Visitiamo assieme: LE MERAVIGLIE ARTISTICHE DELLE CHIESE RUPESTRI DI MATERA di Orazio Vignola

(Immagine sopra: interno della chiesa rupestre Madonna delle Tre Porte – foto O. Vignola)

Visitiamo assieme:

LE MERAVIGLIE ARTISTICHE DELLE CHIESE RUPESTRI DI MATERA

di Orazio Vignola

L’8 Aprile, insieme alla mia compagna e ad altri 3 amici, ho avuto il piacere di visitare una delle città più belle d’Italia, nonché forse la più antica del mondo; Matera. Ciò che la rende unica, sono sicuramente i suoi “Sassi”, ovvero caverne preistoriche scavate nella roccia che costituiscono la parte antica della città. Essi si dividono in due vallette separate tra loro dallo sperone roccioso della Civita.

Il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso.

Comunque il mio intento non è quello di descrivere le bellezze di questa meravigliosa città, dove ogni angolo, ogni pietra, ogni caverna, riporta a un passato molto remoto, ma voglio soffermarmi su altre meraviglie che la caratterizzano: le chiese rupestri.

Due in particolare mi hanno suscitato maggiore interesse, non che le altra siano da meno, sia chiaro, ma in esse ho ritrovato “simboli” che mi hanno colpito. Ma andiamo per gradi, cominciamo col descrivere cosa sono le chiese rupestri.

Le chiese rupestri di Matera sono degli edifici scavati nella roccia risalenti all’Alto Medioevo. Esse erano nate come luogo di culto, ma successivamente sono diventate abitazioni o addirittura ricoveri per animali.

È incredibile la presenza di vere opere d’arte in esse; affreschi che seppur in parte danneggiati, ci riportano ad una cultura longobarda, ma anche bizantina, dipinti che malgrado il passare degli anni, mantengono con fierezza la loro bellezza.

Veniamo quindi a descrivere la prima chiesetta da me visitata e alla descrizione di ciò che vi ho scorto:

Santa Lucia alle Malve

La chiesa rupestre di Santa Lucia alla Malve (dal nome della pianta spontanea che cresce abbondantemente nei dintorni) è situata presso il Sasso Caveoso, il suo scavo viene datato intorno al IX secolo d.C.. Inizialmente la chiesa dedicata a Sant’Agata, successivamente venne intitolata a Santa Lucia  tra il 1217 e il 1267. Fu utilizzata da una comunità di monache benedettine come luogo di culto fino al 1283, le monache si trasferirono poi presso il rione Civita. Dal 1525 la chiesa fu utilizzata come abitazione fino al 1960. L’impianto della chiesa è a tre navate; solo quella di destra è attualmente adibita al culto. La altre due navate erano state adibite ad abitazione. Ciò che resta dell’apparato iconografico è costituito da affreschi di grande valore storico-artistico, databili tra il XI e XVII secolo. I due affreschi che hanno catturato la mia attenzione sono: la Madonna del latte (o Maria Lactans)e San Michele Arcangelo (Immagine in basso – foto O. Vignola).

Maria Lactans:

La vergine è raffigurata a seno scoperto, colta nell’atto di allattare il proprio figlio. Rappresentazioni di questo genere hanno origini molto antiche, riportano addirittura all’Antico Egitto. Molto diffuse erano infatti le immagini di Iside intenta ad allattare Horus. Il culto verrà poi ripreso dal Cristianesimo, molte statue di Iside furono infatti venerate come Madonne. Le prime rappresentazioni iconografiche ufficiali di Maria Lactans le ritroviamo nell’Egitto copto. Esse poi si diffusero nelle chiese orientali, nell’arte bizantina, fino ad arrivare all’occidente.

Il significato cristiano di questa immagine è : Maria che mostra al mondo la natura umana di Cristo, non solo quella divina; Gesù vero Dio e vero Uomo; e rendono lei regina del mondo, la madre non solo di Cristo ma dell’intera umanità.

San Michele Arcangelo

Anche questa raffigurazione è molto particolare, il Santo infatti è raffigurato con in mano il globo crucigero. Il Globo crucigero è una sfera sulla cui sommità è apposta una croce. È il simbolo che veniva usato nel Medioevo da imperatori e re, proprio per affermare il loro potere. Dal punto di vista cristiano esso identifica la supremazia di Cristo sul mondo.

Perché lo troviamo in mano a San Michele?

L’Arcangelo Michele è il capo delle milizie, colui che ha sconfitto Satana e lo ha scaraventato all’inferno insieme ai suoi angeli malvagi. Con il globo crucigero vuole quindi dire che Cristo ha vinto sul male, la luce vince sulle tenebre e imprime la sua regalità sul mondo.

Passeggiando lungo la Murgia Materana, di fronte al Sasso Caveoso; ci siamo trovati di fronte ad una piccola chiesetta rupestre chiamata “Madonna delle tre porte”.

La chiesa è chiamata così perché presenta tre ingressi, quello originario è completamente crollato. La pianta è a tre navate, solo due di esse però sono superstiti.

Ciò che mi ha colpito di questa piccola chiesa è innanzitutto la presenza di croci incise sulla roccia. Esse sono così fortemente marcate che fanno pensare alla volontà del pellegrino che le ha impresse (come segno di devozione) di renderle eterne.

Secondo particolare, un dipinto: la Madonna con Melagrana. La melagrana è un frutto che compare spesso nelle raffigurazioni pittoriche, sia sacre che profane. Secondo un mito l’albero di melograno è nato dal sangue di Bacco, ucciso dai Titani e riportato in vita da Rea, la madre di Giove.

Nel Medioevo diventa simbolo di Resurrezione e inizia a comparire nelle immagine sacre.

In mano alla Madonna vuole rappresentare non solo che il Figlio che porta in grembo è Resurrezione e Vita; ma sottolinea in essa la castità e la purezza


(Ad sx e dx: Madonna delle Tre Porte, affresco con la Madonna con la Melagrana – sotto: Santa Lucia delle malve, affresco con San Gregorio – foto O. Vignola)

 

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Molte altre bellezze sono presenti nella splendida città di Matera, e molte emozioni si provano a visitarla. A me è parso di respirare il passato.

(Orazio Vignola)

(Immagine sopra: chiesa Santa Lucia delle malve, immagine sotto: croci incise nella chiesa rupestre della Madonna delle Tre Porte -foto O. Vignola)

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