Lo scorso 9 maggio un Totano di notevoli dimensioni è stato catturato presso una spiaggia della splendida isola di Ponza, davanti alle costa laziali. A dare la notizia il bel sito www.ponzaracconta.it (dove si possono vedere le foto del Totano “gigante”) che raccoglie, tra l’altro storie, racconti, curiosità sulla bella isola dell’arcipelago pontino.
Il “Totano comune”, nome scientifico “Todarodes sagittatus” è un mollusco cefalopode della famiglia “Ommastrephidae”. Imparentato con i calamari, predilige i fondali sabbiosi dove va a caccia soprattutto di piccoli crostacei. Il suo areale è decisamente ampio; lo troviamo infatti nel Mediterraneo, come nell’Oceano Atlantico e nel Mare del Nord. (Foto L’isola di Ponza – LT)
Il Totano ha un corpo allungato con pinne laterali più corte di quelle del suo cugino calamaro e localizzate sul fondo della sacca, formanti una punta a lancia, da cui il termine “sagittatus”, “sagitta” in latino è la “freccia”.
(foto: il Totano “gigante” di Ponza)
Proprio come il Calamaro, il Totano possiede 8 tentacoli più 2 più lunghi ricoperti da più file di ventose. Può raggiungere il metro di lunghezza e i 15 kg di peso, più o meno come l’esemplare catturato a Ponza.
Spulciando le cronache degli ultimi anni salta fuori un altra cattura di un cefalopode “gigante”: questa volta a Patti, in provincia di Messina, dove nel luglio del 2010. Qui un Calamaro di 12,8 chilogrammi e lungo 190 centimetri, venne pescato a circa 150 metri di profondità, da Nicola Pelleriti, presidente dell’associazione sportiva “Patti Marina fishing”, con l’ausilio di Nino Mirenda, un altro appassionato di pesca dilettantistica.
Ovviamente nessuno di questi esemplari di cefalopode può competere con i giganteschi e mostruosi calamari della famiglia “Architeuthidae”, soltanto da pochi anni riconosciuti ufficialmente dalla Scienza, che possono raggiungere (e forse superare) i 13 metri di lunghezza, e che quasi certamente sono alla base della leggenda dello spaventoso “Kraken”. Il mostro marino che turbava i sonni dei marinai e pescatori della Scandinavia e dell’Europa settentrionale.
(Foto: Il Calamaro gigante catturato in Nuova Zelanda)
Clamorosa bufala, invece, il gigantesco calamaro spiaggiato a Santa Monica in California che raggiungeva addirittura i 160 metri di lunghezza e che subito venne identificato come una specie mutante a causa delle radiazioni diffusesi in mare dopo l’incidente alla centrale nucleare giapponese di Fukushima. La fotografia pubblicata sulla rete e che fece il giro del mondo qualche tempo fa, era frutto di un (tutto sommato banale) fotomontaggio delle immagini di altri due animali veri. Un calamaro trovato a ottobre sulla spiaggia spagnola di La Arena, in Cantabria, e una balena trovata morta in Cile nel 2011.
(Foto: La nava frencese Alecton tenta di catturare un calamaro gigante nel 1861)
In ogni caso, sebbene non costituisca una pietra miliare nel campo della Criptozoologia (la Scienza che studia gli animali nascosti; a questo proposito si consiglia di consultare l’ottimo sito di Lorenzo Rossi: www.criptozoo.it) la cattura del totano davanti alla spiaggia ponzese di Giancos è da ritenersi comunque eccezionale. Non solo per le misure ,a soprattutto perché dal racconto di chi ha catturato il cefalopode, si intuisce che l’animale s’era probabilmente perso, oppure stava male e rischiava di spiaggiarsi
(nelle foto scorci dell’isola di Ponza – LT)
Pertanto, forse sarebbe stato il caso di consegnarlo (magari vivo! Da ragazzo sono stato anch’io un appassionato pescatore ma catturare un animale forse moribondo non è che sia poi una grande impresa!) a qualche biologo marino per poterlo studiare e comprendere che cosa l’abbia spinto lontano dal suo habitat tradizionale. Sta succedendo qualcosa di strano nei fondali dell’isola laziale?
Ha qualcosa a che fare con l’attività sismica tra le isole dell’arcipelago pontino che l’altro giorno (20 maggio, quindi dopo la cattura del Totano “gigante”) ha fatto registrare una scossa di 3,1 di magnitudo della Scala Richter alle ore 16.55, nei pressi dell’isola di Palmarola (fonte la Rete Sismica Nazionale dell’INGV), che fortunatamente non ha provocato danni.
Giancarlo Pavat per www.ilpuntosulmistero.it 23 maggio 2014