LEGGENDE E MISTERI DELLA NATIVITÀ; di Alessandra Filiaci

 

Immagine di apertura: Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi (1423). Firenze, Galleria degli Uffizi. (fonte: Wikipedia)

 

LEGGENDE E MISTERI DELLA NATIVITÀ.

di Alessandra Filiaci

Nel mese di novembre di quest’anno è balzata agli onori della cronaca la notizia che sotto una chiesa di epoca bizantina, situata a sua volta sotto il Convento delle Suore di Nazareth, in Israele, sono stati trovati i resti di un edificio datato al I secolo d.C., scavato in una collina rocciosa, indicato come la casa dove Gesù avrebbe trascorso l’infanzia e la giovinezza.

La scoperta in realtà non è recente, come non lo è l’ipotesi che quelli possano essere i resti dell’abitazione in cui Egli visse insieme a Maria e a Giuseppe, che fu respinta dagli archeologi negli anni 1930, ma se ne è tornato a parlare in seguito alla pubblicazione del libro: “The Sisters of Nazareth Convent: A Roman-period, Byzantine, and Crusader site in central Nazareth”. L’autore del testo, l’archeologo britannico Ken Dark, ha trascorso quattordici anni della sua vita a studiare il sito di cui la zona più antica mostra evidenti segni di come sia stata costruita, come Dark ha rimarcato, da qualcuno che aveva un’ottima conoscenza della lavorazione della pietra, quella che ci si aspetterebbe essere propria di un tèkton, l’antica parola greca usata per riferirsi a Giuseppe. Grazie al lavoro sul campo e alle ricerche di Dark, sembra che quella che un tempo era considerata soltanto un’ipotesi abbia finalmente un fondamento. Sembra, perché non è stata trovata nessuna iscrizione che possa confermarla, perciò, seppur plausibile, ha osservato lo stesso Dark, provarlo è un’altra cosa.

2 Immagine sopra:. L’ingresso dell’abitazione dove Gesù avrebbe trascorso l’infanzia e la giovinezza. (fonte: https://www.cbsnews.com/news/jesus-christ-boyhood-home-under-nazareth-convent-israel-archaeologist-says/)

Le incertezze sull’esistenza di Gesù, d’altra parte, sono così numerose che alcuni studiosi hanno negato che si tratti di una figura storica. I Vangeli cosiddetti canonici, i testi da cui ci si aspetterebbe di trovare elementi che permettano di collocare con certezza nel tempo i passaggi ritenuti fondamentali della sua vita, si rivelano tanto affascinanti quanto carenti di informazioni precise comprovanti la sua esistenza terrena.

A rendere complicata la questione hanno contribuito, fra l’altro, le non risolutive interpretazioni che nei secoli sono state rese su vari avvenimenti narrati nei Vangeli e le traduzioni di alcuni termini testuali, che hanno concorso a rendere evanescenti e fluide, per lo meno agli occhi dei ‘non addetti ai lavori’, anche le figure di alcuni personaggi che secondo i Vangeli vissero accanto a Gesù o ne incrociarono il cammino, o addirittura a far nascere o a rafforzare alcune credenze popolari tanto diffuse quanto imprecise o perfino errate, come quella che vuole che il padre ‘putativo’ di Gesù fosse un povero falegname.

Prendiamo in esame il vocabolo tèkton cui si è fatto cenno sopra, riferito a Giuseppe nel Vangelo di Matteo (Cap. 13: 55).  In alcune traduzioni in lingua italiana del passo evangelico tèkton è stato reso spesso con “falegname”, in qualcuna con “fabbro”, in molte altre con “carpentiere”.

Il Vocabolario greco-italiano di Lorenzo Rocci traduce la parola così: <<artista; artefice; fabbro, e più determinato, legnaiolo; falegname; carradore; costruttore; architetto; ingegnere; scultore (…)>>.

Significativa è l’indicazione di Marcello Craveri, il quale ha rilevato che il vocabolo tèkton fa intendere che Giuseppe fosse costruttore edile, legnaiolo e muratore ad un tempo. Ed eloquente appare la definizione di papa Francesco il quale, per celebrare il 150.mo anniversario della dichiarazione dello Sposo di Maria quale Patrono della Chiesa cattolica, ha indetto uno speciale “Anno”, dall’8 dicembre 2020 all’8 dicembre 2021, dedicato al “carpentiere” Giuseppe. Che egli non fosse soltanto un umile falegname è assodato; oggi si ritiene che egli fu piuttosto un piccolo imprenditore edile o per lo meno un artigiano plurispecializzato, che grazie al proprio lavoro riusciva ad offrire alla sua famiglia un tenore di vita di buon livello, tanto è vero che Gesù ebbe la possibilità di studiare. (Se si presta fede a quanto è scritto nel Vangelo di Luca, Cap. 4: 16, Gesù sapeva leggere.)

Nessun elemento chiarificatore offrono i Vangeli canonici sul periodo della sua vita fra i dodici e i trent’anni circa (intorno ai trent’anni Egli iniziò il suo ministero secondo il Vangelo di Luca, Cap. 3: 23), come pure nessuno sulla sua data di nascita. Altrettanto misteriosi appaiono i visitatori venuti dall’Oriente, guidati da una stella altrettanto misteriosa, nominati Magi nel Vangelo di Matteo (Cap. 2: 1-12).

  1. Immagine sopra: Guido Reni (circa 1635), San Giuseppe con Gesù Bambino in braccio. San Pietroburgo, Museo statale Ermitage. (fonte: Wikipedia)

  1. Immagine sopra: Pierre Parrocel (1694), San Giuseppe adora l’infante Gesù. Cattedrale di Moulins. (fonte: Wikipedia)

Leggende orientali dall’antichità a Marco Polo.

Furono alcune leggende orientali germogliate nei primi secoli del Cristianesimo a colmare parzialmente le lacune del racconto evangelico, fornendo svariate informazioni sui Magi, indicati ora in numero di tre ora invece in numero di dodici, sulla stella ed anche su significativi accadimenti che avrebbero preceduto e seguito la nascita del Cristo, evento il cui significato metafisico viene esaltato in alcuni tra i cosiddetti Vangeli apocrifi, da cui hanno largamente attinto l’arte figurativa cristiana, l’agiografia e la novellistica medievale.

Meno noti, ma meritevoli di essere ricordati per la ricchezza di dati che mettono in risalto il valore metastorico della figura del Cristo e la trascendenza delle conoscenze dei Magi relative alla sua venuta sulla terra, due testi siriaci: il Libro della Caverna dei Tesori, risalente ai secoli V-VI, e la Cronaca di Zuqnin, datata all’VIII secolo. In quelle opere si fa menzione di terre misteriose, di misteri occulti, profezie, scritti trasmessi di generazione in generazione a cominciare da Adamo di cui i Magi erano i custodi, e la stella risalta per le sue caratteristiche prodigiose. Per quanto riguarda l’identità dei Magi, tra i Vangeli apocrifi l’unico che vi fa riferimento indicandoli per nome, e presentandoli come tre fratelli e re (dei Persiani; degli Indiani; degli Arabi), è il Vangelo dell’infanzia armeno: essi sono Melkon, Balthasar e Gaspar (dai riferimenti cronologici riportati in quest’opera Gesù risulta essere nato il 6 gennaio). Altre indicazioni troviamo nel Libro della Caverna dei Tesori: i Magi sono Hormizd di Makhozdi, re di Persia, chiamato il Re dei Re, che vive in Adhurgin, Jazdegerd, re di Saba, Peroz, re di Seba; essi in un primo momento vengono distinti dai Caldei e dai Saggi della Persia, successivamente sono chiamati Magi caldei.    

5. Immagine sopra: Facciata del Duomo di Fidenza, bassorilievo. In alto sono visibili i nomi Caspar, Baltasar, Melchior. (fonte: Wikipedia)

  1. Immagine sopra: Bartolomé Esteban Murillo (1618-1682), Adorazione dei Magi. Museo d’arte di Toledo, Ohio. (fonte: Wikipedia) La devozione popolare ha riconosciuto nei Magi evangelici i rappresentanti delle popolazioni individuate nell’antichità sulla base del colore della pelle: bianca, gialla e nera.

Echi degli antichi racconti che fanno dei Magi dei re sapienti vibrano ancora in quello che possiamo considerare essere il più famoso resoconto di viaggio di tutte le epoche: Il Milione. Ai Magi sono dedicati i capitoli 30 e 31. In essi si legge che in Persia vi era una città chiamata Saba (ad una città con tale nome si fa riferimento, come abbiamo visto, nel Libro della Caverna dei Tesori), dalla quale partirono i tre re Magi e nella quale essi sono sepolti, <<e sonvi ancora tutti interi con la barba e co’ capegli: l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo Melquior>>.

  1. Immagine sopra: Adorazione dei Magi. Dettaglio della capsella dei Santi Quirico e Giulietta (marmo; V secolo). Museo Arcivescovile di Ravenna. (fonte: http://www.museoarcheologicocicolano.it/evento/re-magi-viaggio-storia-leggenda/scenadelladorazione-dei-magi-capsella-dei-santi-quirico-e-giulietta-marmo-v-sec-d-c-da-san-giovanni-battista-ravenna-museo-arcivescovo/)

 

Figure misteriose anche al tempo del viaggiatore veneziano, infatti Marco Polo chiese più volte notizie su di loro, ma nessuno ne sapeva nulla se non che essi erano tre re <<seppelliti anticamente>>. Chi fossero lo si scopre procedendo nel corso della narrazione.

Ad una certa distanza dalla città (<<andando tre giornate>>), vi era un castello, chiamato Calasata, <<ciò è a dire in francesco ‘castello de li oratori del fuoco’>> e gli uomini <<di quello castello dicono che anticamente tre lo’ re di quella contrada andarono ad adorare un profeta, lo quale era nato, e portarono 3 oferte: oro, per sapere se era signore terreno; incenso per sapere se era idio; mirra per sapere se era eternale. E quando furo ove Dio era nato, lo menore andò prima a vederlo, e parveli di sua forma e di suo tempo; e poscia ‘l mezzano e poscia il magiore: e a ciascheuno p(er) sé parve di sua forma e di suo tempo. E raportando ciascuno quello ch’avea veduto, molto si maravigliaro, e pensaro d’andare tutti insieme; e andando insieme, a tutti parve quello ch’era, cioè fanciullo di 13 die>>. Allora i Magi gli offrirono i loro doni e il fanciullo dette loro <<uno bossolo chiuso>>.

I tre re ripartirono per tornare al loro Paese e dopo aver cavalcato per alcuni giorni vollero vedere quel che il fanciullo aveva donato loro. Aperto il bossolo vi trovarono una pietra, che Dio aveva loro dato a significare che essi dovessero essere fermi nella fede <<ch’aveano cominciato, come pietra>>. Meravigliatisi, i tre re la gettarono in un pozzo, e allora un fuoco discese ardendo dal cielo <<e gittòssi in quello pozzo>>. Veduto ciò, i Magi si pentirono di quel che avevano fatto, <<e presero di quello fuoco e portarone in loro contrada e puoserlo in una loro chiesa. E tutte le volte lo fanno ardere e orano quello fuoco come dio; e tutti li sacrifici che fanno condisco di quello fuoco, e quando si spegne, vanno a l’orig(i)nale, che sempre sta aceso, né mai l’accenderebboro se non di quello. Perciò adorano lo fuoco quegli di quella contrada; e tutto questo dissero a messer Marco Polo, e è veritade. L’uno delli re fu di Saba, l’altro de Iava, lo terzo del Castello>>.

  1. Immagine sopra: Albrecht Dürer. Adorazione dei Magi (1504). Firenze, Galleria degli Uffizi. La tradizione che si è attestata in Occidente secondo la quale i Magi evangelici erano tre è fondata sul numero dei doni che, secondo il Vangelo di Matteo, essi offrirono a Gesù, oro, incenso e mirra, nei quali i Padri della Chiesa ravvisarono i simboli, rispettivamente, della Regalità, della Divinità e della Passione di Cristo.

 

I Magi astrologi, le ipotesi sulla stella e le origini del Natale cristiano.

Il nome con il quale nel Vangelo di Matteo sono indicati i misteriosi personaggi che fecero visita a Gesù ci riporta alla mente i sacerdoti ed interpreti dei sogni che costituivano una delle tribù dell’antica popolazione iranica dei Medi, cui fa riferimento Erodoto (V sec. a.C.) nelle sue Storie. Molti autori sono certi che essi fossero zoroastriani e che fossero astrologi è opinione antica (è interessante notare che in alcune traduzioni del Vangelo di Matteo la parola Magoi viene tradotta ora con saggi ora appunto con astrologi). Ludolfo di Sassonia (m. 1378), per esempio, scriveva: <<I tre re pagani vennero chiamati Magi non perché fossero versati nelle arti magiche, ma per la loro grande competenza nella disciplina dell’astrologia. Erano detti magi dai Persiani coloro che gli Ebrei chiamavano scribi, i Greci filosofi e i latini savi>>.

  1. Immagine sopra: Giotto, Adorazione dei Magi (circa 1303-1305). Padova, Cappella degli Scrovegni. La cometa fece il suo ingresso nella storia dell’arte con Giotto (verosimilmente il pittore aveva impressa nella memoria l’immagine della cometa di Halley, il cui passaggio è testimoniato in data 25 ottobre 1301). Nelle più antiche raffigurazioni della visita dei Magi a Gesù compare una stella a sei oppure ad otto punte; a partire dal X secolo, in ambito bizantino, si riscontra una evoluzione iconografica dell’astro, al quale viene aggiunta una colonna di luce che sovrasta Gesù.

Molto dibattuta è, invece, la questione relativa alla natura della stella, nella quale, com’è noto, alcuni hanno riconosciuto un evento miracoloso, altri una supernova, altri ancora una cometa – questa terza ipotesi, tuttavia, contrasta con il significato nefasto generalmente attribuito nell’antichità all’apparizione in cielo delle comete, considerata un presagio di sventura, legandosi solitamente alla morte di un re. Altri autori ritengono che nella stella evangelica sia piuttosto da individuarsi un riferimento alla triplice congiunzione, che avviene soltanto ogni 794 anni, di Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci, verificatasi nell’anno 7 a.C. Ovviamente, chi nega la storicità di Gesù, vexata quaestio, considera anche queste ed altre incertezze come rivelatrici del mito. Una certa critica sostiene, infatti, che la figura e i miracoli di Gesù non possano essere comprovati da documenti che non siano cristiani. Secondo altri, invece, egli fu soltanto un uomo sapiente, come scrisse Giuseppe Flavio nelle “Antichità giudaiche”.

  1. Immagine sopra: Sandro Botticelli, Adorazione dei Magi (1475 circa). Firenze, Galleria degli Uffizi. (fonte: Wikipedia)

I confutatori del mito sottolineano che Giuseppe Flavio scrisse, in realtà, che Gesù fu un uomo sapiente, se pure lo si deve definire uomo; che egli compì opere straordinarie traendo a sé molti Giudei e Greci; che era il Cristo; che fu crocifisso; che egli apparve a quanti non avevano smesso di amarlo il terzo giorno di nuovo in vita, secondo quello che i profeti avevano predetto di lui tutto ciò e mille altre meraviglie. D’altra parte, non si deve dimenticare che Giuseppe Flavio non era cristiano, visse fra il 37 ed il 100 d.C., dunque in anni molto vicini agli eventi narrati nei Vangeli, e che era di famiglia sacerdotale, perciò poteva disporre di fonti dirette su Gesù. La controversia sembrò trovare una risoluzione nel 1971, quando il professor Shlomo Pinès dell’Università Ebraica di Gerusalemme scoprì una differente versione di quella pagina, chiamata “Testimonium flavianum”, che secondo alcuni studiosi contiene interpolazioni cristiane successive, in un codice arabo del sec. X, la “Storia Universale” di Agapio, vescovo di Hierapolis in Siria, che conferma sostanzialmente l’altra, pur se vi si trova scritto che erano stati i discepoli di Gesù ad avere riferito che egli era apparso loro dopo la sua crocifissione e che era vivo e che forse per questo egli era il Messia di cui i profeti avevano raccontato tante meraviglie.

  1. Immagine sopra: Betlemme, Basilica della Natività. Nel punto segnato dalla stella d’argento sarebbe nato Gesù. (fonte: www.viaggispirituali.it/2009/07/giudea-visitiamo-i-villaggi-sulle-colline-a-sud-di-gerusalemme/)

Riguardo alla difficoltà di potere stabilire con certezza la data di nascita di Gesù si deve osservare che alle origini del Cristianesimo ad essa, per quanto è noto, non era attribuita particolare importanza e che in Occidente i primi riferimenti alla Natività celebrata il 25 dicembre, data nella quale nel calendario giuliano cadeva il solstizio d’inverno, risalgono alla prima metà del IV secolo. Secondo alcuni autori tale data fu scelta di proposito dai cristiani perché coincidesse con i Saturnali, mentre altri sostengono che il motivo si deve ricercare nel fatto che il 25 dicembre i pagani celebravano il Dies Natalis Solis Invicti.

    Se, dunque, si deve scartare il 25 dicembre, è possibile stabilire con certezza quando nacque Gesù? Secondo l’astronomo Michael R. Molnar è possibile. Egli ritiene che i Magi, esperti astrologi, individuarono la ‘stella’ avvalendosi di calcoli matematici. Nel corso dei suoi studi finalizzati a risolvere l’enigma dell’astro nominato nel Vangelo di Matteo, Molnar scoprì l’importanza che la Luna e il pianeta Giove rivestivano negli oroscopi imperiali, che l’Ariete era il segno governatore del regno di Erode, e che durante quel regno si verificarono, il 6 a.C., due occultazioni lunari in Ariete ed entrambe vedevano coinvolto il pianeta Giove: la prima il 20 marzo e la seconda il 17 aprile. Questi dati insieme a tutti gli altri elementi presi in considerazione gli fecero concludere che Gesù nacque il 17 aprile del 6 a.C. 

  1. Immagine sopra: Andrea Mantegna, Adorazione dei Magi (circa 1495-1505). Los Angeles, J. Paul Getty Museum. (fonte: Wikipedia)

Al di là della possibilità di individuare il giorno preciso in cui nacque Gesù, il mistero della Natività ha ispirato gli artisti di tutte le epoche, e meravigliose opere  hanno reso immortali le figure dei Magi che ne sono parte integrante. Le (presunte) spoglie di quei lontani viaggiatori sono custodite in un risplendente scrigno a forma di basilica nella Cattedrale di Colonia, in Germania. Esse, ritrovate da Sant’Elena, furono portate nella chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli, successivamente trasferite a Milano, su richiesta dell’Arcivescovo Eustorgio, quindi traslate a Colonia al tempo di Federico Barbarossa per opera dell’Arcivescovo Reinold von Dassel. Questo si legge nella Historia Trium Regum del carmelitano Giovanni da Hildesheim, opera che ebbe grande diffusione in Europa alla fine del Medioevo, composta tra il 1364 ed il 1375, nella quale confluirono molti elementi delle leggende orientali cui si è sopra accennato.

13. Immagine sopra: Reliquiario dei Re Magi. Duomo di Colonia. (fonte: https://reliquiosamente.com/2018/09/11/reliquiari-fantastici-il-reliquiario-dei-re-magi-a-colonia/amp/)

 

    Corpora Sanctorum recubant hic terna Magorum (“Qui giacciono i tre corpi dei santi Magi”) recita un’iscrizione nel Duomo di Colonia; ma il viaggio ideale di quegli antichi pellegrini insieme alla stella non si è mai interrotto, infatti esso continua a suscitare pii sentimenti nei cuori di quanti vi hanno riconosciuto il loro stesso cammino.

(Alessandra Filiaci)

 

Riferimenti bibliografici.

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Du Breil, P. 1993. Lo zoroastrismo. Il melangolo.

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Molnar, M.R. 2000. La stella di Betlemme. Armenia.

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Rossano, P. 1984. I Vangeli. Biblioteca Universale Rizzoli.

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Petroni, R. 2018. Giuseppe, padre di Gesù, non era un anziano falegname ma un giovane carpentiere. Link: https://www.ildolomiti.it/blog/riccardopetroni/giuseppe-padre-di-gesu-non-era-un-anziano-falegname-ma-un-giovane-capentiere.

Piro, I. 2020. Il Papa indice l’“Anno di San Giuseppe”. Link: https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-12/papa-francesco-lettera-patris-corde-san-giuseppe.html.

Ravasi, G. 2014. Ma Gesù era capace di scrivere? Link: https://m.famigliacristiana.it/blogspot/ma-gesu-era-capace-di-scrivere.htm.

Richards, M. 2020. Is this house under a convent in Nazareth the boyhood home of Jesus? Link: https://www.cbsnews.com/news/jesus-christ-boyhood-home-under-nazareth-convent-israel-archaeologist-says/.

  • Tutte le immagini sono state fornite dall’autrice.

Alessandra Filiaci, Reiki Master, condivide in questa nuova pubblicazione le sue ricerche ed esperienze nel mondo dell’Energia, offrendo spunti di riflessione e informazioni utili per chiunque voglia entrare nel Cuore del Sistema di guarigione naturale ideato dal Maestro Mikao Usui. L’Autrice ne ripercorre la storia, soffermandosi sul significato profondo dei simboli, dell’iniziazione, della tradizione, del lavoro su di sé, del rispetto, della gratitudine, della condivisione della conoscenza. L’opera “REIKI – IL CUORE E LA MENTE. Esperienze e scoperte in un diario di viaggio” ha il valore di una testimonianza che si presenta come un affascinante racconto costellato di aneddoti e di riflessioni personali che rivelano la ricerca imparziale condotta dall’Autrice, anche attraverso il contatto, diretto ed epistolare, con altri Reiki Master e studiosi di diverse discipline, toccando differenti ambiti dello scibile, in un viaggio ideale fra Oriente ed Occidente.

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