“UNA SALA PER DONNA EGIDIA DA CECCANO”, in ESCLUSIVA l’intervento di Alessio Patriarca per l’inaugurazione della sala al Castello di Ceccano.

La Città di Ceccano ha un grande debito di riconoscenza nei confronti dello storico italiano Ferdinando Ughelli, nato nel 1595 e morto a Roma nel 1670.

Abate dell’Ordine Cistercense, nell’anno 1644, diede alle stampe il primo volume della sua monumentale opera “ITALIA SACRA”, contenente la storia di tutte le diocesi italiane e la serie dei vescovi e prelati.

Nell’appendice di questo primo volume, egli pubblicò una Cronaca manoscritta inedita che aveva rinvenuto nell’Archivio dell’Abbazia di Fossanova.

La chiamò “Cronaca di Fossanova” e indicò come suo autore il Conte Giovanni de Ceccano.

Con il nome di “Cronaca di Fossanova” e l’altro di “Annales Ceccanenses”, divenne celebre e pubblicata successivamente da Ludovico Antonio Muratori e da altri noti autori, che la giudicarono un documento fra i più importanti delle cronache medievali italiane.

Gli “Annales Ceccanenses” sono l’unica fonte di  informazioni di assoluto valore, come la fastosa cerimonia di Consacrazione della Chiesa di Santa Maria a Fiume ad opera del Cardinale Giordano de Ceccano e svoltasi il 25 luglio, Festa di San Giacomo il Maggiore nel 1196, le gesta del Conte Giovanni de Ceccano, che scortò con i suoi cavalieri riccamente bardati ed armati, Papa Innocenzo III per la consacrazione dell’Abbazia di Fossanova, nell’anno 1208 e Papa Onorio III per la consacrazione dell’Abbazia di Casamari, nell’anno 1217.

Sempre la Cronaca riferisce la prestigiosa investitura cavalleresca che il Conte Giovanni de Ceccano ottenne il 10 gennaio 1190, la più antica registrata nel Lazio meridionale.

Senza questa preziosissima Cronaca, numerose pagine davvero straordinarie del Medioevo a Ceccano e le gesta della nobile Casa dei de Ceccano sarebbero completamente cadute nell’oblio impietoso, che spesso copre anche gesta grandiose ed eroiche.

Negli “Annales Ceccanenses” abbiamo la notizia della partenza di Donna Egidia de Ceccano, madre del Conte Giovanni e moglie del defunto Conte Landolfo I, con destinazione Santiago de Compostela, il giorno 8 settembre 1190.

Sempre la Cronaca segnala il ritorno della Contessa a Ceccano al termine del pellegrinaggio il 23 marzo 1191.

Partendo da questi dati storici, ho elaborato il progetto grafico da esporre in una Sala del Castello, con un allestimento sulle pareti, in modo da consentire la rapida fruizione del racconto del viaggio di Donna Egidia, all’interno del Pellegrinaggio a Santiago nel secolo XII.

I pannelli sono in grado di raccontare questo particolare unico e sensazionale che vide una delle prime donne in Europa effettuare il Cammino di Santiago, partendo proprio dal Castello di Ceccano.

E’ doveroso precisare che le immagini utilizzate sono di assoluto valore e provengono dal Mercato antiquario internazionale, da prestigiose Case d’Asta e da importanti collezionisti privati.

San Giacomo Apostolo, detto il Maggiore, per distinguerlo dall’altro Apostolo cugino di Gesù, era figlio di Zebedeo e di Maria di Salome e fratello di San Giovanni Apostolo ed Evangelista.

Decapitato a Gerusalemme verso il 42 dopo Cristo, le sue spoglie riposano nella grande Cattedrale costruita nel corso dei secoli in Galizia.

L’immagine d San Giacomo che proponiamo è tratta da una miniatura su pergamena che raffigura il Santo in abito da pellegrino con la conchiglia sulla bisaccia, inserito in una ambientazione pienamente medievale con castelli, torri e vegetazione in varie tonalità di verde, lumeggiato in oro.

La figura del Santo è finemente tratteggiata e tutta la decorazione esterna policroma conferma la grande maestria dell’autore.

Siamo di fronte ad un vero capolavoro che ben testimonia il livello qualitativo eccezionale raggiunto dai miniaturisti medievali.

La preziosa immagine di Maria di Salome risale al tardo barocco austriaco ed è opera del celebre Incisore Imperiale Johann Andreas Pfeffel, molto noto per la qualità eccelsa delle sue incisioni date alla luce con il Privilegio dell’Imperatore d’Austria.

La figura di Santa Salome appare con un atteggiamento molto nobile e composto ed il ricco panneggio delle vesti è reso secondo le regole estetiche dell’epoca.

Al centro abbiamo l’immagine della piccola chiesa dedicata a Santa Salome che i pellegrini visitavano a Santiago. Si notano davanti alla chiesa e sul lato i portici che consentivano il ricovero dei pellegrini sia in caso di pioggia che per la notte.

Una grande miniatura con personaggi all’interno del Castello, ci introduce alla vita di Donna Egidia a Ceccano, nel maniero della sua Famiglia e prima della partenza per Santiago.

Non è noto il Casato d’origine a cui apparteneva Donna Egidia. Nelle tradizioni dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, oggi Ordine di Malta, si indica Donna Egidia come appartenente alla Casata dei Colonna.

Sulle motivazioni che spinsero Donna Egidia a compiere il pellegrinaggio non ci sono giunte particolari notizie, ma si può ipotizzare che l’eco del potente fascino mistico e spirituale del santuario spagnolo sia giunta con il passaggio nella Contea di Ceccano dei pellegrini che percorrevano il cosiddetto “Cammino di Dio” dal Santuario di Compostela a Roma, per proseguire poi per il Santuario di San Michele Arcangelo nel Gargano o diretti, tramite i porti pugliesi, in Terrasanta.

E sul percorso effettuato da Egidia nelle regioni italiane per raggiungere Santiago, alcuni storici ipotizzano che la Contessa ed il suo seguito abbiano potuto risalire verso Lucca e poi procedere sul tracciato dell’Aurelia, lungo il litorale ligure e dirigersi verso Arles e poi Avignone. E da qui, immettendosi nella Via Tolosana e superati i Pirenei, raggiungere infine la Galizia.

Solo per il territorio della Galizia, la regione ispanica al cui interno è Santiago è possibile tracciare con sicurezza il percorso viario toccato da Egidia e dai pellegrini nel XII secolo.

Pertanto, si entrava in Galizia toccando la cittadina di Fuen Sagrada.

La Chiesa di San Giacomo, al tempo di Egidia, non aveva ancora la grandiosa facciata barocca con cui la Basilica è nota da vari secoli.

Ma Donna Egidia ebbe modo di ammirare il monumentale Portale della Gloria, con le sue grandiose arcate, uno dei capolavori del romanico europeo, in cui è raffigurata in scultura policroma la l’Apocalisse e la Storia della Salvezza, terminato dal valente Maestro Mateo due anni prima dell’arrivo della nobildonna ceccanese a Santiago.

Egidia ebbe possibilità di venerare l’Urna con le reliquie di San Giacomo,

e la sua statua policroma in legno.

Una miniatura dei Santi Magi ci consente di riflettere su questi misteriosi personaggi, che nel Medioevo erano assurti a patroni del pellegrinaggio sacro.

I Magi, infatti, nel racconto evangelico, lasciarono le loro lontane regioni e, con un lungo viaggio, guidati dalla Stella, si recarono a Betlemme, per adorare Gesù Bambino, il Dio fattosi uomo.

Nella Città di Ceccano il culto dei Magi aveva una sua precisa collocazione nella Chiesa di San Giovanni Battista, dove una pregevole “Adorazione dei Magi” del Pittore Giuseppe Rosi era molto venerata, tanto che sull’Atare dei Magi si celebrava la Santa Messa per la guarigione dei malati di epilessia.

Purtroppo, questo prezioso dipinto è stato rubato verso l’anno 1.990 e ne resta solo una traccia fotografica in bianco e nero.

Un’altra pregevole “Adorazione dei Magi” si trova ancor oggi nella Chiesa di San Sebastiano, sul lato destro guardando l’Altare Maggiore, meritevole di un accurato restauro.

(Immagine a lato: Alessio Patriarca e altri protagonisti e amministratori dell’evento di sabato 30 marzo nella Sala dedciata a Donna Egidia)

Negli Annales è evidenziato un importante ed ultimo particolare che lega Ceccano al pellegrinaggio a Santiago, la consacrazione della Chiesa di San Giacomo Apostolo, fatta costruire dal Conte Giovanni de Ceccano, figlio di Egidia, nei pressi del ponte sul Fiume Sacco.

Il 1 maggio 1209 il Vescovo di Ferentino, Alberto, consacrò la Chiesa di San Giacomo e inserì nell’Altare le reliquie di numerosi santi, concedendo una particolare indulgenza ai pellegrini visitatori della Chiesa stessa.

Questa chiesa nel corso dei secoli andò in rovina e già alla fine dell’Ottocento, lo storico Michelangelo Sindici attestava che dell’edificio sacro non era rimasta nessuna traccia visibile.

La Statua di San Giacomo Apostolo da tempo era stata  spostata nella Chiesa di Santa Maria a Fiume, dove i ceccanesi la veneravano in occasione della grande Fiera di San Giacomo, che aveva ed ha ancora luogo nei pressi del Fiume Sacco.

La statua di San Giacomo, che nel ricordo degli anziani era antichissima e molto annerita, è stata distrutta, insieme alla Chiesa di Santa Maria a Fiume, dal bombardamento degli “alleati” angloamericani il 26 gennaio 1944.

Così andò disperso l’ultimo legame diretto della Città di Ceccano con il culto di San Giacomo Apostolo il Maggiore.

(Alessio Patriarca)

(Nelle foto: alcune immagini delal sala di Donna Egidia al Castello di Ceccano e, a destra; la relazione di Alessio Patriarca)

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