grande croce di ferro alta 14 metri e pesante 400 quintali, a ricordo del Giubileo proclamato dal Pontefice Leone XIII. Per chi la osserva da Frosinone, da Ceccano o dall’alta valle del fiume Amaseno, la montagna appare come una perfetta piramide. Particolarità che forse ha indotto Dante Alighieri (che con tutta probabilità la vide, magari durante un viaggio verso Napoli) a citarla nella Divina Commedia e precisamente nel Canto IV del Purgatorio, vv. 25-27;
“Vassi in San Leo e discendesi in Noli/ montasi in su Bismantova e in Cacume/ con esso i piè, ma qui convien ch’om voli”.
Il “Ghibellin fuggiasco”, per descrivere l’asperità della salita sulla “Montagna Ultraterrena” del Purgatorio, in cima alla quale si trova il “Paradiso Terrestre”, enumera alcune località molto note al suo tempo, (e forse addirittura da lui stesso visitate) proprio per la particolare difficoltà di accesso. San Leo è il gigantesco sperone calcareo, originatosi nel Miocene, situato nelle attuali Marche, nel territorio dell’antico Ducato di Urbino. Non lontano dalla Repubblica di San Marino che a sua volta sorge su un altro picco molto simile, il Monte Titano. A 693 m.slm., proprio sulla cima, sorge la famigerata Rocca di San Leo. Naturalmente inespugnabile a causa dei dirupi mozzafiato che la circondano. Qui venne rinchiuso su ordine dell’Inquisizione cattolica, Giuseppe Balsamo, meglio noto come Conte di Cagliostro (1743-1795). Che per la sua inumana detenzione e tremenda morte, è diventato un simbolo della libertà di pensiero ed espressione e della lotta contro qualsiasi regime o ideologia assolutista ed intollerante. La seconda località; Noli, viene menzionata da Dante a cagione della vertiginosa rupe che si può ammirare, appunto presso il centro balneare della Riviera Ligure, vicino a Savona. Bismantova, invece, è una vera e propria “meraviglia della Natura” che si innalza vicino a Castelnuovo de’ Monti, in provincia di Reggio Emilia. Detta anche “Pietra di Bismantova” si tratta di una formazione di arenaria del Miocene, con pareti verticali e la sommità piatta. Tanto da sembrare da lontano un enorme ceppo di albero, attorno al quale, sono sorte, nel corso dei secoli, numerose leggende. Presso l’enorme monolite vengono spesso avvistate strane luci nel cielo. Ma in realtà non sappiamo il reale emotivo per cui Dante volle nominare il Cacume. È stato ipotizzato che la montagna abbia avuto nei secoli passati profonde valenze simboliche e esoteriche” (by Giancarlo Pavat).

8. Immagine sopra: sempre più avanti…...

9. Immagine in basso: la statua del Gran Maestro dei Templari Jacques de Molay…un omaggio all’Ordine del Tempio ingiustamente accusato e perseguitato da papa Clemente V e dal re di Francia Filippo il Bello.

 

10. Immagine in alto: la statua di guido Guinizzelli. Ormai manca poco alla cima del Cacume…..
11. Immagine in basso: la grande Croce in ferro, alta 14 metri e pesante 400 quintali, installata sulla vetta del Cacume nel 1903, in ricordo del Giubileo di tre anni prima.

 

12. Immagine sopra: Foto di gruppo dei partecipanti all’escursione organizzata da ITINARRANDO, in cima al Monte Cacume.

13. Immagine sopra e sotto: Il gruppo di ITINARRANDO inizia la discesa dalla cima del Cacume.

 

Dante Alighieri il più grande poeta italiano; “La Divina Commedia” un capolavoro della letteratura universale; “Monte Cacume”, una montagna da sempre avvolta in quell’aura di mistero che nasce dalla citazione del Sommo Poeta:

“Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su in Bismantova e ‘n Cacume con esso i piè; ma qui convien ch’om voli” (Canto IV 25-27 del Purgatorio). Nell’ampio progetto di valorizzazione del territorio e degli attrattori turistici

che il borgo di Patrica possiede, il comprensorio naturalistico del Monte Cacume rappresenta una meta importante per escursionisti che frequentemente percorrono questa montagna.

Il SENTIERO DI DANTE è un’iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Patrica che nasce nel 2018 da un’idea del Sindaco Lucio Fiordalisio, con la consulenza storico scientifica di Giancarlo Pavat e artistica di Cesare Pigliacelli.

Unica nel suo genere, Cacume diventa la montagna del Purgatorio per andare a scoprire, durante l’ascesa, quei personaggi che Dante incontra o cita nel suo viaggio verso il Paradiso che si concretizza con la cima del monte.

Il Sentiero di Dante è costituito da 12 installazioni con statue realizzate in corten nelle officine del Consorzio Monsaldo, che andranno ad arricchire la “passeggiata dantesca” per alimentare il flusso turistico già molto consistente.

Il progetto ha avuto un prestigioso riconoscimento: è stato scelto da Poste Italiane e dal Comitato Nazionale nell’ambito delle celebrazioni dei 700 anni “Dante 2021”. Tutta l’operazione culturale è stata condivisa con diverse realtà

locali da sempre impegnate nella tutela della montagna, nella ricerca e nella promozione turistica, con le quali abbiamo impostato una sinergia importante” (Lucio Fiordalisio).

14. Vista di Patrica e della Valle Latina completamente coperta dalle nubi.

Quindi, un evento (quello di domenica 54 dicembre) targato ITINARRANDO ancora una volta segnato dal successo, alla faccia delle condizioni atmosferiche non certo ottimali. Alla fine tutti a gustare le fettuccine nel rifugio sulla Montagna, grazie alla perfetta organizzazione di Angelo Gatti e dei suoi collaboratori.

 

 

Tutte le immagini sono state gentilmente fornite da ITINARRANDO, che ringraziamo per la cortesia.

 

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